CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

Mozione n. 60

MOZIONE ZEDDA Massimo - URAS - BEN AMARA - ZUNCHEDDU - SECHI sulla vertenza di lavoro della società Videonline 2 Srl con riferimento particolare alla condizione di circa 500 lavoratori a rischio di disoccupazione.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- a circa 15 mesi dal trasferimento del ramo d'azienda da Gemini S.T. Spa alla Libeccio Srl (successivamente gruppo Omega Spa) e dalla nascita della società Videonline 2 Srl si presenta nuovamente, per uno tra i più grandi call center del cagliaritano, una nuova crisi societaria che potrebbe mettere a repentaglio l'occupazione di circa 500 lavoratori;
- le vicende della società Libeccio, che per quanto a conoscenza dei sottoscritti consiglieri regionali sulla base di notizie stampa, sarebbe la holding che controlla il gruppo Omega che negli ultimi otto mesi ha rilevato le attività It di Eutelia, tramite Agile, e un'altra quindicina di società in difficoltà tra cui quelle del gruppo Phonemedia (12 call center in Italia ed altri in Argentina e Albania) e di Videonline 2, rischiano, pertanto, di interferire negativamente sul futuro della predetta società con sede a Cagliari in via Montecassino, polo di eccellenza sardo nel settore dei servizi di qualità alle imprese;
- dalle citate notizie stampa risulterebbe che la gestione Omega abbia avuto effetti assolutamente micidiali per i lavoratori di molte tra le controllate del gruppo, tanto da determinare l'avvio di procedure di licenziamento collettivo per quasi 1.200 persone, nel settore dei call center, oltre la sospensione degli stipendi e pare dei versamenti dei contributi previdenziali;
- preoccupa che quanto accaduto ai lavoratori e lavoratrici di aziende del gruppo Omega: Agile, Phonemedia, RAF Spa, Soft4Web e Multimedia Planet, possa accadere anche all'azienda cagliaritana che con i suoi 500 dipendenti gestisce l'assistenza tecnica per i clienti di Telecom Italia ed Ipsoa;
- la vertenza Videonline 2 riguarda lavoratori che operano per Telecom Italia da più di 14 anni, i quali con l'elevata professionalità riconosciuta dalla stessa Telecom Italia, oltre che dalla clientela 187 e business, garantiscono al committente standard di qualità e professionalità superiori alla media;
- i lavoratori di Via Montecassino a Cagliari vivono, nuovamente, per la quinta volta in questi anni la preoccupazione che l'azienda possa fallire e con essa si perdano i posti di lavoro su cui contano 500 famiglie sarde per il proprio presente;

CONSIDERATO che:
- queste vicende vengono da lontano e sono ricorrenti;
- prendono avvio sin dal 1996 dalle ceneri di Video On Line, primo provider italiano, e dalla nascita della cooperativa Telechance del gruppo Gemini S.T. Spa, che in qualità di customer care Tin.it, per tutta Italia, opera per conto di Telecom Italia ad alti livelli tecnologici e di fidelizzazione della clientela Tin.it, nei settori della vendita, attivazione e assistenza tecnica sui collegamenti internet del provider di punta del gruppo Telecom;
- i lavoratori hanno patito cinque successive crisi aziendali e di assestamento del settore economico, cadendo, oggi, all'ennesima situazione di rischio occupazionale, in un comprensibile stato di prostrazione;

