CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

Mozione n. 156

MOZIONE BARRACCIU - CUCCA - DIANA Giampaolo - URAS - SALIS - SABATINI - PORCU - SANNA Gian Valerio - AGUS - BEN AMARA - BRUNO - CAPELLI - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CORDA - CUCCU - CUGUSI - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZUNCHEDDU sull'avanzata fase di definizione da parte della Commissione europea di questioni di importanza strategica per la Sardegna riguardanti la disciplina delle principali politiche europee di programmazione e sviluppo successive al 2013, e in particolare della politica di coesione, politica agricola, rete transeuropea, accordo "Piano azione e coesione" siglato dal Ministro Fitto e dal commissario europeo Hahn, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- la Sardegna versa in uno stato di crisi che i dati indicano acuirsi sempre più, incidendo in maniera drammatica sui livelli produttivi ed occupazionali, registrando altissimi tassi di mortalità delle imprese e andamenti disastrosi di tutti i settori produttivi;
- dalla manovra finanziaria regionale 2012 si evince in materia drammatica, e peggio che nelle precedenti leggi finanziarie, l'assenza di risorse significative destinate alle politiche di sviluppo della Regione;
- la maggior parte delle politiche vengono oramai definite e finanziate in sede europea e ciò impone che il governo regionale presidi sulla politica dell'Unione europea e incida sulle decisioni europee affinché vengano tutelati gli interessi della nostra Regione in termini finanziari e di opportunità di crescita e di sviluppo;
- in queste settimane, a livello europeo si stanno discutendo questioni di importanza strategica anche per la nostra Isola e sono in fase avanzata di definizione, da parte della Commissione europea, gli atti legislativi per la disciplina delle principali politiche europee post 2013;

VISTO che:
- il 6 ottobre 2011 la Commissione europea ha pubblicato il pacchetto legislativo recante le disposizioni comuni per la riforma degli strumenti a finalità strutturale post 2013 (tra cui la proposta di regolamento COM (2011) 615), che finanzieranno la politica di coesione 2014-2020;
- il 12 ottobre 2011 la Commissione europea ha adottato una serie di proposte legislative per la riforma della Politica agricola comune (PAC) valida per il periodo 2014-2020 le quali mantengono l'attuale struttura a due pilastri della PAC, con una dotazione finanziaria per ciascun pilastro invariata, in termini nominali, ai livelli del 2013, che tra gli elementi di novità introduce la cosiddetta "convergenza" che ha l'obiettivo di collegare la distribuzione delle risorse fra gli stati membri alle superfici agricole nazionali per la riduzione degli squilibri attualmente esistenti tra gli stati e le regioni di ciascuno stato;
- il 19 ottobre 2011 la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento COM (2011) 650 contenente gli orientamenti per la nuova rete trans europea dei trasporti che individua le priorità per il periodo 2014-2020, dalla quale è stata esclusa la nostra Isola;

CONSIDERATO che:
- l'articolo 174 del Trattato di Lisbona stabilisce le condizioni per il finanziamento della politica europea di coesione finalizzata a colmare il divario di sviluppo tra le regioni e finanziata con i cosiddetti fondi strutturali e individua le regioni insulari tra quelle a cui prestare una particolare attenzione;
- tale riconoscimento normativo della condizione di insularità quale grave e permanente svantaggio naturale pone le basi per avviare una nuova e più consapevole fase negoziale con le istituzioni europee finalizzata ad ottenere maggiori risorse, infrastrutture ma anche condizioni particolari di applicazione dei regolamenti comunitari, tra cui quelli relativi agli aiuti di Stato, al patto di stabilità e alla fiscalità di vantaggio;
- l'articolo 170 del Trattato di Lisbona prevede che per contribuire all'attuazione degli obiettivi di coesione di cui all'articolo 174 l'Unione europea "concorre alla costituzione e allo sviluppo di reti trans europee nei settori delle infrastrutture dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell'energia" tenendo conto "in particolare della necessità di collegare alle regioni centrali dell'Unione europea le regioni insulari";

