CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 84
MOZIONE BARRACCIU - BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sulla drammatica situazione del sistema scolastico regionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- le potenzialità di sviluppo e progresso di un paese sono direttamente proporzionali agli investimenti fatti sul sistema dell'istruzione, da cui dipendono le competenze e conoscenze delle successive generazioni e che determinano, dunque, le prospettive di benessere, occupazione e civiltà dell'immediato futuro;
- i dati OCSE contenuti nell'ultimo rapporto "Education at a glance 2010" testimoniano che il sistema scolastico della Sardegna soffre di carenze tali da collocare la scuola sarda tra le ultime in Europa;
- dagli indicatori sui livelli di istruzione emerge infatti che nei paesi OCSE il 66 per cento della popolazione di 25/64 anni possiede almeno un diploma di scuola secondaria superiore mentre in Italia la percentuale scende al 44 per cento e in Sardegna si assesta intorno al 38 per cento; la Sardegna vanta anche il triste primato sull'abbandono degli studi: il 32,6 per cento della popolazione d'età compresa tra i 18 e 24 anni con titolo di studio inferiore al diploma di scuola secondaria superiore non partecipa ad ulteriore istruzione o formazione; in Italia la percentuale scende al 22,1 per cento e nell'Unione europea al 15,2 per cento;
- l'indicatore sulle capacità di comprensione della lettura riferisce che il 36 per cento circa degli studenti isolani non è in grado di comprendere testi dal livello di difficoltà definito molto basso; nel nord-est del Paese questa percentuale scende al 10,9 per cento, nel centro si attesta al 20 per cento circa; il dato medio europeo è inferiore al 20 per cento;CONSIDERATO che:
- per far fronte a tale situazione di allarme e per ristabilire una situazione di normalità sono necessari investimenti finanziari e risorse ben superiori a quelle attualmente disponibili;
- le politiche restrittive imposte dal Governo nazionale al settore dell'istruzione, lungi dal proporre una riforma organica della scuola, sono invece esclusivamente misure di contenimento della spesa pubblica e costituiscono un attentato che mina ogni tentativo di sostenibilità sociale, culturale ed economica perseguito in Sardegna negli ultimi cinquant'anni, con ripercussioni drammatiche, specie nelle zone interne dell'Isola, già sofferenti della dismissione di servizi pubblici essenziali e in cronico ritardo di sviluppo;
- innalzare i livelli e la qualità dell'istruzione in Sardegna è obiettivo già individuato da questo Consiglio regionale attraverso l'ordine del giorno n. 10 del 22 settembre 2009, che già un anno fa ha impegnato la Giunta regionale al suo perseguimento;
- l'ordine del giorno n. 10 del 22 settembre 2009 è rimasto lettera morta;
- la Giunta regionale non ha aperto alcun tavolo di confronto con il Ministero della pubblica istruzione, limitandosi a recepire passivamente le direttive ministeriali senza far valere le peculiarità utili a giustificare plausibili deroghe;
- l'ufficio scolastico regionale e quelli provinciali continuano tutt'oggi a non rendere pubblici i dati relativi alla situazione delle scuole e delle classi della Sardegna;
- di fronte al pericolo di soppressione di numerose classi e chiusura di convitti per insufficienza di iscrizioni soprattutto nelle scuole dei piccoli comuni, i dirigenti degli uffici scolastici hanno rassicurato province, comuni e dirigenti scolastici garantendo che sarebbero state attivate le classi che avessero raggiunto il numero minimo di 18 alunni;
- gli uffici scolastici non hanno comunque provveduto alla costituzione delle classi anche laddove, con grande impegno degli enti locali, è stato raggiunto il requisito numerico di cui sopra;
- i ragazzi iscritti nelle classi di cui trattasi non hanno ricevuto alcuna comunicazione nel merito e pertanto vivono, con le loro famiglie, nell'incertezza circa la scuola che dovranno frequentare;RICORDATO che:
- ai sensi del titolo V della Costituzione, l'istruzione è materia di competenza concorrente e pur non avendo il Consiglio regionale della Sardegna deliberato una legge di settore, esistono tuttavia norme regionali che trovano applicazione in materia e la Regione può impegnarsi per addivenire ad accordi sulle scelte e sui finanziamenti per l'istruzione con il Governo nazionale;
- l'articolo 21 della legge regionale n. 12 del 2005 autorizza la Regione a "stipulare convenzioni con gli organi statali competenti e con unioni di comuni e delle comunità montane e di altre forme di gestione associata i cui ambiti territoriali siano coerenti con le previsioni del Piano degli ambiti ottimali di cui all'articolo 2, per il mantenimento in attività di istituti scolastici statali aventi sede in piccoli comuni e destinati ad essere chiusi in base alle disposizioni in materia";RILEVATO che:
