CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 25
MOZIONE ZUNCHEDDU - BEN AMARA - SECHI - URAS - ZEDDA Massimo sull'inquinamento ambientale e la salute delle popolazioni in aree industriali, minerarie, poligoni militari in Sardegna e sull'istituzione di una commissione medica permanente di vigilanza.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- alla luce delle preoccupanti statistiche che denunciano una elevata incidenza di patologie tumorali tra i sardi, con particolare interessamento dei lavoratori che operano in siti industriali, in poligoni militari e in siti minerari, si pone la necessità di una seria riflessione in sede istituzionale e conseguenti scelte tempestive atte a monitorare costantemente lo stato di salute dei lavoratori a rischio e delle popolazioni che vivono in quei contesti;
- già i dati emersi da un precedente studio promosso dalla Regione, dai sindaci e dalle ASL dei territori interessati sono alquanto allarmanti malgrado ci siano fondate tesi che certificano che la situazione della salute dei sardi sia ancora più drammatica;
- un problema ulteriormente discriminante per i numerosi sardi che contraggono patologie letali da inquinamento ambientale è l'impossibilità di stabilire con certezza il nesso di causalità tra esposizione a sostanza tossica e malattia;
- la negazione della tutela legale al cittadino che ha contratto malattia da inquinamento è avallata dalla mancanza di certezze scientifiche in questo campo: ma chi fa questi studi? Chi è che porta avanti certe nozioni? Chi impone l'approfondimento delle conoscenze in materie oncologiche e il famigerato nesso di causalità tra esposizione ed evento, tra esposizione e malattia?
SOTTOLINEATO che:
- in generale sono le stesse aziende coinvolte che "finanziano e indirizzano" gli studi;
- l'azienda interessata diviene così controllore di se stesso e in nome del profitto la scienza perde la sua indipendenza;
- ciò significa che agli stessi fini del riconoscimento della "malattia professionale" o da "esposizione a sostanze inquinanti in aree geografiche più ampie", chi contrae la malattia o i familiari delle persone decedute inequivocabilmente per esposizione a sostanze tossiche prodotte da industrie, poligoni militari e miniere, devono dimostrare "scientificamente" alla legge italiana la "causa responsabile";
- a causa dello stato di disagio e di povertà della Sardegna, è sempre più difficile per i sardi discriminati dalla legge italiana, sostenere costi elevatissimi per azioni legali e per indagini scientifiche tese alla "ricerca della verità" da contrapporre al potere delle aziende, sia pubbliche che private;
EVIDENZIATO che:
- i dati ufficiali emersi dalla suddetta indagine sullo stato di salute dei sardi dal 1981 al 2001 (eseguita da RAS, ASL ed enti locali con l'assistenza tecnica dell'Osservatorio epidemiologico regionale, con i fondi del Quadro comunitario di sostegno PON ATAS 2000-2006, e gestita dal Ministero della salute e dalla società Epidemiologia sviluppo ambiente (ESA) benché sottostimati, evidenziano un quadro drammatico cui le istituzioni devono dare risposte;
- i sardi si ammalano e muoiono principalmente per patologie tumorali in una percentuale nettamente più elevata rispetto alle altre regioni italiane;
- così come le malattie respiratorie, dell'apparato digerente, della tiroide, le allergie hanno un'altissima incidenza in Sardegna;
- anche fra i bambini delle aree inquinate come a Sarroch, si registra un incremento di bronchiti croniche, asma bronchiale, allergie ecc.;
- gli studiosi sono allarmati dalla possibilità di danni genetici;
- gli uomini sono maggiormente colpiti da tumori del fegato, del polmone e del sangue (in gran parte dovuti all'inquinamento ambientale e alle esposizioni professionali);
- i dati rilevati per aree industriali, minerarie e militari sono particolarmente allarmanti:
Aree industriali