CONSTATATO che:
- per quel che riguarda la politica di coesione:
- nella proposta di riforma della politica di coesione, per il nuovo periodo di programmazione 2014-2020, vengono rivisti gli obiettivi e inserita una nuova categoria intermedia di regioni a cui attribuire sostegno differenziato qualora il PIL sia superiore al 75 per cento ma non superiore al 90 per cento della media comunitaria, al fine di attenuare le differenze tra le regioni più sviluppate e quelle meno sviluppate;
- l'introduzione di questo obiettivo di transizione e nel quale rientrerebbe anche la Sardegna (al momento collocata nell'obiettivo "Competitività regionale e occupazione" sia pur in regime di phasing in) potrebbe garantirle un trattamento più giusto e in linea con il proprio livello di sviluppo economico, come sostenuto dal Consiglio regionale con la risoluzione n. 21 del 27 gennaio 2011;
- le regioni interessate alla creazione di un nuovo obiettivo transitorio "categoria intermedia" di regioni (Sardegna, Molise, Basilicata e Abruzzo), hanno assunto una posizione comune nell'ambito del primo Forum sulla coesione economica, sociale e territoriale, a fine gennaio 2011, utilizzando come riferimento la risoluzione del Consiglio regionale sardo;
- il nuovo obiettivo transitorio "categoria intermedia" potrebbe, in parte, risarcire la Sardegna dall'ingiusta uscita dall'obiettivo 1 dovuta a calcoli meramente statistici e non ad un reale recupero del divario di sviluppo rispetto alle altre regioni;
- il Governo italiano ha formalizzato invece la seguente posizione: "L'Italia non ritiene che sia necessario introdurre una categoria intermedia di regioni nell'architettura della politica di coesione. Le regole attuali di eleggibilità dei territori e di allocazione delle risorse, che assicurano la concentrazione delle risorse nelle regioni più arretrate vanno mantenute", ribadita anche dall'allora Ministro per i rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, al Commissario dell'Unione europea per la politica regionale, Johannes Hahn, in occasione della presentazione dei nuovi regolamenti della politica di coesione 2014-2020;
- il Presidente della Regione in una dichiarazione alla stampa si è detto favorevole alla categoria intermedia di regioni, ma allo stesso tempo ha dichiarato di condividere le scelte del Ministro Fitto;
- la posizione per il riconoscimento di un sostegno differenziato in considerazione delle caratteristiche geografiche e demografiche deve essere sostenuta sia politicamente, a livello nazionale ed europeo, sia attraverso gli strumenti di partecipazione al processo normativo europeo previsti dall'ordinamento, elaborando osservazioni sul pacchetto legislativo sulla politica di coesione 2014-2020 entro il mese di dicembre, allorquando la Commissione europea provvederà ad avviare la formalizzazione dei nuovi regolamenti sulla politica di coesione 2014-2020;
- per quel che riguarda la politica agricola:
- la proposta di riforma della PAC post 2013 formulata dalla Commissione europea introduce un nuovo parametro per l'attribuzione dei premi agli agricoltori che modifica in maniera radicale l'attuale distribuzione delle risorse;
- nella proposta di regolamento, infatti, l'Unione europea utilizza la superficie agricola come parametro di riferimento per la redistribuzione degli aiuti ed azzera i criteri storici (basati in particolare sulla produzione) con un vantaggio per la Sardegna che, in base ad una simulazione pubblicata dal Sole 24 ore, vedrebbe un incremento del premio per gli agricoltori sardi di oltre il 120 per cento, con un corrispondente forte decremento del premio per le regioni italiane più produttive;
- il Governo italiano (documento MIPAAF del 22 febbraio 2011) ha assunto una posizione di forte contrarietà all'introduzione del parametro della superficie confermata anche dal nuovo ministro delle politiche agricole Mario Catania auspicando invece il mantenimento di quello storico basato sulla produzione lorda vendibile;
- le regioni del centro nord continuano ad esercitare forti pressioni sul governo nazionale ed a livello europeo in difesa della loro agricoltura e dunque dei criteri storici della PAC;
- per quel che riguarda la rete transeuropea:
- la proposta di regolamento sugli orientamenti dell'Unione europea per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti per il periodo 2014-2020 esclude la Sardegna, negandole la possibilità di dotarsi di una connettività plurimodale (strade, autostrade, ferrovie, porti ed aeroporti) e di essere integrata nelle autostrade del mare, fondamentali per l'accessibilità all'Isola ed imprescindibili per il raggiungimento della coesione economica, sociale e territoriale prevista dagli articoli articolo 170 e 174 del trattato dell'Unione europea;
