CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

Mozione n. 149

MOZIONE SALIS - COCCO Daniele Secondo - MARIANI sulla necessità di fronteggiare la situazione di emergenza determinata dall'attività di riscossione della Equitalia Sardegna Spa ed il preannunciato intento dell'ente di riscossione di scindersi in tre società autonome volte alla gestione di tre diverse macroaree geografiche nazionali.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

VISTE le ultime dichiarazioni apparse sugli organi di stampa in merito all'intento dell'Equitalia Spa di scindersi in tre diverse autonome società, volte a spartirsi lo scettro dell'oppressione fiscale in tre macroaree geografiche nazionali;

PRESO ATTO che:
- secondo quanto riportato dagli organi di stampa, le aree geografiche nazionali, teatro dell'intervento al massacro da parte dell'Equitalia, saranno Nord, Centro e Sud;
- la Sardegna, contrariamente alla logica ed alle aspettative, non sarà inserita nell'area meridionale, ma in quella centrale, tra regioni come l'Emilia Romagna e la Toscana;
- perfino il Ministro dell'economia e finanze si è finalmente reso conto della farraginosità e "crudeltà" del sistema fiscale italiano, che continua ad accanirsi contro i deboli, lasciando integra ed indisturbata la vasta area dei grandi evasori;

PREMESSO che:
- il manifestato intento dell'Equitalia di inserire la Regione sarda nell'area di appartenenza di regioni ricche, quali l'Emilia Romagna e la Toscana, appesantirebbe maggiormente la posizione della nostra terra;
- tale scelta metterebbe la Sardegna sullo stesso piano di regioni non caratterizzate dalla sue stesse criticità;
- nel confronto con queste aree più ricche risulterebbero, inevitabilmente, amplificate le insolvenze forzate di tanti contribuenti nell'Isola;
- verrebbe meno, perlomeno in questo caso, il divario tra nord e sud, divario preso in considerazione dallo stesso legislatore per l'ambito degli studi di settore, per il nuovo redditometro, per la fiscalità di vantaggio destinata al Mezzogiorno e quanto altro;
- tale iniziativa avrebbe, per la nostra Isola, conseguenze drammatiche;

CONSTATATO che:
- le aziende sarde indebitate con il fisco ammontavano, al 31 dicembre 2010, a 64.104 su un attivo di 160.000 imprese presenti sul territorio, ossia il 40 per cento delle stesse era gravata da debiti verso l'erario ed il dato risulta purtroppo in costante aumento;
- alla stessa data l'esposizione debitoria delle imprese sarde, tradotta numericamente, ammontava ad un totale di 3 miliardi e 516 milioni di euro;
- 2.351 aziende sarde non sono riuscite a fronteggiare la forte ed incontrollata pressione fiscale e hanno dovuto dichiarare fallimento;
- i numeri del 2011 sono tutt'altro che confortanti;
- molti imprenditori sardi, in particolare piccole e medie imprese artigiane ed aziende agricole a conduzione familiare, raggiunti dalle cartelle di riscossione emesse dalla Equitalia Sardegna non sono in grado, a causa della gravissima crisi in atto, di far fronte a questa incontrollata pressione fiscale;
- nel nostro territorio, la primaria causa di fallimento è costituita proprio dall'impossibilità a fronteggiare il debito fiscale;

CONSIDERATO che:
- il sistema di riscossione delle imposte, così come articolato, attribuisce all'ente incaricato un potere incontrollato e potenzialmente lesivo;
- questo potere, dati i presupposti, è volto ad aumentare, a danno dei contribuenti;
- il ritardo nei pagamenti genera costi in capo al contribuente, già pesantemente gravato dal carico fiscale, che determinano un aumento del debito nella misura, anche, del 30-40 per cento rispetto al debito iniziale;
- sul capitale iniziale vengono calcolati, dalla società di riscossione, interessi in misura differente da quella legale, con la pesante aggiunta di non meglio specificati "oneri accessori" e costi di riscossione;
- nonostante l'Equitalia sia una Spa a partecipazione pubblica, o meglio il suo capitale sociale sia controllato interamente da soggetti di diritto pubblico, parrebbe che, con le metodologie di riscossione attuate, essa ponga in essere una attività speculativa e lucrativa alla pari o addirittura superiore ai soggetti di diritto privato;
- per come l'intervento Equitalia è attualmente normato, quest'ultima, nell'esercizio del suo potere, ha la possibilità, in assenza di contraddittorio con il contribuente e senza preavviso alcuno, di iscrivere ipoteca sui beni dei malcapitati, di bloccare i conti correnti bancari, di porre i fermi amministrativi sui mezzi di proprietà dei cittadini morosi;
- per esempio, nella sola città di Sassari sono previsti pignoramenti per 12.500 immobili e fermi amministrativi per 20.000 veicoli;
- tali metodi coercitivi appaiono essere sproporzionati rispetto all'entità del debito e volti, data l'assenza di liquidità da parte delle "vittime", a mettere all'asta immobili di grande pregio accaparrabili da facoltosi personaggi a prezzi inferiori a meno della metà del loro effettivo valore;

