CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

Mozione n. 59

MOZIONE ZEDDA Massimo - BEN AMARA - ZUNCHEDDU - SECHI - URAS sull'omofobia.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- l'articolo 3 della Costituzione repubblicana recita "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.";
- in coerenza con quanto recita tale articolo e in ragione delle competenze attribuite dalla Costituzione, di cui al titolo V, riformato, e dallo Statuto speciale alla legislazione della Regione autonoma della Sardegna in materia di diritti dei cittadini e della comunità, appare necessario individuare misure che realizzino concretamente gli obiettivi di uguaglianza costituzionalmente sanciti;

CONSIDERATO che:
- in Italia sono presenti, non solo nei comportamenti sociali ma anche nelle disposizioni legislative, elementi di discriminazione dei cittadini rispetto all'orientamento sessuale e di genere;
- l'omofobia, paura e avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e della transessualità, di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali basata sul pregiudizio, è analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo ed al sessismo;
- tale sentimento irrazionale va diffondendosi a causa di certi irresponsabili messaggi culturali e politici, che mirano a reintrodurre superate teorie sulla normalità etnica, biologica, sessuale, religiosa e culturale, come giustificazione di nuova divisione, aggressività e violenza;
- in Sardegna, come nell'intero Paese si è, di fatto, completamente sprovvisti di legislazione in tema di diritti LGBT, in ambito penale, ma soprattutto in quello civile;
- questa inadeguatezza e arretratezza giuridica dovrebbe essere con ogni urgenza progressivamente superata, in relazione all'ambito di competenza, sia in sede regionale che nazionale, rimuovendo le cause che contrastano il pieno riconoscimento e la pratica concreta dei citati valori di uguaglianza e di lotta alla discriminazione;
- l'inadeguatezza e i contenuti, di fatto, discriminatori della legislazione in materia di orientamento sessuale e di genere determina in tutti coloro che ne subiscono le conseguenze, la decisione di ricercare in altri Paesi, anche dell'Unione europea, dove invece sono già state recepite e si sono sviluppate disposizioni coerenti con le indicazioni europee in materia, la possibilità di progettare la propria esistenza, personale e professionale;

RACCOGLIENDO le richieste dei movimenti democratici di rappresentanza dei diritti LGBT e di tutte le forze politiche e sociali impegnate per l'affermazione e lo sviluppo della libertà, uguaglianza e giustizia sociale, conto ogni violenza e discriminazione,

impegna la Giunta regionale

perché ponga in essere, con immediatezza, ogni iniziativa politica e istituzionale utile:
1) all'applicazione delle risoluzioni dell'Unione europea in materia di diritti LGBT;
2) all'inclusione di omofobia, lesbofobia e transfobia nelle fattispecie elencate dalla legge Mancino, per introdurre così la prevista aggravante nel nostro Codice penale;
3) affinché il Parlamento italiano legiferi per il riconoscimento delle coppie di fatto;
4) affinché tutte le amministrazioni della nostra Regione assumano delle specifiche delibere antiomofobiche impegnandosi a non finanziare iniziative di segno opposto.

Il Consiglio regionale si impegna, altresì, alla revisione delle normative regionali in materia di concessione di contributi o altri benefici a favore di persone o famiglie, affinché siano garantiti i medesimi diritti di accesso a tutti i cittadini, senza alcuna discriminazione, anche in relazione all'orientamento sessuale e di genere o alle modalità di costituzione del nucleo familiare.

Cagliari, 14 maggio 2010