CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

Mozione n. 14

MOZIONE ESPA - BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sulla drammatica situazione dei tagli del Governo per la scuola pubblica in Sardegna e sulle possibili conseguenze discriminatorie nei confronti degli studenti sardi con disabilità, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che, a seguito della drastica riduzione delle cattedre annunciata dal nuovo regolamento emanato dal Ministro dell'istruzione Gelmini per il prossimo anno scolastico 2009/2010, un migliaio di insegnanti precari storici della Sardegna rischia di restare escluso dagli incarichi annuali di insegnamento;

CONSIDERATO che, come rilevato dalle dichiarazioni del Direttore scolastico regionale Armando Pietrella nell'audizione presso la Commissione consiliare competente, ai numerosi pensionamenti per il prossimo anno non corrisponderanno altrettante immissioni in ruolo dei docenti aventi diritto, con l'effetto del mantenimento di una situazione di precariato che non sarà stabilizzato;

CONSIDERATA la mobilitazione dei sindacati della scuola che denunciano, tra l'altro, più di 2.200 posti a rischio tra personale docente e ATA in Sardegna già dall'inizio del prossimo anno scolastico e ulteriori conseguenze per oltre 500 docenti soprannumerari che saranno costretti improvvisamente a cambiare sede di servizio peggiorando le loro condizioni di lavoro e di vita, con maggiori costi da sostenere;

CONSIDERATO che, alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale del 2 luglio 2009, n. 200 che ha dichiarato incostituzionali alcune norme previste nel decreto tra cui proprio il ridimensionamento della rete scolastica sul territorio, la riduzione delle cattedre e il previsto aumento del numero di studenti per classe, il possibile accorpamento delle classi e chiusura di scuole, la riduzione del tempo pieno, oltre alla perdita delle opportunità di lavoro per gli insegnanti precari, rischia di determinare un preoccupante deterioramento della qualità della scuola, con gravi minacce per i diritti essenziali dell'istruzione pubblica in Sardegna e, oltre che generare enormi disagi agli alunni e alle loro famiglie, riporterebbe la scuola sarda indietro di qualche decennio attraverso l'incontestabile riduzione del "tempo scuola";

CONSTATATO che l'aumento del numero di studenti per classe, l'accorpamento e la chiusura di scuole potrebbero avere effetti devastanti, in particolare per i territori interni e montani dell'Isola, che sarebbero così privati di un servizio essenziale di progresso e sviluppo per il territorio, sovente l'unica presenza locale delle istituzioni, e che già si manifestano i primi accorpamenti automatici, basati su un mero calcolo numerico e non sull'offerta formativa proposta alle famiglie, con il risultato di pervenire alla composizione di classi molto numerose, e con la compresenza di più alunni con disabilità;

CONSIDERATO che, in modo particolare nei piccoli centri, sussiste il rischio di conseguenze discriminatorie e non inclusive per gli alunni con disabilità, circa 4.500 in Sardegna nelle scuole di ogni ordine e grado, che hanno oggettive difficoltà negli spostamenti in un comune diverso da quello di residenza e che sarebbero pertanto a rischio dispersione, con la reale possibilità che la chiusura dei plessi nei piccoli centri possa significare l'impedimento, per le situazioni più gravi, della frequenza scolastica e la negazione del costituzionale diritto allo studio;

RILEVATO che:
- la situazione sull'attribuzione del sostegno scolastico agli alunni con disabilità deve rispondere alle esigenze effettive espresse e documentate che devono essere soddisfatte per garantire pienamente il diritto allo studio, anche con il rapporto 1:1, come già stabilito dalle numerose sentenze dei tribunali ordinari della Sardegna prima e dai TAR e Consiglio di Stato oggi, che ribadiscono la necessità di attente valutazioni caso per caso, nonostante il rapporto medio nazionale, al fine di garantire nel rispetto della Costituzione il "pieno soddisfacimento delle effettive esigenze rilevate" (ordinanza del Consiglio di Stato del 24 febbraio 2009);
- la drammatica situazione degli insegnanti precari e la tensione generalizzata del mondo scolastico sono aggravate in Sardegna dall'inerzia della Giunta regionale nell'affermare subito con forza ed efficacia di fronte al Governo nazionale la peculiarità evidente della situazione sarda, non solo culturale ed identitaria, ma legata anche alla distribuzione della popolazione e alla difficile viabilità;

VISTA la circolare del Ministero dell'istruzione n. 38 del 2009 dove, in toni gravemente perentori, si richiama la "responsabilità dirigenziale" per i dirigenti scolastici regionali e per i dirigenti delle singole scuole paventando una responsabilità diretta e personale per eventuali aggravi di spesa per il mancato rispetto restrittivo, in base al decreto interministeriale, sugli organici del personale docente e delle tabelle ad esso allegate;

CONSIDERATO che è dovere del Ministero dell'istruzione quello di garantire il diritto costituzionale allo studio di tutti i cittadini attraverso l'impiego dell'organico qualificato e dei finanziamenti necessari alle scuole per migliorare la qualità dell'offerta formativa, in rete con tutte le istituzioni coinvolte ciascuna nell'ambito delle proprie competenze, Ministero della salute, regioni, aziende sanitarie, province, comuni,

impegna la Giunta regionale

1) ad assumere iniziative per sostenere le rivendicazioni del personale docente e non docente e in particolare degli insegnanti precari, al fine di assicurare la loro stabilizzazione occupazionale nell'ambito della riqualificazione del sistema scolastico e formativo della nostra Regione;
2) a procedere con la massima urgenza all'apertura di una vertenza con il Governo nazionale al fine di assicurare il diritto allo studio dei giovani sardi attraverso l'adozione di un piano generale per la riqualificazione del sistema regionale della pubblica istruzione, che impedisca la chiusura delle scuole e che, nell'individuazione dei criteri, riconosca il carattere speciale dei territori interni e montani della Sardegna; in particolare alla luce di quanto stabilito lo scorso 2 luglio dalla Corte Costituzionale che ha giudicata parzialmente illegittime alcune norme del decreto Gelmini proprio sull'azione di ridimensionamento della rete scolastica;
3) a tutelare il diritto allo studio degli studenti sardi con disabilità, attraverso provvedimenti il più possibile rispondenti alle reali esigenze di ciascuno e non determinati da a meri calcoli ragionieristici, perché non si rischi di fare passi indietro sui diritti essenziali acquisiti, affinché non si creino gravi discriminazioni e si garantiscano pari opportunità per tutti.

Cagliari, 7 luglio 2009