- la Giunta regionale della legislatura precedente aveva investito 30 milioni all'anno di risorse ordinarie fino al 2012 per un piano straordinario che aveva come obbiettivo una scuola qualificata, attrattiva ed altamente educante e fin dai primi provvedimenti la Giunta attuale ha provveduto a smantellare il grande progetto per la scuola della Sardegna, considerato un'eccellenza a livello nazionale;
- gli effetti dei provvedimenti ministeriali in Sardegna determinano un esubero di oltre 1.700 posti di lavoro, di cui almeno 1.000 interessano i docenti precari;
- la drammatica situazione degli insegnanti precari e la tensione generalizzata del mondo scolastico sono aggravate in Sardegna dall'inerzia della Giunta regionale nell'affermare subito con forza ed efficacia di fronte al Governo nazionale la peculiarità evidente della situazione sarda, non solo culturale ed identitaria, ma legata anche alla distribuzione della popolazione e alla difficile viabilità;
- i tagli sul personale ATA impongono in numerose scuole elementari e medie la soppressione dei rientri pomeridiani e con ciò un ulteriore impoverimento del percorso scolastico;
- gli accorpamenti fanno registrare in tutto il territorio molteplici casi di sovraffollamento delle classi, spesso in contrarietà alla normativa per la sicurezza;
- la soppressione di numerose classi prime, specie nei paesi delle zone interne, mette a rischio nell'immediato futuro la sopravvivenza di interi istituti scolastici, aumenta i disagi e fa venir meno la gratuità del diritto all'istruzione pubblica per centinaia di studenti;
- l'aumento del pendolarismo interesserà anche i bambini delle elementari;
- la chiusura dei convitti, che offrono servizi indispensabili per gli studenti pendolari specie delle zone più disagiate e di difficile collegamento, si traduce in maggiori tassi di abbandono scolastico e mette a rischio la sorte degli istituti ai quali i convitti sono collegati;
- l'assistenza agli alunni con disabilità risulta essere notevolmente insufficiente e non adeguata, considerato anche che, oltre al taglio dei docenti e del personale ATA addetto a funzioni di sostegno, è stata reiterata dal Governo nazionale l'abrogazione del limite di alunni con disabilità per classe, con grave danno della qualità dell'integrazione in quanto si potrebbero riverificare copresenze di anche 6 o 7 disabili per classe;
- l'edilizia scolastica in Sardegna versa in condizioni di diffuso abbandono e di difformità rispetto alle previsioni normative;
- l'offerta formativa risulta grandemente diminuita nelle scuole di ogni ordine e grado della Sardegna,impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a riaffermare nei fatti il sistema dell'istruzione tra le priorità di questo Governo regionale in base al principio della centralità della scuola pubblica;
2) a procedere con la massima urgenza all'apertura di una forte vertenza con il Governo nazionale al fine di assicurare il diritto allo studio di qualità per i giovani sardi attraverso l'adozione di un piano generale per la riqualificazione del sistema regionale della pubblica istruzione, che impedisca la chiusura delle scuole e che, nell'individuazione dei criteri, riconosca il carattere speciale dei territori interni e montani della Sardegna e la peculiarità delle aree urbane a maggior rischio di emarginazione;
3) ad intervenire con tempestività presso il competente Ministero affinché siano immediatamente ripristinate le prime classi e i convitti di cui è già stata decretata la soppressione e la chiusura nonostante il rispetto del numero di iscrizioni previsto;
4) a dare attuazione a quanto disposto in materia di diritto allo studio dalla legge regionale n. 12 del 2005, stipulando secondo necessità le convenzioni, di cui all'articolo 21, con gli organi statali competenti, con le unioni di comuni e con le comunità montane per il mantenimento in attività degli istituti scolastici statali aventi sede in piccoli comuni e destinati ad essere chiusi in base alle disposizioni in materia;
5) a prendere adeguate e urgenti misure per tutelare i docenti precari e il personale ATA rimasto disoccupato nonché a ripristinare la dotazione di personale ATA per garantire nelle scuole di ogni ordine e grado i rientri pomeridiani previsti ed il regolare svolgimento delle lezioni;
6) a tutelare il pieno diritto allo studio degli studenti sardi con disabilità, discriminati dalle norme ministeriali che riducono il sostegno loro dovuto, attraverso provvedimenti che garantiscano le pari opportunità per tutti;
7) a predisporre un piano straordinario per l'edilizia scolastica.Cagliari, 14 settembre 2010