CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 179
MOZIONE BARRACCIU - DIANA Giampaolo - URAS - SALIS - BEN AMARA - CAPELLI - AGUS - BRUNO - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CORDA - CUCCA - CUCCU - CUGUSI - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZUNCHEDDU sull'emergenza sanitaria e sociale causata dall'amianto in Sardegna, che ha già provocato decine di decessi tra i lavoratori esposti e continua a provocare tra di essi nuovi e gravi casi di malattia, sulla impellente necessità di far ricomprendere, nell'ambito degli atti di indirizzo ministeriali che dal 2001 regolano i benefici previdenziali per i lavoratori esposti all'amianto, tutti i siti sardi ad oggi esclusi e sulla mancata applicazione della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 22, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la legge 27 marzo 1992, n. 257 (Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto) detta disposizioni per la cessazione dell'impiego dell'amianto e prevede alcune misure di sostegno per un delimitato numero di lavoratori, occupati in imprese impegnate in processi di ristrutturazione e riconversione a seguito del divieto di utilizzare l'amianto poi estesi dalla legge 4 agosto 1993, n. 271, a tutti i lavoratori esposti all'amianto;
- gli atti di indirizzo ministeriali che dal 2001 hanno regolato i benefici previdenziali per i lavoratori esposti all'amianto individuano circa 500 siti tra cui, in Sardegna, solo le centrali elettriche Enel di Portoscuso - Fiumesanto - Sulcis e Santa Gilla, escludendo dunque, i lavoratori diretti e indiretti delle centrali elettriche di Porto Torres, Assemini, Sarroch e Ottana (a servizio dei petrolchimici), di Codrongianus (al servizio SA.CO.I.) e di Arbatax (a servizio della cartiera), oltre ad altri siti industriali e tutti i siti petrolchimici sardi dove pure l'esposizione è stata ed è devastante;
- il successivo decreto del 12 marzo 2008, attuativo dei commi 20, 21 e 22 dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 247, ha ulteriormente ridimensionato la portata della norma riducendo il numero dei siti di cui sopra a 15, e limitando l'ambito di applicazione a 4.400 lavoratori, ma neanche in questo contesto è stata mai affrontata la questione dei lavoratori sardi esposti all'amianto;
- la letteratura scientifica e tecnica ha da tempo confermato l'abbondante impiego dell'agente inquinante amianto a bordo delle navi militari, nei mezzi e nelle installazioni militari , così come pure è stato autorevolmente accertato, anche in termini epidemiologici, il crescente triste tributo in vite umane perse nel comparto difesa a causa della presenza dell'amianto in detti ambienti di lavoro e che questi sono, senza soluzione di continuità, coincidenti con gli ambienti di vita dei lavoratori impiegati nel comparto stesso;
- altri sventurati lavoratori esposti, malati e/o deceduti a causa dell'asbesto, appartengono alla categoria di lavoratori che, allo stato normativo attuale e sebbene esposti a medesimo elevato rischio morbigeno, non vedranno riconosciuti i benefici previdenziali giustamente previsti per chi ha subito il danno dell'averlo inconsapevolmente respirato;
- la legge regionale 16 dicembre 2005, n. 22, disciplina le modalità e le procedure per l'adozione del Piano regionale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell'ambiente ai fini della difesa dei cittadini e dei lavoratori dai pericoli derivanti dall'esposizione alle fibre di amianto;
- l'avviso pubblico del 28 dicembre 2011 dell'INAIL finanzia con 205 milioni di euro, di cui oltre 6 milioni di euro destinati alla imprese della Sardegna, incentivi alle imprese per la realizzazione di interventi per il miglioramento della salute e la sicurezza dei luoghi di lavoro, tra cui anche la bonifica dell'amianto;
- la Missione tutela contro gli infortuni sul lavoro e la Missione ricerca, all'interno delle linee programmatiche 2011-2014 del CIV dell'INAIL prevedono risorse, tra le altre cose, per un programma concordato di diffusione su tutto il territorio nazionale delle buone prassi di sorveglianza sanitaria relativamente agli ex esposti all'amianto, progetti di ricerca, di valutazione, monitoraggio e per la prevenzione dell'esposizione all'amianto in settori "non tradizionali";