- la Commissione europea nelle "Prospettive finanziarie 2014-2020 - Un bilancio per la strategia 2020" individua l'elenco preliminare dei corridoi europei della mobilità e dei progetti relativi alla rete principale di trasporto, finanziato con 50 miliardi di euro;
- le regioni italiane si sono immediatamente mobilitate affinché i propri territori fossero ricompresi nella mappa dei corridoi transeuropei e in particolare Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia, inizialmente escluse dal corridoio n. 5, hanno portato avanti una straordinaria pressione politica che ha coinvolto il Governo, gli europarlamentari italiani, i parlamentari delle singole regioni ed i presidenti delle regioni riuscendo ad ottenere la revisione della proposta e il loro inserimento nelle reti;
- con grave ritardo, e comunque dopo la comunicazione formale della Commissione europea sulla nuova mappa dei corridoi transeuropei, e quindi dopo la pubblicazione della proposta di regolamento, il 21 ottobre 2011, l'Assessore regionale dei trasporti ha "preannunciato un'iniziativa della Regione Sardegna che coinvolgerà le altre regioni escluse per la revisione immediata dei corridoi marittimi europei con l'obiettivo di reintegrare l'Isola nelle principali direttrici di traffico via mare da cui al momento è stata esclusa";
- in relazione all'accordo Piano azione e coesione siglato dal Ministro Fitto e il Commissario europeo Hahn:
- il preoccupante ritardo nell'utilizzo dei fondi comunitari (in particolare FESR) denunciato dal Commissario europeo Johannes Hahn nel maggio 2011 in una lettera inviata alla Regione è stato comprovato dai dati del monitoraggio IGRUE al 31 maggio 2011 e dalla riunione del 24 giugno 2011 del Comitato di sorveglianza sullo stato di attuazione del POR Fers Sardegna 2007-2013 ed è sfociato nella rimodulazione della programmazione stabilita con la delibera della Giunta regionale del 20 luglio 2011;
- il grave ritardo nella spesa dei fondi europei con il conseguente rischio di restituzione delle risorse non certificate alla data del 31 dicembre 2011 ha portato l'Unione europea ad intervenire sul Governo nazionale imponendo un piano denominato "Piano di azione coesione" firmato dall'allora Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, Raffaele Fitto, e dal Commissario europeo Johannes Hahn il 7 novembre 2011 a seguito della condivisione con le interessate regioni italiane tra cui la Sardegna;
- tale piano prevede l'abbassamento della quota di cofinanziamento nazionale sui fondi strutturali 2007-2013 e conseguentemente la diminuzione del target di spesa certificata da raggiungere al 31 dicembre 2011 che a sua volta comporta di fatto che ingenti risorse nazionali vengano svincolate per essere poi riprogrammate e spese entro un vincolo temporale di dieci anni su quattro priorità: istruzione, occupazione, agenda digitale e ferrovie/reti;
- nella prima settimana di novembre 2011 il Presidente Cappellacci dichiara agli organi di stampa la sua piena condivisione del Piano e delle priorità individuate dichiarando inoltre che il Ministro Fitto avrebbe positivamente accolto la proposta della Sardegna di assumere come priorità anche altri due obiettivi strategici per il modello sviluppo sardo: l'ambiente e l'energia e sottolineando che le risorse nazionali svincolate dai PO verrebbero riprogrammate tenendo conto del principio di territorialità, senza però specificare se queste verranno destinate nella stessa misura alle medesime regioni;
- in data 15 novembre 2011 il Piano di azione coesione è stato inviato dal Ministro per gli affari regionali e la coesione territoriale al Commissario europeo per le politiche regionali e in data 21 novembre 2011 il Piano è stato pubblicato sul sito del Ministero dello sviluppo economico con il dettaglio degli obiettivi e delle azioni dal quale si evince che la Sardegna è esclusa da ogni previsione circa l'istruzione e le ferrovie/reti rientrandovi esclusivamente per l'agenda digitale (progetto già presentato dalla Regione e in corso di esame da parte della Commissione) e in minima parte per finanziamento del credito di imposta - occupazione, e sono inoltre totalmente ignorati i temi energia ed ambiente sollecitati dal Presidente della Regione;
- ai sensi dell'articolo 3, comma 2, e dell'articolo 16, commi 2, 3 e 4, della legge regionale n. 13 del 2010 ogni decisione circa la revisione delle priorità e dei programmi operativi regionali necessita di un preciso atto di indirizzo da parte del Consiglio regionale o perlomeno di informazioni ufficiali e precise sulle trattative in corso che non possono certo essere sostituite da fumose comunicazioni a mezzo stampa;

