CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 19
MOZIONE BRUNO - URAS - SALIS - ZEDDA Massimo - CUCCU - MELONI Valerio - SOLINAS Antonio - ESPA - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - DIANA Giampaolo - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SORU - ZUNCHEDDU sull'accordo tra il Ministero dell'istruzione, università e ricerca e la Regione Sardegna, "per la realizzazione di interventi finalizzati all'integrazione e al potenziamento dell'offerta di istruzione" sottoscritto dal Ministro Gelmini e dall'Assessore Baire in data 31 luglio 2009, e sulla drammatica situazione della scuola in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che, a seguito della drastica riduzione delle cattedre determinata dal nuovo regolamento emanato dal Governo nazionale per l'anno scolastico 2009/2010, migliaia di insegnanti precari storici della Sardegna sono esclusi dagli incarichi annuali di insegnamento, chiudendo classi ed aule nei paesi di montagna e nelle zone urbane delle città a più alto rischio di emarginazione, tagliando posti di sostegno contro i diritti degli alunni con disabilità e delle loro famiglie e limitando la possibilità di realizzazione di attività extrascolastiche;
CONSIDERATO che, alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale del 2 luglio 2009 che ha dichiarato incostituzionali alcune norme previste nel decreto, tra cui proprio il ridimensionamento della rete scolastica sul territorio, la richiamata riduzione delle cattedre e il previsto aumento del numero di studenti per classe, il possibile accorpamento delle classi e chiusura di scuole, la riduzione del tempo pieno, oltre alla perdita delle opportunità di lavoro per gli insegnanti precari, determinano un preoccupante deterioramento della qualità della scuola, con gravi minacce per i diritti essenziali dell'istruzione pubblica in Sardegna e generano enormi disagi agli alunni stessi e alle loro famiglie, riportando la scuola sarda indietro di qualche decennio attraverso l'incontestabile riduzione del "tempo scuola";
RILEVATO che la drammatica situazione degli insegnanti precari e la tensione generalizzata del mondo scolastico sono aggravate in Sardegna dall'inerzia della Giunta regionale nell'affermare subito con forza ed efficacia di fronte al Governo nazionale la peculiarità evidente della situazione sarda, non solo culturale ed identitaria, ma legata anche alla distribuzione della popolazione e alla difficile viabilità;
VISTO l'accordo tra il Ministero dell'istruzione, università e ricerca (MIUR) e la Regione Sardegna, "per la realizzazione di interventi finalizzati all'integrazione e al potenziamento dell'offerta di istruzione" sottoscritto dal Ministro Gelmini e dall'Assessore Baire in data 31 luglio 2009;
CONSIDERATO che in tale accordo, avvenuto senza alcuna consultazione dei sindacati e delle parti sociali, degli studenti, delle famiglie e delle loro associazioni, la Giunta regionale "appalta" di fatto al Governo nazionale la gestione delle politiche sulla scuola in Sardegna, sottraendo 20 milioni di euro di risorse proprie regionali già stanziati dal Consiglio regionale con la legge finanziaria 2009, mentre il Governo, causa dei pesanti tagli che producono gravissimi costi sociali per la popolazione sarda e si appropria della maggioranza assoluta del comitato paritetico previsto nell'accordo, in modo da poter controllare e determinare, a prescindere dalla volontà delle istituzioni sarde, qualunque soluzione strategica sul sistema scolastico sardo;
RILEVATO, inoltre, che nulla si dice nell'accordo stipulato sulle eventuali nomine e che pertanto il personale della scuola e i suoi sindacati manifestano gravi rilievi sulle discriminazioni e i possibili favoritismi discrezionali di eventuali chiamate che non rispettino le procedure adottate fino ad oggi sugli incarichi del personale;
CONSIDERATO che:
- i 20 milioni di euro di fondi regionali previsti nell'accordo Gelmini - Baire sono insufficienti a coprire il reale fabbisogno delle scuole dell'Isola e vengono sottratti alle scuole per i progetti finalizzati a combattere la dispersione scolastica e a sostenere l'autonomia organizzativa e didattica in favore degli studenti e agli alunni con disabilità, creando un danno alle scuole che saranno costrette a ridurre la loro offerta formativa ad anno scolastico iniziato;
- comunque, in ogni caso, le altre regioni italiane che hanno raggiunto accordi con il governo, ad esempio Lombardia e Sicilia, hanno ottenuto cospicui finanziamenti dal Ministero al momento della stipula degli accordi MIUR - regioni,impegna la Giunta regionale
1) ad annullare, anche unilateralmente, l'accordo tra il Ministero dell'istruzione, università e ricerca e la Regione Sardegna "per la realizzazione di interventi finalizzati all'integrazione e al potenziamento dell'offerta di istruzione" sottoscritto dal Ministro Gelmini e dall'Assessore Baire in data 31 luglio 2009, e a non procedere a qualunque delibera, ratifica o atto attuativo ai sensi dell'accordo in oggetto;
2) a procedere con la massima urgenza all'apertura di una forte vertenza con il Governo nazionale al fine di assicurare il diritto allo studio dei giovani sardi attraverso l'adozione di un piano generale per la riqualificazione del sistema regionale della pubblica istruzione, che impedisca la chiusura delle scuole e che, nell'individuazione dei criteri, riconosca il carattere speciale dei territori interni e montani della Sardegna e la peculiarità delle aree urbane a maggior rischio di emarginazione;
3) ad assumere iniziative per sostenere le rivendicazioni del personale docente e non docente precario, in particolare per coloro che sono entrati quest'anno in stato di disoccupazione, al fine di assicurare la loro stabilizzazione occupazionale nell'ambito della riqualificazione del sistema scolastico e formativo della nostra Regione;
4) a tutelare il diritto allo studio degli studenti sardi con disabilità, attraverso provvedimenti il più possibile rispondenti alle reali esigenze di ciascuno e non rispondenti a meri calcoli ragionieristici, perché non si rischi di fare passi indietro sui diritti essenziali acquisiti, affinché non si creino gravi discriminazioni e si garantiscano pari opportunità per tutti.
Cagliari, 11 settembre 2009