CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 81
MOZIONE DIANA Mario - SANNA Matteo - AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - CAMPUS - CHERCHI Oscar - CONTU Mariano Ignazio - DE FRANCISCI - FLORIS Rosanna - GALLUS - GRECO - LADU - LAI - LOCCI - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - PITEA - PITTALIS - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Paolo Terzo - STOCHINO - TOCCO - ZEDDA Alessandra sulla riscrittura dello Statuto di autonomia della Regione autonoma della Sardegna.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che è condivisa da tutta la società sarda la necessità di procedere a una profonda revisione e all'ampliamento delle competenze autonomistiche attraverso la formulazione di un nuovo contratto istituzionale con la Repubblica italiana e l'Unione europea;
CONSIDERATO il diritto a esistere della Nazione sarda, da affermarsi per mezzo di un reciproco leale patto con lo Stato italiano e di una convinta adesione all'Europa che si fondi sulla garanzia della pacifica convivenza di tutti i popoli europei;
RILEVATO che, nell'attuale fase di riforma delle istituzioni repubblicane in senso federale, la Sardegna è chiamata a inserirsi nel processo in corso con un progetto autoctono che nell'esprimere la propria identità collettiva sia teso a ridefinire tutti i rapporti oggi esistenti con lo Stato italiano e l'Unione europea;
ATTESTATO che, in applicazione della legge 5 maggio 2009, n. 42, la Sardegna è chiamata ad adeguare il proprio statuto con le relative norme attuative entro 24 mesi dall'entrata in vigore di detta legge;
EVIDENZIATO che la nuova Carta fondamentale del Popolo sardo deve essere rispettosa delle aspirazioni storiche, politiche e culturali della Sardegna, previo riconoscimento del diritto dei sardi al proprio autogoverno;
ATTESO che la riformulazione dello statuto vigente deve partire dall'affermazione che i diritti dei sardi sono inalienabili e quindi la specialità di rango costituzionale, di cui è dotata la Sardegna, deve sempre costituire la precondizione per un adeguato riconoscimento all'interno dell'ordinamento della Repubblica e della normativa comunitaria europea;
ATTESO, inoltre, che la proposizione di un nuovo, moderno, originale e avanzato statuto di autonomia che meglio rappresenti le mutate esigenze della nostra terra e tuteli la nostra cultura identitaria in Italia e in Europa deve realizzarsi per mezzo:
- della costituzionalizzazione della lingua sarda, con l'inserimento all'interno del nuovo statuto di apposite norme;
- del riconoscimento costituzionale degli svantaggi imputabili alla condizione geografica di insularità, attraverso adeguate misure di compensazione che contemplino la fiscalità di sviluppo (zona franca) e, in assenza di fonti energetiche alternative, l'abbattimento degli alti costi per l'approvvigionamento energetico e dei carburanti, oltre al riconoscimento del divario nello sviluppo economico e del recupero del deficit infrastrutturale, così come previsto nella legge n. 42 del 2009;
- di un nuovo piano di grandi opere infrastrutturali e di servizi reali per adeguare la Sardegna alle regioni più avanzate e moderne d'Europa;
- di una competenza fiscale autonoma e di una politica del credito sarda per ridurre il costo del denaro e creare incentivi alle imprese;
- di una effettiva e illimitata continuità territoriale, per le persone e per le merci, con l'Italia peninsulare e con l'Europa;
- di una nuova concezione dignitosa del lavoro, che sia visto non più come una conquista, ma come un diritto dei sardi ad un futuro di serenità e prosperità,impegna il Presidente della Regione, la Giunta regionale
e tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio regionalea dare avvio all'iter legislativo per la revisione costituzionale del proprio Statuto speciale di autonomia sulla base dei seguenti elementi fondamentali:
1) la Sardegna è l'isola più periferica del Mediterraneo facente parte della Repubblica e, per questo, rivendica un'effettiva, illimitata continuità territoriale con la parte continentale della Repubblica italiana e con il resto dell'Unione europea;
2) la Sardegna è una nazione con proprio territorio, una propria storia, una propria lingua, una propria cultura e una propria identità;
3) la Sardegna, nel rispetto della libertà e dell'eguaglianza religiosa e di pensiero dei suoi cittadini, riconosce le bimillenarie radici cristiane della società sarda, punto di approdo del lungo cammino del suo popolo;
4) la Sardegna è la base istituzionale dell'attuale Stato italiano, proclamato nel 1861, che altro non è se non l'antico Regno di Sardegna, nato nel 1324 e per secoli pregnato del sangue e della fatica dei sardi;
5) il Popolo sardo si ispira ai valori fondamentali della vita collettiva e dei diritti della persona, all'autonomia delle comunità naturali, all'importanza della famiglia; persegue ideali di giustizia, solidarietà ed eguaglianza e rifiuta ogni tipo di discriminazione;
AFFERMATO che il Popolo sardo è un popolo d'Europa con un'identità peculiare, avente una propria storia, una propria lingua, una propria cultura e un proprio territorio;
CONSIDERATO che il Popolo sardo reclama il diritto di decidere del proprio avvenire, secondo quanto sanciscono la Carta dell'Onu, i Patti internazionali dell'Onu sui diritti politici, civili, economici, sociali e culturali, l'Atto di Helsinki, la Carta di Parigi e conformemente a quanto stabilisce la Dichiarazione solenne di sovranità della Sardegna adottata dal Consiglio regionale nel febbraio 1999;
RILEVATO che il Popolo sardo è convinto che una struttura federale della Repubblica italiana rafforzi, garantisca e intensifichi l'esercizio delle libertà ed il raggiungimento di un'effettiva giustizia sociale, della prosperità, della diffusione della cultura, della coesione sociale, della sussidiarietà, della sicurezza e della pace;
SOTTOLINEATO che il Popolo sardo esige la tutela, dei propri diritti storici imprescrittibili, spettando ai sardi, e soltanto ad essi, la loro gestione,si impegna inoltre
ad approvare una proposta di legge costituzionale da inviare alle Camere, sulla base dei seguenti contenuti:
1) affermare il diritto del Popolo sardo al suo pieno autogoverno;
2) realizzare il federalismo interno secondo il principio di sussidiarietà, coesione sociale e tutela delle piccole comunità e delle minoranze linguistiche;
3) difendere e sviluppare l'ecosistema sardo;
4) difendere la libertà d'impresa ed il diritto al lavoro;
5) accrescere il benessere e la qualità della vita di tutti i cittadini sardi;
6) rendere migliore la coabitazione del Popolo sardo e degli altri popoli della Repubblica, dell'Europa e del mondo;
7) assicurare un ruolo autonomo della Sardegna nei processi di formazione delle decisioni in seno all'Unione europea;
8) incentivare il ruolo e la vocazione euro-mediterranea della Sardegna.
Cagliari, 8 settembre 2010