CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 170
MOZIONE DIANA Giampaolo - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - CAPELLI - COCCO Pietro - COCCO Daniele Secondo - CORDA - CUCCA - CUCCU - CUCCUREDDU - CUGUSI - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SECHI - SOLINAS Antonio - SANNA Gian Valerio - SORU - ZUNCHEDDU sulla necessità che si proceda con urgenza alla dismissione delle servitù militari in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
***************
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che con gli ordini del giorno n. 61 e n. 65 approvati rispettivamente nelle sedute dell'8 luglio 2011 e del 31 agosto 2011, il Consiglio regionale ha impegnato la Giunta regionale ad assumere un'iniziativa precisa presso il Governo nazionale, anche attraverso un confronto tra Stato e Regione, che consenta di rivisitare complessivamente la presenza di tutte le servitù militari in Sardegna per la loro dismissione progressiva e definitiva e contemperare le esigenze di sicurezza con quelle di tutela e di protezione previste negli strumenti di programmazione territoriale della Sardegna;
RICORDATO che:
- a partire dagli anni '50 la NATO ha assegnato all'Isola il ruolo di piattaforma addestrativa per la sua posizione periferica rispetto al punto operativo dell'apparato militare italiano ("soglia di Gorizia") e contemporaneamente sono nate le tre grandi basi addestrative di Teulada, Salto di Quirra e Decimomannu, Capo Frasca (attualmente corrispondenti a ben 35.000 ettari di territorio);
- nell'ambito dell'accordo bilaterale di "Mutua Sicurezza" stipulato tra gli Stati Uniti e il Governo italiano, con il quale i primi reclamarono delle postazioni in territorio italiano, venne dato (nel 1954) il via libera per la creazione di nuove installazioni militari, tra cui in Sardegna nei territori di La Maddalena e di Cagliari;
- la base situata nell'Isola di Santo Stefano sorge ufficialmente nell'agosto 1972 e, diversamente da ciò che stabiliva il trattato stipulato degli anni '50 secondo cui sarebbe dovuta essere un deposito carburanti, attraverso una modifica divenne il "Punto di approdo per una nave appoggio della U.S. Navy per sommergibili di attacco";CONSIDERATO che:
- con la legge n. 898 del 1976 si pone fine alla supremazia degli interessi della difesa nazionale rispetto a quelli locali tramite l'istituzione, per ogni regione italiana, di un comitato misto paritetico (Co.Mi.Pa) al cui parere devono essere obbligatoriamente sottoposte le esercitazioni militari, le nuove installazioni militari e le relative servitù ai fini di valutare la compatibilità dei programmi militari con i piani di sviluppo territoriali;
- nell'aprile del 1981 il Consiglio regionale convocò un'importante riunione per discutere sulle decisioni prese il 10 gennaio 1980 dalla Commissione di difesa della Camera per l'attuazione di un "piano per la ridislocazione delle forze armate su territorio nazionale finalizzato ad alleggerire le relative installazioni militari e servitù nelle regioni Friuli Venezia Giulia e Sardegna", a seguito della quale venne approvato un ordine del giorno nel quale si sollecitava il Governo ad attuare le decisioni prese e dove la Giunta si impegnò a convocare in tempi brevi, ed espletò nello stesso mese di aprile, una conferenza regionale sul "problema delle servitù e installazioni militari in Sardegna coinvolgendo le forze vive della società sarda e le rappresentanze istituzionali dei Comuni sardi più direttamente interessati";
- con la Conferenza nazionale sulle servitù militari del 5-6 maggio 1981 si evidenziò una forte presenza di servitù militari in Sardegna, molto più elevata rispetto a quella sul territorio nazionale, tant'è che il Governo riconobbe la gravosa situazione dell'Isola di cui diede disponibilità a farsi carico per interessarsi a un piano di redistribuzione delle servitù nel territorio nazionale e con inoltre l'impegno del Ministro della difesa a "ricercare la riduzione quantitativa e qualitativa dei gravami connessi con le esercitazioni a fuoco delle unità terrestri e aeree della Sardegna" (impegno rimasto ancora oggi inattuato);
- gli insediamenti sopra ricordati sono riconducibili ad una realtà geo-strategica e ad esigenze di difesa connesse al confronto tra il blocco occidentale e quello orientale e pertanto, essendo profondamente mutata la situazione internazionale, sono venute meno le condizioni politiche e strategiche che costituirono il presupposto di quegli insediamenti;
- il progresso tecnologico, anche in ambito militare, rende possibili modalità di addestramento e di specializzazione del personale che non necessitano di così ampie aree di territorio;EVIDENZIATO che:
- a seguito di uno dei problemi relativi alla base americana di La Maddalena legato alla compatibilità dei due impianti, visto che il deposito di carburanti è adiacente alla nave appoggio per i sommergibili nucleari, il Ministro della difesa, in visita in Sardegna nel 1986, dispose la costituzione di una commissione composta di rappresentanti del Ministero della difesa e della Regione con poteri istruttori e di proposta, con il compito di redigere una mappatura dei beni considerati dismissibili;