CONSIDERATO, inoltre, che:
- ciò segue ad un ottimismo iniziale che i lavoratori hanno manifestato in ragione di una intensa fase di crescita della attività produttiva e all'avvio di nuove collaborazioni soprattutto con Ipsoa, mediante Wolters Kluwer Italia Srl, e all'avvio di assistenze informatiche e alla clientela sul gestionale Giotto;
- l'azienda sembrava essere orientata al rilancio societario;
- quanto sopra pare confermarsi ad aprile del 2009 quando Gemini S.T. Srl diventa Videonline 2 Srl e fino al maggio del 2009 continua il processo di miglioramento interno;
- successivamente, però, iniziano ad intravedersi forti mire espansionistiche da parte della proprietà tali da far presagire a chi ha già vissuto altre simili situazioni scenari incerti;
- il gruppo nel quale è inserita Videonline 2, come da copione, in pochi mesi inizia ad essere coinvolto in processi d'incorporazione e fusione societaria tra Libeccio-Omega-Agile-Theia e nel luglio 2009 si arriva al blocco della fase di crescita e l'azienda cade in un anomalo limbo, e tutti i progetti riguardanti le nuove attività scompaiono fino al sopraggiungere (agosto 2009) dei primi scossoni in ambito gestionale e poi dei progressivi ritardi nel pagamento delle retribuzioni;
- ad aggravare le prime avvisaglie di crisi giungono le notizie dei problemi di Agile e Phonemedia, e a gennaio 2010, il copione già realizzato in altre realtà del gruppo sembra ormai riguardare anche Videonline 2;
- le trattative sindacali diventano sempre più inconcludenti oltre che difficili da realizzare e le criticità sugli stipendi ormai una consuetudine;
- ad aprile 2010 l'azienda, senza comunicazione alle organizzazioni sindacali, promuove le previste procedure in materia di trasferimenti di rami d'azienda e dichiara il passaggio di Videonline 2 da Omega Spa ad un altro gruppo composto dalle società: EMME and partners Srl - Best Contact Lazio Srl;
- le analisi camerali (da notizie sindacali) sul nuovo gruppo e sugli amministratori delegati delle varie società confermano come sia mutata la sola forma societaria e permangano di fatto a gestire gli stessi soggetti;
- a maggio 2010, nell'ultimo incontro tra azienda e organizzazioni sindacali, l'amministratore unico annuncia l'"assenza di capitali aziendali" con conseguente difficoltà alla erogazione puntuale delle retribuzioni spettanti al personale in servizio;
- per i lavoratori di Videonline 2 inizia, nuovamente, un'esistenza senza certezze e senza retribuzioni;
- alle "urgenti difficoltà dei lavoratori" dettate dal mancato pagamento degli stipendi si aggiunge una condizione societaria dubbia, forse insolvente verso diversi creditori e senza prospettiva di recupero, se non quella prospettata di una cessione;
- la situazione appare ancora più pesante se si considera che l'acquirente ipotizzato sarebbe stato già rifiutato per inaffidabilità dallo stesso Tribunale fallimentare di Roma, nel quadro delle procedure di acquisizione della società Agile;

EVIDENZIATO che alla situazione di crisi di Videonline 2 si aggiunge quella relativa alla sede di Elmas della Jobintel, dove la proprietà, assolvendosi pienamente da ogni responsabilità, tenta di scaricare la presunta carenza di produttività sui lavoratori della sede sarda della società, circa 71, i quali già da tempo hanno denunciato il ritardo del pagamento delle retribuzioni e che ora si sentono annunciare, in un inaccettabile comunicato, la chiusura della sede e la conseguente probabile perdita del posto di lavoro,

impegna la Giunta regionale e in particolare l'Assessore regionale dell'industria e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale

1) perché sia immediatamente attivato un tavolo istituzionale Regione-Provincia ed enti locali coinvolti nella grave crisi occupazionale dei call center e degli analoghi o connessi servizi, soprattutto nell'area di Cagliari, con il coinvolgimento dei Ministeri competenti, presente la proprietà societaria, le aziende committenti dei servizi e le organizzazioni sindacali di categoria e confederali territoriali e regionali al fine di valutare l'attuale grave situazione ed individuare concrete soluzioni per garantire il mantenimento degli attuali livelli occupativi;
2) perché sia verificato, da subito, in relazione alle vigenti disposizioni regionali e nazionali in materia di vertenze di lavoro da crisi aziendali, ogni utile intervento per il superamento della crisi produttiva delle aziende interessate e per assicurare le eventuali misure di sostegno al reddito dei lavoratori privi di stipendio;
3) perché sia attentamente verificata la eventuale assegnazione di contributi regionali, nazionali o comunitari, attribuiti nel tempo, sia a diretto favore di Videonline 2 e/o Jobintel, sia ad altre società dei gruppi di appartenenza delle due predette aziende, per accertare l'entità di eventuali finanziamenti pubblici erogati e come siano stati utilizzati, e se siano state violate le condizioni relative al raggiungimento di obiettivi occupazionali e/o di produzione;
4) a riferire entro 30 giorni al Consiglio regionale sugli esiti delle iniziative istituzionali e amministrative.

Cagliari, 26 maggio 2010