CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

Mozione n. 117

MOZIONE BARRACCIU - BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sulla problematica situazione del settore dello spettacolo in Sardegna e sulle inadempienze relative alle disposizioni della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- la lettera m) del comma 1 dell'articolo 4 dello Statuto sardo, nei limiti dei principi stabiliti dalle leggi dello Stato, conferisce alla Regione la competenza di disciplina legislativa in materia di spettacoli pubblici;
- la legge regionale 6 dicembre 2006, n. 18, disciplina le attività di spettacolo in Sardegna predisponendo un quadro normativo organicamente strutturato e coerente con l'esercizio di una politica culturale dell'ente regionale;

RISCONTRATO che:
- lo spettacolo dal vivo è arte che indaga nei linguaggi dell'identità e della contemporaneità veicolando idee e contenuti necessari alla crescita culturale, sociale, economica e spirituale di un popolo e necessita dell'impulso pubblico per poter garantire la propria crescita assieme a quella del territorio e delle collettività in cui opera;
- lo sviluppo culturale, la programmazione e valorizzazione della qualità artistica, l'ampliamento dell'offerta culturale anche attraverso l'incentivazione di progetti di eccellenza, il coinvolgimento delle forze sociali e la formazione del pubblico, la distribuzione dell'offerta culturale, la circuitazione degli eventi, l'innovazione, le finalità educative e turistiche dello spettacolo sono obiettivi dell'azione regionale;

CONSTATATO che:
- l'intervento dello Stato nella cultura è diminuito, negli ultimi cinque anni, di oltre il 30 per cento e solo nell'ultimo anno, tra il 2010 e il 2011, la dotazione del Ministero per i beni e le attività culturali è stata ridotta del 14,6 per cento, passando da 1.710 a 1.459 milioni di euro; a ciò si sommano: il tracollo del Fondo unico per lo spettacolo, che nel 2011 raggiunge il suo minimo storico con un taglio del 43,52 per cento; la riduzione dei trasferimenti statali per il 2011 di 4 miliardi alle regioni, di 300 milioni alle province e di 1,5 miliardi ai comuni; ulteriori norme che impediscono agli enti locali di spendere le risorse dei loro bilanci;
- l'effetto dei tagli predisposti dal Governo nazionale si traduce nella perdita di circa 220.000 posti di lavoro e compromette la sopravvivenza di moltissime imprese e attività culturali;
- in Sardegna, la legge finanziaria 2011 ha diminuito ulteriormente, di circa 2 milioni di euro, i fondi destinati al settore dello spettacolo i quali, dopo il taglio regionale di circa il 10 per cento nel 2010, si assesterebbero oggi intorno ai 8,6 milioni di euro, mettendo in seria difficoltà la sopravvivenza delle 124 aziende che operano nel settore;
- il settore dello spettacolo in Sardegna rappresenta un comparto economico importante che impegna oltre 2.000 persone in termini di occupazione diretta che, con l'indotto, arriva a circa 3.000 unità;
- al comparto dello spettacolo è da ricondurre anche l'ampio indotto costituito dalle attività di promozione, pubblicità, trasporti, ristorazione, accoglienza, le cui ricadute sono importanti in termini sia occupazionali sia di produzione di reddito;

CONSIDERATO che:
- nelle more delle direttive di attuazione della legge regionale n. 18 del 2006, l'Amministrazione regionale non esercita ancora, a cinque anni dall'approvazione della legge, le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo del settore e pertanto anche l'assegnazione dei contributi da parte della Giunta regionale procede, scollegata da qualsiasi progetto di politica culturale, adeguando con proprie delibere e fuori da qualsiasi necessario principio di ratio amministrativa e legislativa, disposizioni normative ormai datate;
- a fronte dell'impiego di risorse pubbliche, non esistono strumenti attendibili di monitoraggio delle attività né vengono utilizzati indicatori di risultato trasparenti e conformi a quelli ministeriali ed europei;
- la legge n. 18 del 2006, paradossalmente anche grazie alle difficoltà riscontrate nell'applicazione delle sue parti più innovative, che necessitano di alcune modifiche di ordine tecnico, ha fatto emergere la vitalità e la complessità di un settore da sempre marginalizzato e, prima della legge, ridotto, in una logica meramente burocratica, ad un'uniformità artificiosa e svilente;

SOTTOLINEATO che il settore dello spettacolo in Sardegna ha a più riprese manifestato in molteplici forme l'esigenza che, da un lato, venga finalmente applicata la legge del 2006 in modo che l'intero comparto sia incluso all'interno di un assetto istituzionale e organizzativo più efficace e la Regione eserciti finalmente le competenze di programmazione, valorizzazione, promozione e monitoraggio delle attività a cui è tenuta, e che, dall'altro lato, si proceda invece alla modifica di alcuni punti della legge, quali i criteri di accesso al Registro degli organismi di rilevanza regionale previsto dall'articolo 7 e altre previsioni non corrispondenti in toto alla realtà regionale o non del tutto coerenti da un punto di vista procedurale;

RILEVATO che:
- a tutt'oggi la Regione non ha ancora provveduto a predisporre il "Documento di programmazione regionale dello spettacolo", definito dall'articolo 3 della legge regionale n. 18 del 2006, che si deve inserire in modo organico nell'ambito della programmazione complessiva delle politiche regionali;
- l'istituito Comitato regionale per le attività di spettacolo, organo di consultazione del settore previsto dall'articolo 5 della legge regionale n. 18 del 2006, necessita di essere rivisitato nella sua composizione al fine di soddisfare una rappresentanza più adeguata alla pluralità del comparto, anche di ordine territoriale;
- l'Osservatorio regionale dello spettacolo, istituito ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006, non ha ancora reso noti e pubblici i dati utili a conoscere e interpretare correttamente la realtà isolana dello spettacolo;

APPURATO che:
- i fondi europei riservati al settore nell'ambito del POR - FESR 2007-2013 Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, sono ad oggi bloccati, determinando un'ulteriore penalizzazione del sistema nel suo complesso e ritardi inaccettabili nella spendita delle risorse europee,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a definire una politica culturale regionale che incoraggi la creazione artistica e l'innovazione, sostenga l'emergere di nuovi organismi artistici, la circuitazione e la diffusione delle opere, la formazione del pubblico e salvaguardi il lavoro di tutti gli operatori del comparto;
2) ad esercitare in maniera organica le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo del settore dello spettacolo redigendo al più presto il Documento di programmazione regionale come definito dall'articolo 3 della legge regionale n. 18 del 2006;
3) a rendere pubblici i dati raccolti dall'Osservatorio regionale dello spettacolo ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006;
4) a ripristinare in bilancio la dotazione finanziaria destinata alle attività di spettacolo al fine di scongiurare perdite di posti di lavoro;
5) a porre in essere tempestivamente tutte le procedure per rendere disponibili e spendibili i fondi POR - FESR 2007-2013, Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, destinati al sostegno e alla valorizzazione delle imprese legate all'economia della creatività, dell'arte e dello spettacolo.

Cagliari, 23 marzo 2011