CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

Mozione n. 20

MOZIONE FLORIS Mario - CUCCUREDDU - MULAS su "sviluppo e riforme" nell'unità del popolo sardo per il progresso civile ed economico della Sardegna.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che la Sardegna vive una condizione difficile sotto il profilo economico e sociale, nel contesto della crisi globale che ha investito il mondo, l'Europa e l'Italia; ma non sono gli effetti e le conseguenze della "globalizzazione" che hanno fatto sentire i morsi della crisi sul debole tessuto economico, produttivo e occupazionale della nostra Isola, è, anche, soprattutto, il cronico ritardo accumulato negli anni nell'affrontare i processi di riforma delle istituzioni e nell'assumere le necessarie decisioni, in primo luogo quelle relative allo Statuto di autonomia, con il conseguente ammodernamento della pubblica amministrazione locale e regionale alle mutate esigenze, in termini di efficienza e di adeguatezza, della società civile; è anche la mancanza di un nuovo organico progetto di sviluppo che valorizzi le risorse materiali e immateriali proprie della Sardegna e nel contempo inserisca l'Isola nei nuovi processi dell'economia globale e avanzata facendo delle nostre risorse e del nostro territorio una vera ed unica piattaforma culturale ed economica dell'Europa e dell'Italia proiettata verso i paesi afro-asiatici; è, ancora, l'assenza di una strategia complessiva unitaria della classe politica isolana, a tutti i livelli, capace di portare univocamente la voce e le istanze dei sardi per essere veramente ascoltati nelle sedi nazionali, europee e internazionali, nelle quali la Sardegna deve poter contare nelle scelte e nelle decisioni che direttamente la riguardano; è legittimo, pertanto, che emergano dubbi e contraddizioni, che si pongono da parte della pubblica opinione domande non solo sul contesto attuale, sul futuro di breve e medio-lungo termine che trovano puntuale riscontro sugli organi di informazione locale più diffusi, portatori anch'essi degli interessi del popolo sardo: cosa fare, ci viene chiesto, sollecitando nel contempo risposte altrettanto puntuali, come proporsi davanti al Governo del Paese in vista del federalismo, a partire da quello fiscale? L'autodeterminazione è una strada praticabile? Come ottenere da Roma i denari che sono nostri? Che uso farne? Come la Sardegna si pone nei rapporti dell'Europa delle regioni e come si organizza politicamente e strutturalmente?

PRESO ATTO che tali premesse rappresentano i presupposti politici per avviare una discussione complessiva, aperta al contributo d tutte le forze politiche e di tutte le rappresentanze istituzionali, economiche, sociali e culturali del popolo sardo;

AVUTO RIGUARDO dei programmi con i quali i singoli partiti e le coalizioni politiche si sono presentati alle ultime consultazioni elettorali in Sardegna per governare la Regione, assumendo impegni, anche attraverso le loro rappresentanze politiche e dirigenziali ai più alti livelli, per la loro attuazione, sia sul piano delle riforme che su quelli dell'economia, del lavoro e dell'occupazione;

TENUTO CONTO che i tempi della politica a livello regionale e a livello nazionale consentono di concludere nel corso delle attuali legislature regionale e parlamentare i processi di riforma, in particolare l'approvazione del nuovo Statuto di autonomia e l'attuazione del federalismo fiscale, unitamente a tutti gli altri provvedimenti normativi e organizzativi che ne discendono a livello statale, regionale e locale, solo se tali processi verranno rapidamente attuati;

CONSIDERATO che alle predette riforme sono strettamente connessi i processi di crescita civile e di sviluppo economico della comunità sarda che si trova, oggi, ad affrontare il momento storico decisivo per uscire definitivamente dalle situazioni di arretratezza e di sottosviluppo nelle quali per troppo tempo è stata relegata ed avviare finalmente quel cammino di progresso al quale il popolo sardo aspira e al quale ha diritto;

PRESO ATTO delle proposte che le singole forze politiche hanno predisposto e formalizzato in questi primi mesi della XIV legislatura regionale, portando anche al confronto e al dibattito politico pubblico che ha visto, tra l'altro, esprimersi autorevoli opinioni su temi di nota rilevanza come: "Ora serve un nuovo Piano di rinascita"; "Il divario nord-sud e l'unità nazionale"; "Attivare investimenti del Sud" o anche "Una strategia per uscire dalla crisi: una vera riforma con il nuovo Statuto", tutti temi considerati strategici per il progresso della Sardegna per vincere la sfida in termini di lavoro e di occupazione, all'interno di un processo di sviluppo condiviso compatibile con la tutela, la conserva¬zione, la gestione delle risorse naturalistiche e ambientali incomparabili della nostra Isola;

AVENDO A MENTE il ruolo e la funzione che la Sardegna ha avuto e che tuttora ha nello scacchiere degli equilibri europei e mondiali per la sicurezza e la pace dei popoli e, quindi, il peso che la nostra Isola ha sopportato e sopporta con sacrifici che ne hanno condizionato lo sviluppo in nome e a tutela della solidarietà nazionale, europea e internazionale;

DATO ATTO che in questi primi mesi della XIV legislatura tutte le forze politiche, con scelte condivise dalle parti sociali ed economiche, hanno concorso ad adottare i necessari ed opportuni provvedimenti normativi e finanziari per dare le risposte più adeguate alla crisi economica che ha investito la Sardegna, soprattutto al dramma del lavoro e dell'occupazione, e che sono stati posti in essere interventi utili per il breve e medio periodo;

