CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 75
MOZIONE ZUNCHEDDU - URAS - BEN AMARA - SECHI - ZEDDA Massimo sulla ricerca del relitto della nave Komsomolets Kalmykii inabissata nel Golfo di Cagliari negli anni della guerra fredda.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- con la vicenda riguardante le cosiddette navi dei veleni inabissate nel Mediterraneo, a largo delle coste italiane e di Paesi africani come ad esempio la Somalia e la Libia, torna di attualità, con forte preoccupazione per noi sardi, la misteriosa vicenda riguardante la nave Komsomolets Kalmykii;
- si tratta di una nave cargo di fabbricazione sovietica, costruita nei cantieri navali Zdanov in Russia, nei pressi di San Piteroburgo; la nave, completata nel 1971, entrò in servizio di navigazione nel 1972 presso l'azienda statale sovietica Azov Shipping Company, con il numero di registrazione internazionale 7235044;
- la nave, integrata nel progetto 1562, Classe Pjatidesjatiletie Komsomola, era stata denominata Komsomolets, in onore del Komsomol calmucco in occasione del centenario del Komsomol;
- il 31 dicembre del 1974, nel pieno degli anni della guerra fredda nel porto di Cagliari, la Komsomolets completò il carico con 4.939 tonnellate di profilati di acciaieria e 1.735 tonnellate di soda caustica al 98 per cento, prodotta negli stabilimenti petrolchimici di Macchiareddu Grogastu (Comune di Assemini) e contenuta in fusti metallici;
- due ore dopo aver staccato l'ormeggio dal molo di ponente, in rotta di navigazione verso il porto ucraino di Kerch, situato sul Mar Nero, presumibilmente a causa dello spostamento del carico dovuto al mare agitato dal forte vento di maestrale, la nave si inabissò nello specchio di mare antistante Capo Carbonara (Comune di Villasimius, Sardegna sud orientale);
- un dato non trascurabile è che all'epoca dell'inabissamento la nave era nuova e assolutamente in grado di far fronte ad un mare forza quattro;
- i soccorsi partirono dalla Capitaneria del porto di Cagliari circa tre ore dopo aver ricevuto il segnale radio SOS, con il rimorchiatore Vigore comandato dal sottotenente di vascello Marcello Sanna, un mezzo lento e poco idoneo alle operazioni di salvataggio;
- l'agonia del Komsomolets Kalmykii durò solamente quaranta minuti prima di affondare; dei 36 membri di equipaggio otto non riuscirono a salvarsi, mentre il capitano Sychev Nikolay affondò con essa;
- per diversi anni autorità italiane, americane e in particolar modo russe, insistentemente tentarono di localizzare il relitto, senza però raggiungere alcun risultato nonostante avessero scandagliato su batimetriche anche superiori ai 1.000 metri;
- si pone la domanda sul perché soprattutto i russi avessero insistito a lungo nella ricerca; pare che a tutt'oggi, a distanza di 36 anni, l'interesse dei russi per la localizzazione del relitto sia ancora vivo, viste anche sollecitazioni recentissime documentabili e datate 26 novembre 2009;
- un dato importante è che la tipologia del 50 per cento del carico risultava sconosciuta sia alle autorità che alle assicurazioni; erano gli anni della guerra fredda;
- circa sei anni dopo, nel 1980, è stato chiamato a giudizio il capitano di vascello Bruno Sassu, ex comandante della Capitaneria di porto di Cagliari, per rispondere alle accuse di ritardato soccorso e omicidio colposo plurimo;
- nel 2008 il relitto della Komsomolets Kalmykii è stato localizzato da un subacqueo sardo alla profondità di 118 metri nei fondali adiacenti all'area naturale marina protetta di Capo Carbonara
- il subacqueo, autore del ritrovamento, purtroppo è deceduto durante una immersione circa due anni fa;
