CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 95
MOZIONE ESPA - BRUNO - URAS - SALIS - CARIA - MARIANI - MELONI Valerio - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - LOTTO - MANCA - MELONI Marco - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU con richiesta di modifica dei nuovi criteri penalizzanti introdotti dalla deliberazione della Giunta regionale n. 34/30 del 2010 "progetti personalizzati per persone in situazione di handicap grave ai sensi della legge n. 162 del 1998", con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che il 18 ottobre 2010 è stata approvata la deliberazione della Giunta regionale n. 34/30 sulla modifica dei criteri per la predisposizione e l'erogazione dei finanziamenti dei piani di sostegno personalizzati di cui alla legge n. 162 del 1998;
CONSIDERATO che:
- i finanziamenti erogati nel corso degli anni dall'Amministrazione regionale per finanziare i progetti personalizzati ammontano a:
Anno
Piani presentati
Piani finanziati
Finanziamenti erogati
2000
353
123
1.337.965
2001
688
580
4.155.265
2002
1.648
1.524
10.516.445
2003
2.618
2.344
13.463.000
2004
5.245
3.461
24.236.787
2005
7.061
6.087
30.885.445
2006
9.222
9.222
41.984.556
2007
16.895
16.895
64.803.901
2008
25.597
25.597
105.304.051
2009
28.351
28.351
116.631.347
e che nella delibera succitata viene individuata una dotazione di risorse pari a euro 91.500.000 per l'anno 2010;
- la Giunta regionale ha deciso di modificare i criteri per l'erogazione dei finanziamenti in senso fortemente restrittivo come anche motivato nella stessa delibera dove si legge che "si rende necessario individuare nuovi parametri che permettano di soddisfare i bisogni assistenziali all'interno degli stanziamenti dedicati" euro 91.500.000 contro gli oltre euro 116.000.000 dello scorso anno, con una riduzione di oltre euro 25.000.000;
- questo modo di procedere ha di fatto ridotto d'ufficio il punteggio attribuibile a migliaia di persone con disabilità che vedranno improvvisamente tagliata la propria quota di finanziamento senza alcun motivo reale, eventualmente dovuto ad una riduzione della situazione di handicap grave, ma solo perché la Giunta regionale ha ritenuto di modificare i criteri allo scopo di dover restare all'interno di un budget prefissato notevolmente inferiore a quello dello scorso anno;
- le persone che potrebbero avere il finanziamento ridotto nei casi più gravi (in base ad una nostra previsione applicando i nuovi criteri della Giunta regionale sui casi dello scorso anno circa l'86 per cento dei progetti personalizzati subirebbe un taglio, l'8 per cento resta invariato e solo il 6 per cento dei progetti aumenterebbe le proprie risorse) sono a rischio di istituzionalizzazione, ovvero le famiglie con meno ore di assistenza potrebbero rivolgersi alle strutture residenziali che costano alle casse pubbliche da 4 a 10 volte in più rispetto ad un progetto personalizzato ai sensi della legge n. 162 del 1998 (che come è noto è incompatibile con qualsiasi forma di residenzialità);SOTTOLINEATO inoltre che i nuovi criteri di cui alla deliberazione della Giunta regionale del 18 ottobre 2010 evidenziano alcune carenze e creano grandi perplessità in quanto:
- costringono le persone per la prima volta a pagare il certificato medico per la compilazione della scheda salute (un nuovo onere da 900.000 a 2.000.000 di euro a carico delle persone e delle loro famiglie);
- tolgono il diritto (diviene solo una possibilità) della presentazione del progetto personalizzato ai bambini da zero a tre anni con disabilità grave, sottoponendoli paradossalmente al giudizio del medico e questo subito dopo che una commissione medica collegiale aveva già certificato lo stato di handicap grave;
- a causa della riduzione dei finanziamenti di 25.000.000 di euro, rischiano di perdere il posto di lavoro, seppur part-time, da 2.500 a 3.000 lavoratori del settore;
- nessun vantaggio reale per la presenza di più disabili nello stesso nucleo familiare, il tetto massimo di finanziamento rimane invariato (20 mila euro) mentre è stata eliminata la priorità del finanziamento;
- c'è una penalizzazione arbitraria e, si ritiene, antisindacale di chi usufruisce dei permessi della legge n. 104 del 1992, che tocca incredibilmente i diritti dei figli o genitori gravemente disabili dei soli lavoratori dipendenti e che penalizza fortemente le mamme o i padri lavoratori dipendenti che hanno un figlio con grave disabilità e vogliono usufruire dell'estensione fino a tre anni dell'aspettativa per maternità;
- le persone con alta gravità, in base ai criteri di quest'anno, classificate con un punteggio da 80 a 89 su una scala da 0 a 100, vedono incomprensibilmente ridotto il loro budget di 1.500 euro;
- vengono ridotti fino al 50 per cento i punteggi massimi per le persone che sono in situazione di disabilità dalla nascita e di coloro che hanno zero o un'ora di servizi pubblici alla settimana;
- vengono penalizzati i progetti di tutti coloro che pur in situazione di handicap grave, hanno iniziato percorsi di vita indipendente, con il rischio che senza adeguato supporto possano ritornare ad un mero assistenzialismo, come in passato.RILEVATO che:
- l'attuazione della legge n. 162 del 1998 in Sardegna, sicuramente migliorabile, è un'esperienza positiva ed innovativa, perché prevede la coprogettazione di piani personalizzati di sostegno tra persone con disabilità e loro famiglie e le istituzioni, e la possibilità della scelta degli operatori professionali da parte dei diretti interessati;
