CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 57
MOZIONE BEN AMARA - URAS - ZUNCHEDDU - SECHI - ZEDDA Massimo sull'attuazione del protocollo d'intesa tra la Regione autonoma della Sardegna e il Ministero della giustizia del 7 febbraio 2006 sotto il profilo della territorializzazione della pena per i detenuti stranieri.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- l'articolo 27, comma terzo, della Costituzione dispone che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato"; ai sensi dell'articolo 24, comma secondo, della Costituzione "la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento" e che il principio di territorializzazione della pena costituisce applicazione dei suddetti principi costituzionali, unitamente al principio della tutela della dignità umana, nonché del principio di uguaglianza;
- il protocollo d'intesa tra il Ministero della giustizia e la Regione autonoma della Sardegna siglato il 7 febbraio 2006 si pone, tra i vari, l'obiettivo di realizzare il principio di territorializzazione della pena, previsto dalla legge n. 354 del 1975 (e successive modifiche), favorendo il rientro in istituti penali della Sardegna dei detenuti di origine isolana o aventi residenza o interessi nel territorio sardo, che aspirano a tale rientro, al fine di consentire al detenuto di poter meglio esercitare il proprio diritto alla difesa, di intrattenere i rapporti affettivi con il proprio nucleo familiare, mantenere i contatti con la realtà socio-economica del luogo di provenienza al fine di consentire un più efficace e proficuo recupero sociale dello stesso;
- il principio di territorializzazione della pena va applicato, a maggior ragione, nei confronti dei detenuti stranieri, proprio in virtù della maggiore lontananza dal nucleo familiare rispetto ai detenuti italiani e dell'isolamento dovuto al fatto di trovarsi in un paese straniero di cui, nella maggioranza dei casi, non conoscono non soltanto il sistema giuridico e culturale, ma nemmeno la lingua e perciò in una situazione di obiettiva difficoltà di scambio e di socializzazione;
- la Seconda Commissione consiliare, rilevando la drammaticità delle condizioni di vita dei detenuti negli istituti penitenziari, a causa del sovraffollamento, della fatiscenza delle strutture, della cronica carenza di organico, ha approvato all'unanimità la risoluzione n. 1 in data 16 aprile 2009, con la quale ha invitato la Giunta regionale ad attivare tutte le iniziative necessarie al fine di portare all'attenzione del Governo nazionale la grave situazione degli istituti penitenziari della Sardegna e a verificare lo stato di attuazione del protocollo d'intesa Ministero della Giustizia-Regione autonoma della Sardegna del 7 febbraio 2006; ha inoltre approvato all'unanimità la risoluzione n. 15 in data 3 marzo 2010, con la quale ha invitato nuovamente la Giunta regionale a provvedere all'attuazione del citato protocollo d'intesa, e a provvedere, con la massima urgenza, ad istituire la Commissione interistituzionale permanente, organismo determinante per la compiuta esecuzione del protocollo in parola;
- il Consiglio regionale, nella seduta del 23 settembre 2009, ha approvato la mozione n. 15/3 con la quale ha impegnato il Presidente e gli Assessori competenti affinché venga data effettiva attuazione alla territorializzazione della pena e si facciano carico del grave stato di degrado in cui versano le carceri isolane, al fine di renderle luoghi di reale rieducazione, riflessione e reinserimento dei detenuti, degne di un paese civile;
CONSIDERATO che:
- il protocollo d'intesa tra Ministero della giustizia e Regione autonoma della Sardegna prevede l'impegno a favorire un'offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale (articolo 138 del decreto legislativo n. 112 del 1998) mirata alle esigenze del particolare tipo di utenza; tale offerta formativa deve essere realizzata attraverso percorsi formativi "ad hoc" finalizzati all'acquisizione di una professionalità che sia spendibile, per quanto concerne i detenuti stranieri, nel paese d'origine del detenuto; per l'attuazione di tale progetto, il Ministero della giustizia e la Regione Sardegna si sono impegnati a collaborare al fine di costituire una rete di rapporti tra i soggetti a vario titolo coinvolti nello specifico settore, che deve avere carattere transnazionale, al fine di agevolare la conoscenza del tessuto economico dei paesi terzi e favorire la creazione di canali di accesso al lavoro;
- da quanto emerge dall'indagine sullo stato delle carceri in Sardegna, svolta dalla Seconda Commissione consiliare durante la XII legislatura, la maggior parte dei detenuti stranieri proviene dai paesi del nord Africa e, da quanto risulta dalle ultime indagini statistiche, attualmente la maggioranza dei detenuti è costituita proprio da questi immigrati, peraltro condannati per episodi di microcriminalità, legati alla necessità di sopravvivere, che non denotano un elevato grado di pericolosità sociale, e quindi di facile recuperabilità e reinserimento;
- i detenuti stranieri hanno manifestato, secondo quanto emerge dai sopralluoghi effettuati dai consiglieri che si sono recati in visita nelle carceri sarde, la volontà di poter scontare la pena preferibilmente nei loro paesi d'origine e che, per poter ottenere tale risultato, a uno dei quali mira appunto il citato protocollo d'intesa del 2006, è necessario avviare ed intrattenere proficue relazioni diplomatiche con i consolati e le ambasciate dei paesi di provenienza dei detenuti stranieri, ai fini della stipulazione di apposite convenzioni e protocolli d'intesa in tal senso;
- l'effettiva applicazione della territorializzazione della pena determinerebbe esclusivamente effetti positivi quali: decongestionamento degli istituti di pena, riduzione delle spese per il mantenimento dei detenuti per le amministrazioni carcerarie, attuazione dei principi costituzionali del rispetto della dignità umana, tutela della persona e dell'unità familiare, recupero sociale dei condannati e loro reinserimento sociale, migliore amministrazione della giustizia,impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) ad attivarsi nei confronti del Governo nazionale, in particolare nei confronti del Ministero della giustizia, del Ministero degli esteri e tutte le rispettive strutture specializzate, affinché vengano avviate ed intrattenute le necessarie relazioni diplomatiche con i governi dei paesi stranieri in vista della stipulazione delle opportune convenzioni e protocolli d'intesa;
2) ad attivarsi affinché il Governo nazionale riunisca attorno ad un tavolo di confronto tutte le regioni al fine di trovare opportune soluzioni alla comune problematica del sovraffollamento delle carceri e della territorializzazione della pena;
3) ad attivarsi affinché vengano messe a disposizione le necessarie risorse finanziarie al fine di favorire la realizzazione dei predetti obiettivi;
4) a provvedere, con la massima urgenza, ad istituire la Commissione interistituzionale permanente, organismo determinante per la compiuta esecuzione del protocollo siglato il 7 febbraio 2006.
Cagliari, 22 aprile 2010