- a tutt'oggi non si conosce l'esatta localizzazione del relitto, tuttavia il suo ritrovamento è da considerarsi di grande importanza al fine di accertare un eventuale danno ecologico legato alla presenza a bordo del carico di soda caustica contenuta in fusti metallici, nonché all'eventuale presenza di materiali tossici o radioattivi stoccati all'interno della nave e non dichiarati;
- la soda caustica o sodio idrossido (NaOH) è una polvere bianca tendenzialmente granulare, inodore e molto solubile in acqua; si tratta di una sostanza chimica (detergente caustico) utilizzata nell'industria siderurgica; ad alte concentrazioni è corrosiva per la pelle, le mucose e per gli occhi;
- per quanto riguarda la tossicità, si sono verificati decessi in adulti che hanno ingerito meno di 10 grammi di idrossido di sodio;
- a livello ambientale, se scaricata nelle acque ha violente reazioni esotermiche; in ogni caso la soda caustica è responsabile di una forte variazione di pH con gravi ripercussioni per l'habitat marino e i suoi organismi viventi;
- nel novembre 2009 a seguito di una informale richiesta da parte della Capitaneria di porto di Villasimius, è stato inviato al Comune di Villasimius e all'Ente parco marino, un preventivo per la ricerca e localizzazione del relitto sovietico, dal Centro servizi subacquei di Quartu Sant'Elena; il preventivo per i lavori di ricerca (con validità di 90 giorni dalla data di emissione) ammontava a 160.000 euro (centosessantamila euro) con modalità di pagamento e fatturazione: 1/3 acconto per conferma lavori; 1/3 esito positivo della ricerca e/o raggiungimento del 50 per cento dei lavori; 1/3 alla chiusura dei lavori; nonostante il ragionevole impegno economico, la proposta non ebbe alcun seguito e si optò per il silenzio sulla questione;
- la ditta in oggetto, di proprietà del subacqueo deceduto nel corso di un'immersione, è a tutt'oggi operante ed è diretta dal fratello;
PRESO ATTO:
- delle inchieste della magistratura e delle testimonianze raccolte dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e all'inabissamento di navi con carichi tossici da parte di trafficanti internazionali;
- dell'allarmante scenario che vede il Mediterraneo attraversato in tutte le direzioni da navi, spesso vere e proprie carrette del mare che trasportano di tutto, assoggettate a controlli casuali ed inconsistenti;
- dell'affondamento, al largo delle coste italiane, di almeno 40 navi a perdere;
- delle preoccupazioni espresse dalle associazioni ambientaliste che denunciano un fenomeno allarmante, legato allo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, spesso radioattivi, negli abissi marini attraverso l'affondamento di navi a perdere; in ogni caso, qualsiasi incidente a mare che comporta la perdita di una nave, a prescindere dalla natura del carico trasportato, determina inquinamento per il rilascio di componenti tossiche nell'ecosistema;
SOTTOLINEATO che la Commissione europea ha cofinanziato all'ICRAM e al CEDRE di Brest il progetto DE.E.P.P. con l'obiettivo di fornire alle amministrazioni pubbliche italiane linee guida e criteri utili per contrastare il pericolo ambientale derivate dalla corrosione di relitti,impegna la Giunta regionale
1) a intervenire urgentemente per tutelare la salute delle popolazioni e dell'ecosistema marino, mettendo a disposizione risorse eque per garantire i mezzi e le tecnologie necessarie all'indagine sul relitto in oggetto, sul suo carico solo parzialmente conosciuto alle autorità e alle assicurazioni, con il coinvolgimento di centri deputati alla ricerca subacquea notoriamente specializzati;
2) a far chiarezza sulla vicenda che ha fortemente interessato stati internazionali come ex Unione sovietica e USA;
3) a concorrere a svelare trame criminali, spesso celate dietro affondamenti sospetti, che possono pregiudicare gli equilibri naturali del nostro patrimonio ambientale e la salute, soprattutto futura, delle stesse popolazioni.
Cagliari, 27 luglio 2010