- la delibera regionale n. 56/52 del 29 dicembre 2009 ha per oggetto il Piano d'azione ambientale regionale (PAAR 2007/2013) e ricomprende il piano di azione "Sensibilizzazione per la realizzazione di interventi di bonifica amianto" riproposto dalla successiva delibera n. 40/23 del 6 ottobre 2011 con una dotazione di risorse pari a 211.000 euro per percorsi di formazione e informazione sui rischi dovuti all'amianto e sulle modalità di controllo e smaltimento, per la stesura di procedure specifiche orientate ad un modello di raccolta organica, sicura e corretta delle piccole quantità di materiali contenenti amianto (MCA), e per la realizzazione di progetti pilota di micro raccolta;
RILEVATO che:
- è stato accertato che gli organi bersaglio che questo micidiale e subdolo cancerogeno colpisce con sufficiente evidenza, sono: il polmone, il mesotelio, la laringe e l'ovaio, e con limitata evidenza: la faringe, lo stomaco, il colon retto; in pratica, a parte gli arti, tutto l'organismo;
- ogni anno in Italia muoiono oltre 4.000 persone; dalle stime del terzo rapporto del Registro nazionale dei mesoteliomi 2010 (ReNaM), considerati esclusivamente i casi di mesotelioma, di tumori del polmone, di tumori della laringe da esposizione da amianto e i decessi per asbestosi, ogni anno l'amianto uccide intorno alle 3.000 persone, di cui oltre 1.200 per mesotelioma maligno;
- lo studio sull'origine delle esposizioni effettuato dal ReNaM, evidenzia che tra le vittime dell'amianto a causa del mesotelioma maligno con esposizione "definita", oltre ai numerosi lavoratori (69,8 per cento), ai familiari di questi (4,5 per cento) e alla popolazione che ha vissuto in prossimità di siti inquinati da amianto (4,7 per cento), spicca una percentuale sempre maggiore di vittime da esposizioni "ignote" (15,3 per cento), "improbabili"(4,2 per cento), "tempo libero, hobby" (1,4 per cento), complessivamente pari a un quinto del totale, riconducibile alla persistente presenza dell'amianto in diverse forme e luoghi della vita quotidiana, comprese le abitazioni dei cittadini;
- il Centro operativo regionale Sardegna (COR Sardegna) del ReNaM, istituito ai sensi del comma 1 dell'articolo 9 della legge regionale n. 22 del 2005 e attivo dai primi mesi del 2007, fa rilevare un trend in continua crescita individuando da 15 a 18 nuovi casi di mesotelioma all'anno, mentre nel 2008-2009 registrava mediamente 13 nuovi casi all'anno;
CONSTATATO che:
- moltissimi lavoratori ex esposti all'amianto non hanno ricevuto le dovute informazioni e quindi non hanno potuto presentare la domanda nei termini stabiliti (15 giugno 2005) dal decreto 27 ottobre 2004, attuativo dell'articolo 47 del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, nella legge 24 novembre 2003, n. 326 (Benefici previdenziali per i lavoratori esposti all' amianto) (GU n. 295 del 17 dicembre 2004);
- in Parlamento sono stati depositati una serie di disegni di legge, tra cui l'AS 2141 del 28 aprile 2010, d'iniziativa del Senatore Casson e altri (Disposizioni per la tutela e il riconoscimento di benefici previdenziali in favore dei lavoratori esposti all'amianto), il quale è sostenuto da una petizione che conta circa 11.000 firme raccolte dalle associazioni di tutta Italia, di cui 2.371 di cittadini e lavoratori sardi e un secondo disegno di legge AS 3274 del 26 aprile 2012, d'iniziativa del Senatore Casson e altri (Benefici in favore del personale militare delle Forze Armate e delle Forze di Polizia, esposto all'amianto) che, se approvati, risolverebbero con giustizia ed equità l'annosa questione amianto;
- la gran parte dei lavoratori che hanno subito gli effetti dell'esposizione all'amianto non conosce l'esistenza del beneficio della sorveglianza sanitaria gratuita anche perché non è stata avviata la prevista capillare campagna d'informazione permanente, rivolta tanto ai cittadini quanto ai lavoratori ex esposti all'amianto;
- non è stato avviato il censimento dell'amianto presente negli edifici privati adibiti a usi residenziali e delle relative pertinenze;
- nel quadriennio 2006-2009, ai sensi dell'articolo 7, commi 1 e 2 della legge regionale n. 22 del 2005, la Regione ha erogato alle province la somma di 22,551 milioni di euro e queste hanno speso, mediamente, solo l'8,84 per cento;
- a tutt'oggi gran parte degli incentivi economici, che coprono il 60 per cento delle spese sostenute per la bonifica dell'amianto, fino a massimo 5.000 euro, rivolti ai privati cittadini e alle imprese, sono fermi presso alcune amministrazioni provinciali;
- una delle cause per la quale molti cittadini non effettuano la bonifica è da riscontrarsi nell'incontrollato ed elevato costo delle bonifiche, in particolare quelle minori, i cui massimali sono notevolmente difformi da quanto riportato nella tabella allegata alla delibera n. 30/17 del 30 giugno 2009, attraverso la quale si "dovrebbe" determinare l'ammontare del contributo provinciale;