- la stessa esperienza sarda è ormai diventata una buona pratica di eccellenza nazionale e internazionale, come dimostrano gli studi e le recenti pubblicazioni (il modello sardo è stato indicato tra le 5 buone prassi scelte in tutta Italia) nel Rapporto di monitoraggio del piano d'azione nazionale per l'inclusione sociale 2003-2005 a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, e come buona pratica di "welfare plurale sociale" è stata oggetto di ricerca da parte dell'Osservatorio nazionale ministeriale sulla famiglia, che ha pubblicato il libro, editrice F. Angeli, BP Buone pratiche e servizi innovativi per la famiglia; ancora è stata oggetto di seminari e ricerche all'Università degli studi di Milano, Facoltà di scienze politiche; considerata buona prassi a Berlino nel giugno 2007, alla Quindicesima conferenza europea dei servizi sociali organizzata dall'European social network in cooperazione con l'Unione europea; è stata oggetto di menzione dell'Agenzia del Governo italiano per le onlus che ha pubblicato un approfondito studio nella propria rivista "Aretè" classificandola come prassi di eccellenza (n. 2/2009);CONSIDERATO che:
- per quanto sopra descritto, consapevoli dei traguardi ottenuti grazie anche ai finanziamenti stanziati sino ad oggi, la Regione Sardegna ha contribuito realmente a garantire una migliore qualità della vita alle persone con disabilità e alle loro famiglie, e dato risposte adeguate a misura delle persone con disabilità, specie a quelle in situazione di gravità, con il sostegno dato in continuità a percorsi di vita di vera inclusione sociale, compresi quelli per la "vita indipendente", attivando un processo di sussidiarietà che rende i finanziamenti erogati non mera assistenza, ma un vero e proprio investimento, in quanto vengono rese disponibili risorse umane ed economiche aggiuntive da parte delle persone con disabilità e delle loro famiglie;
- per quanto evidenziato sopra sono necessarie più risorse da mettere a disposizione nel 2010 perché i tagli della spesa sociale non incidano proprio sui piani per i bambini e ragazzi, per i giovani e le persone con handicap grave, sulle loro famiglie che devono gran parte della loro qualità di vita alla legge n. 162 del 1998;
- il taglio per migliaia di piani porterebbe anche un grave danno per i comuni, l'istituzione più vicina al cittadino, che deve dare adeguate risposte alle esigenze legittime della propria comunità e in particolare delle persone più deboli, e verso i quali le famiglie non potranno che richiedere assistenza suppletiva creando profonda instabilità a livello locale nella rete dei servizi alla persona e nel sistema di sicurezza sociale;RILEVATO, inoltre, che la riduzione degli stanziamenti dai 116,6 milioni di euro dello scorso anno ai 91,5 milioni di euro di quest'anno porta una diminuzione in ore di assistenza di circa 2 milioni complessivamente, creando difficoltà reali per gli operatori professionali che sono impegnati nei compiti di cura ed educativi (si valuta intorno a 14.000 operatori, dei quali migliaia, grazie alla legge n. 162 del 1998 usciti dal lavoro nero spesso piaga dei servizi alla persona e che ora contribuiscono invece alla fiscalità generale come tutti i lavoratori) con il rischio di perdita di lavoro, seppur part-time, di circa 2.500 persone;
CONSIDERATO che in base al decreto legislativo n. 130 del 2000, citato nella stessa deliberazione n. 34/30 del 2010 in riferimento alla valutazione della capacità economica del nucleo familiare (ISEE) ai fini della compartecipazione al finanziamento, si deve considerare il reddito del solo assistito per le persone disabili in condizione di gravità (articolo 3 commi 2 bis e 2 ter del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109, come modificato dal decreto legislativo n. 130 del 2000), e dunque la possibilità di eventuali ricorsi al TAR da parte delle persone con disabilità e delle loro famiglie; molti TAR già in tutta Italia hanno sentenziato con orientamento chiaro che il decreto legislativo n. 130 del 2000 è immediatamente applicabile, richiamando diversi principi costituzionali e di diritto internazionale;
RILEVATO che nulla si dice nella deliberazione della Giunta regionale in oggetto sui controlli da parte della Regione previsti dalla legge regionale 10 marzo 2010, n. 6, sulle anomalie e gli abusi dei piani;
RILEVATO infine che le fasce degli importi di finanziamento per i singoli progetti erano bloccati dal 2005, e quest'anno, come sopra citato, una fascia viene addirittura ridotta, mentre nel frattempo c'è stato l'aumento dei costi orari del personale (tabelle INPS e contratti collettivi di lavoro) che hanno di fatto già eroso la quantità dei servizi a disposizione di ogni singola persona con disabilità grave,
impegna la Giunta regionale
1) a salvaguardare il livello essenziale di assistenza sociale raggiunto in 10 anni di ottima applicazione della legge, per i sardi in situazione di handicap grave aventi diritto ai finanziamenti dei progetti personalizzati e coprogettati tra istituzioni locali, famiglie e persone con disabilità della legge n. 162 del 1998, modificando i criteri restrittivi evidenziati nei punti precedenti, ed in altri in corso di rilevamento, di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 34/30 del 18 ottobre 2010;
2) a proporre con legge specifica urgente o nella prossima finanziaria regionale uno stanziamento di risorse integrative adeguate al raggiungimento dello scopo di cui al punto 1) almeno pari a 25 milioni di euro con lo scopo di mantenere il livello di assistenza dello scorso anno pari a 116,6 milioni di euro.Cagliari, 5 novembre 2010