CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 61
MOZIONE DIANA Giampaolo - BRUNO - URAS - SALIS - CARIA - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sul processo di liquidazione da parte di Italia lavoro della società Insar - Iniziative Sardegna Spa, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
***************
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- Italia lavoro è una società per azioni, costituita nel 1997 in attuazione di una direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri, totalmente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze;
- Italia lavoro opera, per legge, come agenzia tecnica per conto del Ministero del lavoro e delle altre amministrazioni centrali dello Stato, nella promozione e nella gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell'occupazione, dell'inclusione sociale e della salute;
- la legge 28 dicembre 2001, n. 448 (finanziaria 2002), stabilisce che "il Ministero del lavoro e delle politiche sociali si avvale di Italia lavoro Spa per la promozione e la gestione di azioni nel campo delle politiche attive del lavoro e dell'assistenza tecnica ai servizi per l'impiego"; in tale contesto normativo Italia lavoro Spa si configura come una "in house agency" per l'amministrazione;
- la legge 31 marzo 2005, n. 43, stabilisce che "il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nell'esercizio delle proprie funzioni in materia di politiche del lavoro, dell'occupazione, della tutela dei lavoratori e delle competenze in materia di politiche sociali e previdenziali, si avvale di Italia lavoro Spa previa stipula di apposita convenzione". "Per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali assegna a Italia lavoro Spa 10 milioni di euro quale contributo agli oneri di funzionamento ed ai costi generali di struttura";
- il decreto legge n. 112 del 2008, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 147 del 25 giugno 2008, ha previsto disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria; in particolare, l'articolo 18, comma 1, dispone che, a decorrere dal sessantesimo giorno successivo all'entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge, le società che gestiscono servizi pubblici locali a totale partecipazione pubblica adottino, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi di cui al comma 3 dell'articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001; le altre società a partecipazione pubblica totale o di controllo adottano, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi, anche di derivazione comunitaria, di trasparenza, pubblicità e imparzialità;
- il decreto legge n. 185 del 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29 novembre 2008, ha previsto che il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali assegni alla società Italia lavoro Spa 14 milioni di euro per il 2009, a carico del Fondo per l'occupazione, quale contributo agli oneri di funzionamento e ai costi generali di struttura;
CONSIDERATO che:
- Italia lavoro detiene una quota azionaria maggioritaria del capitale sociale dell'Insar, che ha il compito di porre in essere i progetti di politiche attive del lavoro e dell'occupazione con particolare riferimento alle fasce più deboli del mercato del lavoro, di favorire le nuove imprese promosse dalle donne e dai disoccupati, con le risorse assegnate dallo Stato e dalla Regione e attraverso la gestione di bandi pubblici a valere sui fondi del POR Sardegna;
- la distribuzione attuale delle quote societarie di Italia lavoro è determinata dall'aumento gratuito di capitale sociale effettuato nel mese di aprile 2001, prima dell'ingresso della Regione nel capitale sociale dell'Insar;
- per tale aumento gratuito del capitale gli azionisti di allora hanno utilizzato il fondo attribuito all'Insar dalla legge n. 236 del 1993 per la realizzazione delle attività di reimpiego del personale in Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS);
- con l'aumento gratuito di capitale la partecipazione di controllo consolidata è detenuta da Italia lavoro con il 59,87 per cento, mentre la Regione detiene il 28,17 per cento;