- a Portoscuso: i decessi per malattie respiratorie (con maggiore incidenza fra gli uomini) sono stati 205 contro 125 previsti rispetto alla media italiana;
- a San Gavino 69 decessi contro 47 previsti;
- a Portoscuso: morti per pneumoconiosi (che raggruppano varie malattie come l'asbestosi, dovuta all'inalazione di fibre di amianto e la silicosi, causata dall'inalazione di particelle di silice) 117 su 30 previsti;
- a Portoscuso e Sarroch: l'incidenza del cancro polmonare è superiore al 24 per cento;
- a Porto Torres: la mortalità per tumori era in eccesso del 4 per cento negli uomini e del 9 per cento nelle donne; decessi per le malattie respiratorie 28 per cento contro l'8 per cento previsto; per malattie dell'apparato digerente 21 per cento contro 13 per cento previsto; per tutti i tumori 9 per cento contro 4 per cento previsto; per tumori del fegato 21 per cento contro il 18 per cento;
Aree minerarie
nonostante la tendenza alla riduzione dell'eccesso di mortalità per malattie respiratorie non tumorali, intorno al 2000 a Iglesias e ad Arbus si registravano ancora eccessi significativi negli uomini. In questi ultimi anni, i morti per pneumoconiosi sono stati in media 20 all'anno ad Arbus e 10 a Iglesias. Così come ad Arbus i tumori polmonari negli uomini erano aumentati del 72 per cento contro il 56 per cento mentre a Iglesias del 108 per cento contro il 72 per cento;
Aree militari
nell'area militare di La Maddalena si è registrato un eccesso del 121 per cento per i tumori alla vescica. Eccessi significativi di morti e ricoveri ospedalieri per linfoma non Hodgkin (mortalità 1981-2001, negli uomini, 17 osservati contro 6,3 attesi; nelle donne 8 su 5,6). Nell'area di Salto di Quirra, tra il 1997 e il 2001 le morti per mieloma negli uomini sono state del 5 per cento su 2,3 per cento previsto mentre le leucemie erano aumentate nei due sessi;
PRESO ATTO che:
- la Sardegna e le sue strutture preposte nell'affrontare il problema della "salute ambientale" hanno un colpevole ritardo; è venuta totalmente a mancare da parte istituzionale la vigilanza e la tutela sulla salute dei luoghi (terra, mare, aria) e delle popolazioni che vivono nelle sedi interessate dai fenomeni di inquinamento;
- le istituzioni continuano a ignorare la gravità della situazione non tutelando gli interessi della collettività; mancano norme specifiche e in particolar modo quelle che dovrebbero contemplare sanzioni penali per i responsabili dei danni;
- la Regione non attuando sistemi di prevenzione dei "mali" derivanti da qualsiasi tipo di attività economica e militare non è stata garante della salute e del "bene" dei sardi;
- essa ha privilegiato il "profitto" di grosse lobby industriali e lo Stato che ha imposto in Sardegna il 60 per cento dei poligoni militari (previsti per tutto il territorio italiano);
- il dramma dei malati e dei morti da queste cause sono sotto gli occhi di tutti e la Regione e gli enti locali si trovano nella condizione di dover prendere atto, con notevole ritardo, che non hanno adempiuto ad un ruolo di primaria importanza: la "tutela" e "prevenzione" della salute e del patrimonio ambientale,impegna il presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a imporre norme e regole rigide alle aziende anche in materia di bonifica dei luoghi contaminati;
2) a istituire una commissione sanitaria permanente autonoma e slegata dagli interessi locali, con la concertazione delle istituzioni, delle università, con tecnici e specialisti riconosciuti, e con il supporto delle associazioni ambientaliste e sociali che nel tempo si sono impegnate nel settore della salute ambientale e delle popolazioni perché il dovere delle istituzioni della politica non è quello di "avere la certezza assoluta che il cittadino non si ammali", ma quello di "prevenire", cioè scegliere prima anche in materia di "sviluppo economico" che cosa è meglio per la salute delle persone e dei luoghi.
Cagliari, 13 ottobre 2009