EVIDENZIATO che è indispensabile pensare e predisporre un "Progetto Sardegna" che abbia valenza strategica e quindi complessivamente individui le iniziative e le azioni necessarie sotto il profilo politico, istituzionale ed economico per il futuro del popolo sardo;

TENUTO CONTO che il metodo della semplice protesta e della semplice rivendicazione risultano ormai superati ed improduttivi di efficaci risultati perché in sé sottintendono una sostanziale debolezza di proposta e di istanza, mentre è certamente più efficace e produttivo un confronto a tutto campo su un "Progetto Sardegna" come fulcro del più vasto e complessivo progetto dell'Italia federale attraverso il quale assumere la piena e totale responsabilità del governo della Sardegna e delle sue risorse materiali e immateriali;

RIAFFERMATO il principio che lo Statuto sardo è il fulcro dei poteri autonomistici e di autodeterminazione ed è anche il regolatore della convivenza civile della Sardegna e del suo progresso sociale ed economico;

CONSIDERATO che la legge delega 5 maggio 2009, n. 42, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione prevede che la Regione Sardegna, quindi i suoi organi di Consiglio e Giunta, nel rispetto degli obblighi posti dall'ordinamento comunitario, concordino con lo Stato criteri e modalità da stabilire con norme di attuazione dello Statuto da definire, come recita testualmente l'articolo 27, comma 1, della predetta legge delega, con le procedure previste dallo Statuto medesimo, entro il termine di ventiquattro mesi dalla data della sua entrata in vigore;

RILEVATO, ancora, che il comma 7 del citato articolo 27 della legge delega 5 maggio 2009, n. 42, prevede, al fine di assicurare il rispetto delle norme fondamentali e dei principi che da essa derivano, tra i quali anche il riconoscimento degli svantaggi strutturali permanenti, come costi dell'insularità, istituisce presso la Conferenza permanente Stato-regioni e Province autonome di Trento e Bolzano un tavolo di confronto tra il Governo e ciascuna regione a statuto speciale con il compito di individuare linee guida, indirizzi e strumenti per conseguire gli obiettivi di perequazione e di solidarietà e per valutare la congruità delle ulteriori attribuzioni finanziarie, intervenute successivamente all'entrata in vigore degli statuti; detto tavolo di confronto è, come stabilisce la legge delega, costituito dai ministri per i rapporti con le regioni, per le riforme e per il federalismo, per la semplificazione normativa, dell'economia e delle finanze e per le politiche europee nonché dal Presidente della Regione;

TENUTO CONTO che detto tavolo di confronto doveva essere attivato entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge delega n. 42 del 2009, e che per definire linee guida, indirizzi e strumenti è indispensabile che venga coinvolto il Consiglio regionale e tutte le rappresentanze politiche perché il Presidente della Regione possa avere il conforto e il sostegno di tutta la società sarda in questa fase delicata e determinante per il futuro della Sardegna;

RIBADITO, altresì, che gli articoli 4 e 5 della predetta legge delega n. 42 del 2009 prevedono l'istituzione di una Commissione tecnica paritetica presso il Ministero dell'economia per l'attuazione del federalismo fiscale e, all'interno della conferenza unificata, una Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica per predisporre tutti gli atti preparatori ai fini dell'emanazione delle norme di attuazione degli statuti attraverso le quali si dovrebbe realizzare il federalismo fiscale;

CONSIDERATO che il Governo dello Stato ha ventiquattro mesi di tempo per emanare le norme di attuazione dello Statuto ai fini della messa a regime della legge delega n. 42 del 2009, quindi incidendo su norme statutarie ormai obsolete o in buona parte inadeguate;

OSSERVATO, ancora, che per effetto delle stringenti norme statali sul federalismo fiscale appare urgente e indilazionabile che il Consiglio regionale affronti con immediatezza il tema delle riforme istituzionali, a partire dal nuovo Statuto e dalla riforma interna della Regione per evitare conseguenze dannose e irreparabili per la Sardegna a causa della limitatezza dei poteri speciali di autonomia rispetto a quelli di altre regioni ad autonomia differenziata, ma anche a quelli delle stesse regioni a statuto ordinario,

impegna il Consiglio regionale

ad avviare con immediatezza e comunque entro trenta giorni una speciale sessione sulle riforme, in primo luogo sull'avvio delle procedure di approvazione del nuovo Statuto di autonomia con il convincimento che occorra, innanzitutto, un'ampia apertura culturale e politica tesa ad eliminare anacronistici motivi di contrasto o incomprensioni per ritrovarci in pochi, ma significativi principi che recepiscano e portino a compimento le aspirazioni del popolo sardo, trovando punti significativi e determinanti di equilibrio tra le posizioni delle singole forze politiche e quelli generali della comunità isolana;

impegna la Giunta regionale

a predisporre le linee strategiche di un organico "Progetto Sardegna" da presentare entro trenta giorni all'esame del Consiglio regionale;

impegna il Consiglio regionale e la Giunta regionale

1) a portare all'attenzione di tutti i livelli istituzionali (Presidente della Repubblica - Presidente del Senato - Presidente della Camera - Presidente del Consiglio dei ministri) e politici il "Progetto Sardegna per le riforme e lo sviluppo", con il coinvolgimento e la partecipazione di tutte le componenti della Società sarda, in modo che il Parlamento possa approvare il nuovo Statuto sardo di autonomia nei tempi più celeri possibili, entro l'attuale legislatura, comunque prima dell'emanazione dei decreti delegati e delle norme di attuazione del federalismo fiscale secondo le indicazioni e le aspettative del popolo sardo.

Cagliari, 22 settembre 2009