- il capitale sociale dell'Insar, senza l'aumento gratuito effettuato nel mese di aprile 2001, sarebbe detenuto, più correttamente, dalla Regione per il 46,49 per cento e da Italia lavoro per il 44,60 per cento, con evidenti conseguenze sugli assetti di governance della società;
- il valore del capitale sociale detenuto da Italia lavoro in Insar è iscritto nel bilancio di Italia lavoro per un valore di circa 8 milioni di euro rispetto a 15,7 milioni circa del valore delle azioni detenute nel capitale dell'Insar;
PRESO ATTO che:
- ad oggi il capitale sociale Insar ammonta a 26,2 milioni di euro, di cui appunto 15,7 milioni di euro (il 59,87 per cento del totale) in quota Italia lavoro (provenienti ex Eni, ed ex Gepi); 7,4 milioni di euro (28,17 per cento) in capo alla Regione; 1,5 milioni di euro (5,66 per cento) in capo rispettivamente al gruppo Fintecna Spa (provenienti dalle ex IRI e dall'ex Efim) e con una quota marginale dello 0,63 per cento in mano alla Banca di credito sardo;
- tale configurazione azionaria consegue dall'ingiustificato, ed illegittimo, aumento gratuito di capitale sociale deliberato nel 2001 prima e proprio in vista dell'ingresso della Regione nel capitale sociale (2003); per di più utilizzando, per tale aumento gratuito, un fondo di 10,33 milioni di euro assegnato ad Insar per perseguire la sua missione di reimpiego dei disoccupati del Sulcis;
- prima del 22 gennaio 2009, nonostante la dichiarata disponibilità di Italia lavoro a favorire il passaggio della sua partecipazione azionaria detenuta nell'Insar alla Regione, e nonostante la politica della Regione ad acquisire al patrimonio regionale le partecipazioni detenute nell'Insar da soggetti terzi e da Italia lavoro, queste intenzioni non hanno avuto un terreno di incontro con un esito finale;
- il 22 gennaio 2009 l'assemblea straordinaria degli azionisti dell'Insar ha deliberato, con il voto contrario del rappresentante della Regione, il trasferimento delle sede sociale a Roma e la messa in liquidazione della società con la nomina del liquidatore;
- il trasferimento della sede sociale a Roma ha consentito al notaio verbalizzante l'omologazione delle deliberazioni assembleari precedentemente rifiutate con motivazioni giuridiche;
- in precedenza, in data 24 aprile 2008, su imposizione di Italia lavoro, era stato deliberato dall'assemblea societaria, sempre con il parere contrario della Regione, lo scioglimento e la nomina di un liquidatore, con modalità e criteri giudicati illegittimi dallo stesso notaio verbalizzante, stante il quadro normativo di riferimento che prevedeva e prevede, tra l'altro, il raggiungimento degli scopi istitutivi e l'utilizzo a tal fine dei fondi pubblici conferiti all'Insar che, pertanto, non possono essere retrocessi ai soci, quale residuo attivo di liquidazione;
- nel febbraio 2009 la Giunta regionale della Sardegna decise di ricorrere in giudizio contro le delibere assembleari del 22 gennaio dello stesso anno, formalizzando al Presidente di Italia lavoro, Natale Forlani, e per conoscenza a Maurizio Prato, Presidente di Fintecna, la richiesta della Regione di acquisire al patrimonio regionale, al prezzo simbolico di un euro, la partecipazione detenuta da Italia lavoro in Insar, coerentemente con le risorse assegnate dal Parlamento all'Insar al fine di evitare la liquidazione della società ed il conseguente licenziamento dei dipendenti, con l'inevitabile perdita delle professionalità esistenti;
- il personale dipendente Insar ha lavorato, efficacemente e con qualità, anche nella crisi economica recessiva, nello svolgimento delle azioni di politiche attive del lavoro e per la creazione di nuove imprese in favore dei soggetti deboli e svantaggiati del mercato del lavoro sardo;
- l'Insar negli anni precedenti ha ideato ed attuato diversi strumenti di politica occupazionale: per le fasce deboli ha gestito il programma di inclusione e coesione sociale (Ics); ha curato la promozione e creazione d'impresa con il progetto Pres per circa 800 disoccupati; ha promosso i servizi di assistenza tecnica e tutoraggio dei bandi per l'imprenditoria femminile (legge n. 215 del 1992); ha svuotato, prima in Italia, il bacino dei lavoratori socialmente utili (circa 7.000 Lsu) con il reimpiego, l'autoimpiego, la progettazione, la partecipazione societaria e gestione di decine di società miste dei servizi pubblici locali;