- sebbene in presenza di ben quattro discariche regionali per RCA compatto (materiali edili contenti amianto legato in matrici cementizie o resinoidi-eternit e vinil-amianto-CER 17.06.05) di cui una di queste anche per RCA friabile, nel 2007 il 61,6 per cento dei RCA rimossi ha preso la via delle discariche extraregionali mentre nel 2006 la percentuale era del 44,9 per cento;
AL FINE di:
- evitare nuovi esposti all'amianto per inconsapevolezza o per necessità, sviluppando e rafforzando la consapevolezza della pericolosità dell'amianto e fornendo strumenti adeguati per eliminarlo;
- attuare una condivisa, coordinata, efficace e incisiva azione di prevenzione primaria e secondaria e di rilevazione e riconoscimento del danno;
- rafforzare nei lavoratori e nei cittadini la percezione della vicinanza delle istituzioni ad essi e razionalizzare l'utilizzo delle risorse pubbliche disponibili;
- incentivare la buona pratica della bonifica controllata, sicura e svolta in sicurezza e al giusto prezzo, suggerendo atteggiamenti meno "confidenziali" con questo subdolo minerale altamente cancerogeno e invasivo;
- disincentivare la cattiva pratica del "faccio da me" che normalmente porta all'abbandono indiscriminato di RCA nel territorio generando pericolosissime e costosissime discariche abusive che, per la bonifica, come un cane che si morde la coda, gravano sui bilanci, già esigui, degli enti locali;
- attuare un protocollo univoco e adeguato di sorveglianza sanitaria degli ex esposti all'amianto, di ricerca e di cura con le migliori terapie disponibili e avvio d'ufficio delle pratiche burocratiche per l'accesso ai diritti risarcitori previsti,impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) ad intervenire con urgenza presso il Governo affinché vengano modificati gli atti di indirizzo ministeriali che dal 2001 regolano i benefici previdenziali per i lavoratori esposti all'amianto e affinché vengano ricompresi tutti i siti sardi in cui i lavoratori sono stati esposti all'amianto, ad oggi esclusi o parzialmente inclusi;
2) a sollecitare il rapido esame in Parlamento con successiva approvazione dei disegni di legge AS 2141 del 28 aprile 2010 e AS 3274 del 26 aprile 2012 concernenti i "Benefici previdenziali per i lavoratori esposti all'amianto, malati o deceduti a causa dell'amianto";
3) ad istituire un tavolo di lavoro permanente tecnico-politico che pervenga alla elaborazione e promozione di protocolli d'intesa tra tutti i soggetti coinvolti al fine di:
a) individuare di tutti i siti sardi in cui i lavoratori sono stati esposti all'amianto;
b) dare piena attuazione della legge regionale n. 22 del 2005;
c) elaborare le linee guida per la sorveglianza sanitaria univoca;
d) creare short-list dei bonificatori cat. 10a e 10b, trasportatori cat. 5 e gestori delle discariche che aderiscono al protocollo di intesa;
e) calmierare e controllare i prezzi di bonifica dell'amianto, individuando un preciso prezzario regionale adeguato agli interventi di bonifica, di trasporto e dei costi di smaltimento in discarica e di inertizzazione dell'amianto, stabilendo altresì gli ambiti di conferimento;
f) avviare progetti pilota di micro-raccolta, definizione delle strategie e organizzazione degli interventi e dei depositi temporanei e di stoccaggio;
g) avviare progetti di info-formazione e sensibilizzazione rivolti al comparto sanitario;
h) creare la rete di saperi, di competenze e sensibilità;
i) avviare il censimento e georeferenzazione dei siti e dei materiali contenenti amianto e de "Le Vie dell'Amianto";
j) elaborare i piani di lavoro semplificati e standardizzati (per le piccole bonifiche);
k) organizzare la Conferenza regionale amianto e partecipare attivamente alla organizzazione della seconda Conferenza nazionale amianto;
4) garantire un'informazione costante, e diffusa indirizzata ai cittadini, lavoratori, tecnici comunali, imprese e in sintonia con lo Sportello informa-attivo unico amianto, con gli uffici ambiente provinciali e comunali e con l'INAIL;
5) attivare la ricerca attiva degli ex esposti all'amianto utilizzando le banche dati degli ex esposti tenute da INAIL e da INPS, al fine di informarli dell'esistenza della possibilità di accedere a sorveglianza sanitaria gratuita, includendo anche chi ha fatto la richiesta per ottenere dei benefici previdenziali e garantendo possibilità di accesso ad eventuali richieste provenienti da lavoratori con esposizioni ora non note, e/o valutate a cura delle ASL utilizzando le banche dati dei piani di lavoro autorizzati e/o i dati presenti in letteratura del ReNaM.Cagliari, 2 maggio 2012