CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 277
MOZIONE COCCO Daniele Secondo - SECHI - ZUNCHEDDU - CUGUSI, sulla situazione di emergenza in cui versa il territorio sardo ed in particolare gli artigiani ed imprenditori del sassarese.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la Sardegna è vittima di una gravissima crisi economica generalizzata e profonda, la più grave dopo quella del 1929;
- il 20° Rapporto del Centro ricerche economiche nord sud (Crenos), nel definire lo stato di salute del tessuto economico in Sardegna, si esprime in termini molto critici e preoccupanti;
- da una parte si conferma la stagnazione in termini di crescita del reddito e dei consumi, così come d'altronde accade a livello nazionale, dall'altra c'è una preoccupante riduzione degli investimenti;
- l'indicatore più pregnante di tale situazione drastica risiede nel mercato del lavoro; infatti, gli occupati totali in Sardegna alla fine del 2012 erano 595 mila, contro 613 mila nel 2007 (-2,9 per cento); se si torna indietro nel tempo ci si accorge, non senza allarmismo, che i dati occupazionali odierni corrispondono a quelli della Sardegna di circa dieci anni fa; infatti, nel 2004 la Sardegna vantava 593 mila occupati! a significare che siamo nel pieno di una crisi involutiva;
- da ciò consegue che nello stesso arco temporale, 2007-2012, il numero di disoccupati è passato da 67 a 109 mila (+ 62,3 per cento), portando il tasso di disoccupazione ufficiale sopra la soglia del 15 per cento: una crisi occupazionale senza precedenti;
- anche un osservatore poco attento intuisce che l'origine della attuale situazione occupazionale, ergo della riduzione dei consumi e degli investimenti, scaturisce dal malessere delle varie imprese datrici di lavoro, costrette a licenziamenti e chiusura degli stabilimenti;
- in questo panorama si inseriscono le richieste degli artigiani ed imprenditori sardi, soprattutto del territorio sassarese, i quali al fine di sentire riconosciute le loro legittime richieste hanno istituito movimenti liberi con lo scopo di unire le forze per reagire all'incedere della crisi;RILEVATO che:
- la dilagante ed irrefrenabile crisi ha raso al suolo tutto il tessuto economico del territorio sardo;
- aziende di famiglia, tramandate da generazioni, si sono viste costrette ad abbassare le serrande nel corso degli ultimi anni e mandare a casa personale, anche prossimo alla pensione, con indubbia difficoltà a trovare una occupazione atta a consentirgli il compimento dei pochi anni retributivi necessari ai fini pensionistici;
- in tale contesto, inevitabile appare l'esigenza, da parte delle istituzioni, di un intervento a gamba tesa volto a trovare tutti i rimedi possibili da un lato per attenuare le conseguenze di questo stato di cose e dall'altro per rilanciare il sistema economico;PRESO ATTO che
- appare a tal fine necessario, come atto preliminare, richiedere al Governo la dichiarazione dello stato di crisi ai sensi dell'articolo 2 della legge n. 99 del 2009;
- è fondamentale, al fine di consentire alle piccole e medie imprese di non soccombere, richiedere al Governo la sospensione delle azioni esecutive in atto, perlomeno quelle iniziate nel corso dell'ultimo biennio, ed il blocco di quelle da promuoversi, anche attraverso la richiesta di modifica del precetto normativo di cui all'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973, così come previsto dall'articolo 51 della Statuto sardo;
- è indispensabile che il blocco alle azioni esecutive interessi non solo le azioni promosse da Equitalia o dall'Agenzia delle entrate, ma anche dagli istituti di credito per il recupero forzoso di somme dovute dalle piccole e medie imprese in sofferenza;
- è necessario attuare una moratoria, sia fiscale che bancaria, per un periodo di tre anni, al fine di consentire alle imprese di rimettersi in bonis e provvedere all'assolvimento delle loro obbligazioni;
- è necessaria l'attivazione di un sistema di consorzi fidi per finanziare, a condizioni di mercato, le rateazioni in corso da parte delle piccole e medie imprese, con lo scopo di aumentare il tempo di restituzione delle somme dovute, rispetto, per esempio, alle 72 mensilità concesse da Equitalia, e fungere da garanzia per i creditori al fine di ottenere condizioni di rateizzazione più agevoli ed evitare l'iscrizione di ipoteche sugli immobili delle imprese;
- è indispensabile attivare un tavolo permanente operativo tra gli istituti di credito, l'ente di riscossione e la Regione, atto a valutare ogni singola posizione con l'obiettivo di studiare gli interventi possibili per l'accesso al finanziamento anche per piccole e medie imprese con carichi già iscritti a ruolo,impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
a porre in essere i rimedi sopra indicati, ovvero ad individuarne degli altri al fine di consentire alle piccole e medie imprese del territorio sardo di sopravvivere in questo momento di forte crisi e rimettere in moto l'economia attraverso nuovi investimenti e nuove assunzioni.
Cagliari, 18 settembre 2013