- tutto il personale Insar e chi ha collaborato con la società ha contribuito a realizzare rilevante parte delle politiche occupazionali della Regione collaborando con l'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale da 15 anni a questa parte; inoltre ha ideato, gestito ed attuato centinaia di bandi per l'articolo 19 della legge n. 37 del 1998 del Piano straordinario per l'occupazione con la gran parte dei comuni della Sardegna contribuendo, assistendo le amministrazioni locali, a diffondere la cultura d'impresa, a creare diverse migliaia di imprese locali e diverse migliaia di occupati;
- la liquidazione dell'Insar, fortemente voluta dal Presidente di Italia lavoro, ha riguardato solo la riduzione del personale dell'Insar che prima della messa in liquidazione ammontava a 32 unità;
- il 16 novembre 2009 il liquidatore della società ha informato i sindacati e gli uffici competenti di "dover procedere al ridimensionamento del proprio organico mediante licenziamento collettivo per il decremento dell'attività sociale";
- il 4 febbraio 2010 la Regione tramite l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, Francesco Manca, comunica "un importante passo in avanti nella vertenza Insar" tramite un accordo tra il liquidatore, avv. Giuseppe Grillo, e le organizzazioni sindacali che riguarda il personale impiegatizio in eccedenza di 14 unità; tre dipendenti accedono alla procedura di mobilità per essere collocati in pensione nei prossimi tre anni; per gli altri 11 dipendenti è avviata la cassa integrazione guadagni straordinaria di 12 mesi in due fasi: 5 a partire dal 1° marzo e 6 dal 1° giugno;
- non si comprende la soddisfazione della Regione per la messa in Cigs del personale Insar ed il licenziamento di tre dirigenti nel mese di dicembre 2009, procedendo verso un graduale svuotamento delle capacità professionali di un'agenzia del Ministero del lavoro nata per promuovere l'occupazione;
- le parti interessate, in quanto maggiori azionisti dell'Insar, Italia lavoro, Regione e Fintecna, hanno convenuto di istituire un tavolo permanente per la verifica di possibili soluzioni per il sostegno della società ed individuare "un percorso tecnico giuridico" fattibile per far sì che la Regione abbia la maggioranza o la totalità delle azioni,impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a rendere note le motivazioni che hanno indotto l'ingiustificato aumento gratuito di capitale azionario di Italia lavoro nell'Insar Spa viste le intenzioni da parte della Regione di acquisirne l'intera partecipazione azionaria;
2) a verificare quali siano stati i motivi di collocazione delle risorse, che provengono da assegnazioni statali finalizzate alla reindustrializzazione della Sardegna, in quote societarie azionarie di Italia lavoro;
3) ad identificare quali siano le reali motivazioni che hanno indotto Italia lavoro ad attivare il processo di liquidazione dell'Insar precludendo nuove iniziative ed attività della stessa;
4) a chiedere l'immediata convocazione di una assemblea straordinaria dell'Insar per il trasferimento della sede legale in Sardegna e la contestuale revoca dell'illegittimo stato di liquidazione;
5) a respingere qualsiasi azione di ridimensionamento dell'Insar in un momento di grave crisi economica che sta travolgendo la Sardegna, proprio quando l'operatività di una partecipata della Regione dovrebbe essere ai suoi massimi livelli di operatività per ricostruire e compensare i troppi posti di lavoro cancellati dalla crisi;
6) a non procedere né al licenziamento né alla messa in Cigs dei dipendenti fino alla completa attuazione dei compiti istituzionali e dei progetti in corso;
7) ad assumere le proprie responsabilità nel tavolo tecnico degli azionisti nell'eventualità di rilevare l'intero assetto societario;
8) ad identificare nell'immediato quale sarà il futuro dell'Insar - Iniziative Sardegna, per dare immediata prospettiva ed operatività alle politiche occupazionali e alle politiche attive per il lavoro, necessarie sempre più in questo momento di crisi economica.
Cagliari, 26 maggio 2010