PRESO ATTO che:
- la Regione dispone di tutti gli strumenti giuridici che consentono di esprimere la propria posizione e formulare osservazioni sulle proposte dell'Unione europea che riguardano questioni di interesse regionale prima che gli atti vengano approvati in via definitiva;
- in base all'articolo 117 della Costituzione italiana, alla legge n. 11 del 2005, alla legge regionale n. 13 del 2010 la Regione partecipa al processo legislativo europeo, sia nella fase ascendente sia in quella discendente;
- l'articolo 3 della legge regionale n. 13 del 2010 (al momento totalmente inattuata) prevede il massimo raccordo nella Regione sulle questioni europee e di rilievo internazionale e che la Giunta regionale informi il Consiglio regionale nel merito di ogni aspetto dell'attuazione delle politiche europee, dei negoziati in corso e di tutte le iniziative intraprese o da intraprendere in ambito europeo e internazionale;
- l'articolo 4 della legge di cui sopra prevede che "La Regione partecipa alla formazione degli atti dell'Unione europea" e che "il Consiglio e la Giunta regionale formulano osservazioni sui progetti di atti dell'Unione europea",

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) ad informare compiutamente il Consiglio regionale su tutte le iniziative intraprese affinché la Regione partecipi attivamente alla definizione delle politiche europee post 2013, sui risultati conseguiti e sulle questioni in via di definizione;
2) ad assumere tutte le iniziative idonee affinché la Regione partecipi direttamente, in tutte le forme previste, alle negoziazioni relative alla nuova politica di coesione 2014-2020 pretendendo il riconoscimento dell'insularità, a norma dell'articolo 174 del Trattato di Lisbona, quale presupposto per ogni possibile ipotesi di sviluppo;
3) a tutelare la posizione della Regione nei confronti del Governo italiano, fino ad oggi avverso alle posizioni espresse dal Consiglio regionale, per il riconoscimento delle regioni intermedie, da cui la Sardegna ricaverebbe indubbio vantaggio;
4) ad assicurarsi tutte le garanzie perché le risorse nazionali eventualmente svincolate in seguito all'applicazione del Piano di azione coesione siano destinate effettivamente alla Sardegna e non, più genericamente, alle regioni del sud;
5) ad avviare l'istruttoria finalizzata a individuare le priorità relative al trasporto ferroviario in Sardegna;
6) ad attivare ogni possibile azione sul Governo nazionale e sulla Commissione dell'Unione europea a sostegno della proposta della Commissione intorno ai nuovi parametri di riferimento nei regolamenti della nuova PAC;
7) a spendersi con immediatezza e con tutti gli strumenti in suo possesso, giuridici e politici, presso il Governo italiano e la Commissione europea perché la Sardegna venga ricompresa tra i corridoi trans europei e in particolare nelle autostrade del mare,

richiama la giunta regionale

al rispetto della legge regionale n. 13 del 2010 (Disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione autonoma della Sardegna e modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1996, n. 12).

Cagliari, 23 novembre 2011