- la nuova legge n. 104 del 1990 ha previsto che, ogni cinque anni, venga stilato un elenco delle regioni maggiormente oberate da servitù militari (già dal primo elenco stilato la Sardegna risultò al primo posto) e inoltre l'erogazione di un contributo annuo in base alla percentuale dei gravami militari da destinare ai comuni più oberati per la realizzazione di opere pubbliche e servizi sociali laddove le esigenze militari incidono maggiormente sull'uso del territorio e sui programmi di sviluppo economico e sociale;
- il protocollo d'intesa siglato dalla Regione insieme al Ministero della difesa, nell'agosto del 1999, regolamenta gli indennizzi che sono riconosciuti non solo ai proprietari degli immobili, ma anche ai pescatori per il fermo pesca nelle zone interessate dalle esercitazioni;
- il protocollo d'intesa aggiuntivo firmato dal Presidente della Regione con il Ministero della difesa l'8 settembre del 2005 stabilisce i criteri per il calcolo dell'indennizzo aggiuntivo dovuto agli operatori economici delle marinerie di Teulada e Sant'Anna Arresi;PRESO ATTO che:
- i risultati del recente progetto di caratterizzazione ambientale del Poligono di Salto di Quirra, "hanno mostrato la sussistenza di reali impatti negativi sulle aree ad alta densità militare e zone adiacenti accanto ad ampie porzioni di territorio che non sembrerebbero interessate da significative contaminazioni" come afferma la relazione conclusiva della Commissione tecnica di esperti istituita presso il Comitato misto territoriale per l'indirizzo, l'organizzazione, coordinamento, la verifica ed il confronto delle attività e dei risultati del monitoraggio ambientale condotto nelle aree adiacenti al Poligono interforze di Salto di Quirra;
- anche in altri poligoni si sono verificate situazioni inaccettabili di grave degrado ambientale, come ad esempio nel Poligono Delta presso il Poligono di Capo Teulada, interdetto anche al personale della base, e giudicato non bonificabile dalle autorità militari;
- tali aree, restituite ai comuni di appartenenza, possono concorrere utilmente allo sviluppo economico-sociale delle comunità locali,impegna il Presidente della Regione
1) a riferire in tempi brevi sulle iniziative conseguenti e derivanti dagli impegni assunti dagli ordini del giorno n. 61 e n. 65 richiamati, iniziative e adempimenti resi ancora più urgenti dai gravi allarmi sociali che la presenza delle aree militari ha determinato a causa della percezione di rischi rilevanti per l'ambiente e la salute umana e animale e dalla limitazione nella possibilità di disegnare prospettive di sviluppo e di valorizzazione delle risorse di quei territori coinvolti;
2) a predisporre mediante protocollo d'intesa col Ministero della difesa, la realizzazione, entro tre mesi, di un piano di progressiva riduzione delle aree della Regione soggette a servitù militare, di dismissione dei Poligoni di Capo Teulada e Capo Frasca, e riqualificazione del Poligono di Salto di Quirra, procedendo comunque all'eliminazione di tutte le attività che, sulla base della valutazione dei rischi, effettuata ai sensi della legislazione vigente, risultino suscettibili di produrre danni gravi ed irreversibili alla salute umana ed animale ed all'ambiente, come nella recente mozione presentata in Parlamento dai senatori sardi del Partito democratico di cui primo firmatario il Senatore G. Scanu;
3) a procedere, d'intesa con il Ministero della difesa e fatte salve le prerogative di autonomia della Regione, alla bonifica e alla contestuale riqualificazione delle aree non più soggette a vincolo di servitù militari;
4) ad attivare tutte le iniziative possibili per garantire il finanziamento, la progettazione e l'insediamento di attività alternative di adeguato livello qualitativo come per esempio le attività relative allo sviluppo tecnologico ed all'innovazione nel campo della radaristica, microelettronica e robotica, le attività di ricerca e sviluppo di tecnologie e sistemi della filiera delle energie rinnovabili, le attività di ricerca e sviluppo in campo meteorologico, le forme di sperimentazione e monitoraggio finalizzate alla predisposizione di protocolli inerenti le condizioni di sicurezza dei militari impegnati nelle missioni internazionali, che garantiscano il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e, in prospettiva, il loro incremento;
5) all'individuazione di procedimenti diretti alla tutela delle iniziative imprenditoriali e competenze tecniche e professionali sviluppate nei territori interessati, anche correlate alle attività dei poligoni, e riconducibili a forme di riorganizzazione e riorientamento coerenti con le ipotesi di revisione e riorientamento delle attività dei poligoni stessi.Cagliari, 7 marzo 2012