CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 193
MOZIONE BARRACCIU - DIANA Giampaolo - URAS - SALIS - BEN AMARA - AGUS - BRUNO - CAPELLI - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CORDA - CUCCA - CUCCU - CUGUSI - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZUNCHEDDU sulle conseguenze della sentenza della Corte costituzionale n.147 del 4 giugno 2012 in tema di dimensionamento scolastico, sull'inerzia della Giunta regionale nei confronti delle disposizioni incostituzionali contenute nella legge n. 111 del 2011 e sulla necessità di adottare al più presto un nuovo piano di dimensionamento scolastico che non svilisca il sistema educativo regionale come l'attuale, con richiesta di convocazione straordinaria ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- a seguito dei ricorsi promossi dalle Regioni Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Umbria, dalla Regione siciliana, e dalle Regioni Puglia e Basilicata aventi ad oggetto le disposizioni in materia di dimensionamento scolastico, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità delle disposizioni contenute all'articolo 19, comma 4, del decreto-legge 6 luglio 2011 n. 98 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria) convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, per violazione dell'articolo 117, comma 3, della Costituzione;
- l'articolo 19, comma 4, di cui sopra (Razionalizzazione della spesa relativa all'organizzazione scolastica) ha imposto l'aggregazione della scuola dell'infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado in istituti comprensivi e la conseguente soppressione delle autonomie preesistenti stabilendo inoltre che gli istituti comprensivi possono acquisire l'autonomia solo se costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche;
- nonostante i rilievi sollevati dalla sottoscritta e dai colleghi consiglieri in più interrogazioni consiliari, la Giunta regionale ha dato acriticamente applicazione alle norme nazionali, approvando, in data 12 febbraio 2012, la delibera n. 7/4 della Giunta regionale con il piano di dimensionamento scolastico 2012/2013, facendo esplicito riferimento all'articolo 19, comma 4, della legge n. 111 del 2011, legge di conversione del decreto legge n. 98 del 2011 e specificando di procedere alla riorganizzazione della rete scolastica secondo il nuovo dettato normativo così come richiamata dal decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, articolo 19, commi 4 e 5;
CONSIDERATO che:
- in Sardegna l'applicazione dei parametri nazionali contenuti nella legge n. 111 del 2011, come verificabile dall'allegato alla delibera della Giunta regionale n. 11/2 del 6 marzo 2012 ha comportato la soppressione di un'elevatissima percentuale di autonomie scolastiche in ogni provincia, aggravando la già pesantemente compromessa situazione del sistema scolastico sardo, impoverito dai tagli e dai dimensionamenti imposti dal governo Berlusconi e passivamente applicati dall'Amministrazione regionale nel corso degli ultimi anni;
- nella more di una legge regionale di settore, i continui ritardi e l'inerzia della Giunta regionale declassano ulteriormente l'offerta formativa degli istituti scolastici della Sardegna a un livello assai inferiore rispetto alle loro potenzialità, ne compromettono i risultati formativi e di integrazione, di riequilibrio settoriale, territoriale e di uguaglianza nell'accesso alle diverse opportunità educative;
- nonostante il Consiglio regionale, così come i sindacati, gli amministratori locali e il mondo educativo regionale chiedano da anni che si apra una seria rivendicazione con lo Stato circa criteri, parametri e risorse corrispondenti alle peculiarità della Sardegna, la Regione continua invece a mostrarsi subordinata ad ogni decisione statale, come dimostrano il non aver richiesto giudizio di legittimità alla Corte costituzionale al pari di altre sette regioni italiane e, ancor peggio, l'aver accordato il proprio favore, unica fra tutte le regioni, al decreto interministeriale sulle tabelle degli organici della scuola per il 2012/2013;
SPECIFICATO che:
- nel giudizio della Consulta risulta con chiarezza che il dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche, come peraltro già affermato dalla sentenza n. 200 del 2009, non può ricondursi all'ambito delle norme generali sull'istruzione e va invece ricompreso nella competenza concorrente e dunque è ambito di competenza regionale;
- nel giudizio di cui sopra è ribadito che "la preordinazione dei criteri volti all'attuazione del dimensionamento delle istituzioni scolastiche ha una diretta e immediata incidenza su situazioni strettamente legate alle varie realtà territoriali e alle connesse esigenze socio economiche di ciascun territorio, che ben possono e devono essere apprezzate in sede regionale, con la precisazione che non possono venire in rilievo aspetti che ridondino sulla qualità dell'offerta formativa e, dunque, sulla didattica";
VERIFICATO che:
- l'attuale Piano di ridimensionamento regionale è attuato sulla base di una norma dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale ed è lesivo dei principi dell'autonomia;
- il Piano di dimensionamento di cui sopra è altamente mortificante per il sistema scolastico regionale e trova ragione solo nell'esigenza di ridurre le strutture amministrative scolastiche ed il loro personale con esclusivi obiettivi di risparmio;
- il dimensionamento si somma ai tagli di organico subiti dalle scuole della Sardegna negli ultimi anni ed è un'ulteriore impoverimento per il già depotenziato sistema educativo regionale,impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a riscrivere il Piano di dimensionamento regionale in considerazione della sentenza della Corte costituzionale n. 147 del 4 giugno 2012 che certifica l'illegittimità dell'articolo 19, comma 4, della legge 15 luglio 2011, n. 111, disposizione che ha preteso l'accorpamento di decine di istituti e la soppressione di altrettante autonomie scolastiche in spregio alle esigenze del sistema scolastico regionale;
2) ad assolvere agli impegni votati all'unanimità dal Consiglio regionale lo scorso 17 novembre 2010 e, in particolare, ad aprire una seria trattativa con il Governo nazionale per un piano generale per la riqualificazione del sistema regionale della pubblica istruzione ed ad attivare i rappresentanti regionali presso la commissione paritetica di cui all'articolo 56 dello Statuto perché vengano predisposte specifiche norme di attuazione in materia di istruzione, che prevedano anche il trasferimento di risorse economiche alla Regione.Cagliari, 5 luglio 2012