RILEVATO che:
- Equitalia Spa, società costituita per combattere l'evasione fiscale, esplica invece la propria attività quasi esclusivamente nella vessatoria persecuzione degli errori compiuti proprio dai cittadini che le tasse le pagano;
- il comportamento dell'Equitalia appare essere iniquo ed ingiusto, nonché violativo delle norme costituzionali in materia di eguaglianza;
- invero, sulle somme dovute dal contribuente all'erario vengono calcolati, in caso di ritardo nei pagamenti, costi aggiuntivi estremamente onerosi mentre altrettanto non viene fatto allorquando a vantare il credito sia il cittadino nei confronti dello Stato;

EVIDENZIATO che:
- gli imprenditori bersagliati dall'Equitalia, bollati come cattivi pagatori, perdono persino il diritto di accesso al credito bancario, trovandosi nella prevedibile impossibilità di costituire la liquidità per fronteggiare gli esborsi pretesi dalla società stessa, con la conseguenza spesso inevitabile della dichiarazione di fallimento per tantissime attività;
- lo stesso amministratore delegato di Equitalia, come emerge dalle dichiarazioni riportate da diversi organi di informazione, ha dichiarato che solo le forze politiche possono intervenire al fine di arginare il fenomeno;

RITENUTO che un mancato e tempestivo intervento da parte degli organi di governo statali e regionali, soprattutto a favore delle piccole e medie imprese, delle aziende agricole e delle famiglie mono reddito, potrebbe tradursi in un tracollo economico e sociale dell'intera Isola, determinando inevitabili tensioni sociali, forme di protesta, con elevata difficoltà di recupero,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale:

1) ad intervenire tempestivamente, presso il Governo italiano, senza ritardo alcuno, al fine di far sì che, nell'eventualità in cui l'iniziativa di Equitalia di scindersi in tre diverse società dovesse concretizzarsi, la Sardegna venga inserita nell'area geografica del Sud;
2) ad intervenire tempestivamente, presso il Governo italiano, senza ritardo alcuno, al fine di chiedere ed ottenere, a favore delle piccole e medie imprese sarde, nonché a favore dì commercianti, pastori ed agricoltori con esposizione debitoria nei confronti del fisco, una moratoria di un anno;
3) a sollecitare l'emissione di un provvedimento legislativo che riveda le modalità di calcolo delle sanzioni da parte della Equitalia Spa, stabilendo obbligatoriamente gli interessi al tasso legale ed eliminando tutte le voci relative a costi e oneri aggiuntivi, nonché aumentando il periodo massimo di estinzione del debito attualmente attestato a 72 mensilità;
4) ad intervenire presso il Governo italiano affinché, data l'emergenza che sta vivendo il territorio sardo, vengano revocati tutti i provvedimenti di fermo amministrativo disposti su mezzi necessari per lo svolgimento di attività lavorativa o provvedimenti disposti su veicoli che rappresentino l'unico mezzo di trasporto della famiglia;
5) a valutare, dati i risultati negativi maturati dall'Equitalia Sardegna Spa, controllata dalla Equitalia Spa, l'opportunità di attivare l'autonoma capacità di imposizione e di riscossione delle imposte, prevista dall'articolo 9 del vigente Statuto, con la creazione di un apposito ente di riscossione sardo.

Cagliari, 21 ottobre 2011