CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 13
MOZIONE DIANA Giampaolo - BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sulla crisi economica, sociale ed occupazionale in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- nell'ultimo anno la crisi finanziaria internazionale ha investito pesantemente l'intero sistema economico nazionale e, in Sardegna, ha avuto ripercussioni devastanti con calo di ordinativi, di livelli di produzione e di fatturato di tutte le imprese e dei consumi;
- gli istituti di analisi prevedono nei prossimi due anni in Italia il PIL negativo con l'ulteriore flessione della produzione industriale e la contrazione dei livelli occupativi;
- si sono persi in un anno nell'Isola circa 30.000 posti di lavoro, di cui 20.000 nella sola industria ed il tasso di disoccupazione è tornato a crescere, attestandosi al 13,3 per cento (fonte ISTAT);
- la crisi coinvolge l'intero sistema produttivo, dalla chimica al tessile, dalla metallurgia all'agro- alimentare, solo per citare i settori più significativi;
- gli stessi fattori alla produzione, costi energetici, trasporti, credito, costituiscono una sensibile diseconomia per l'intero sistema economico isolano;
- il sistema produttivo in Sardegna è segnato da un forte squilibrio tra i diversi settori merceologici:
- l'industria rappresenta meno del 13 per cento del contributo di valore aggiunto rispetto al 25 per cento della media nazionale e del 16 per cento del Mezzogiorno;
- gli addetti in questo settore sono di poco superiori al 10 per cento, contro una media nazionale di oltre il 22 per cento;
- nello scorso mese di aprile, il livello di fiducia delle imprese sarde, ha perso il 6 per cento, contro una media nazionale che è cresciuta di 3 punti;
- la cassa integrazione interessa 4.000 lavoratori e sono oltre 350 le imprese che ne hanno fatto richiesta, con un aumento, nell'ultimo anno, di oltre il 500 per cento;
- i sardi occupati sono di poco superiori alle 600.000 unità, di cui 430.000 sono i lavoratori dipendenti e di questi oltre 100.000 sono con contratti atipici; la dinamica delle trasformazioni dei contratti atipici in contratti a tempo indeterminato è la più lenta del Paese e colloca la Sardegna al 1° posto in Italia come percentuale di lavoro precario;
- i redditi da lavoro dipendente sono più bassi del 18 per cento rispetto alla media nazionale, con punte del 22 per cento rispetto al nord Italia; il reddito medio mensile delle pensioni INPS in Sardegna è pari a 614,22 euro, la media nazionale è di 781,89 euro, quella del centro di 795,58 euro, mentre quella del nord è di 845,48 euro;
CONSIDERATO che:
- le conseguenze della crisi e l'estendersi del disagio sociale costringono circa 400.000 persone (il 22 per cento delle famiglie), a vivere sotto la soglia di povertà relativa;
- la perdita del lavoro viene vissuta come un fatto privato gravato da sensi di colpa e frustrazioni e solo politiche sociali mirate potrebbero attenuare il disagio in attesa di una ricollocazione;
- gli interventi comunitari prevedono la possibilità di elevare gli aiuti di Stato da concedersi fino al 31 dicembre 2010 nelle regioni europee più svantaggiate, con lo scopo di sostenere lo sviluppo economico, gli investimenti e l'occupazione, e di aiutare le piccole imprese di nuova costituzione con le seguenti priorità:
- aiuti agli investimenti e all'occupazione in favore delle PMI;
- aiuti in favore di piccole imprese di recente costituzione a partecipazione femminile;
- aiuti a favore di ricerca, sviluppo e innovazione;
- aiuti per la tutela ambientale;
- aiuti sotto forma di capitale di rischio in caso di partecipazione o gestione di un fondo di investimento orientato al profitto, gestito secondo criteri commerciali;
- aiuti per la tutela ambientale, sotto forma di riduzioni fiscali, di investimenti in misure di risparmio energetico e volti a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili;
- aiuti alla formazione;
- aiuti in favore dei lavoratori svantaggiati e disabili;
RICORDATO che:
- il 14 luglio 2003, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, si è sottoscritto l'accordo di programma per la chimica, finalizzato al consolidamento e riqualificazione dei poli chimici (Porto Torres, Ottana, Cagliari);
- tale accordo prevedeva il cofinanziamento di Stato e Regione per un totale di 300 milioni di euro, di cui 200 a carico dello Stato e 100 a carico della Regione; a seguito del citato accordo sono state presentate e approvate dal CIPE numerose proposte di contratti di programma per interventi nei tre siti industriali, in gran parte inattuate, sostanzialmente per due ragioni:
a) dei 300 milioni di euro solo i 100 a carico della Regione sono stati messi a disposizione dalla precedente Giunta regionale, mentre mancano i 200 previsti dal Governo nazionale;
b) l'ENI non ha rispettato il dettato dell'accordo sottoscritto, determinando, di fatto, la progressiva paralisi e chiusura delle produzioni chimiche sarde;
- il 19 dicembre 2003, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, si è sottoscritto un accordo di programma tra Stato e Regione che prevedeva la definizione di intese anche con l'Unione europea per stabilire in via definitiva un regime tariffario per l'industria energivora della Sardegna, in linea con quella europea;
- tale accordo, ad eccezione degli importanti accordi bilaterali sottoscritti dalla precedente Giunta regionale con ENEL ed ENDESA, poi decaduti a seguito della sentenza del TAR del Lazio, risulta ancora inattuato a causa delle contraddizioni tra il Ministero dell'economia e quello dello sviluppo economico; l'inconcludenza del Governo blocca il progetto integrato Carbolsulcis e la fornitura di energia elettrica a costi competitivi per l'industria energivora della Sardegna;
PRESO ATTO che la Giunta regionale, nell'approvare la finanziaria 2009, ha dato solo una parziale risposta ai 5.000 lavoratori licenziati nell'ultimo anno sprovvisti di ammortizzatori sociali e niente è stato fatto per la stabilizzazione dei lavoratori precari,impegna la Giunta regionale
1) a chiedere al Governo e all'ENI di far assumere ai siti di Porto Torres ed Assemini valenza nazionale nel processo di ottimizzazione e razionalizzazione in atto, anche alla luce delle determinazioni che sta assumendo la Regione Veneto;
2) ad un confronto con il Governo nazionale finalizzato ad ottenere certezze sull'abbattimento dei costi delle tariffe elettriche, in linea con la media dei costi europei per l'industria energivora sarda;
3) a negoziare col Governo, nella more della metanizzazione, attraverso la leva fiscale, l'equiparazione del costo della caloria prodotta in Sardegna con combustibili diversi dal metano a quella prodotta nel resto della penisola col metano;
4) a reperire nel collegato alla finanziaria regionale le risorse sufficienti per dare risposta a tutti i 5.000 lavoratori privi di ammortizzatori sociali;
5) ad inserire nel collegato alla finanziaria le norme e le risorse per la stabilizzazione dei tanti lavoratori precari, a partire dalla stessa Amministrazione regionale, degli enti e altre amministrazioni pubbliche e predisporre politiche di incentivazione per le imprese che assumono a tempo indeterminato;
6) a dare attuazione al Piano energetico regionale per incentivare le imprese ad investire nelle aree industriali per la riconversione degli impianti di produzione di tipo convenzionale in impianti da fonti rinnovabili;
7) a recuperare tutte le risorse disponibili da destinare alla bonifica delle aree industriali e di quelle interessate da attività estrattiva;
8) a privilegiare interventi destinati alla valorizzazione dell'economia locale anche al fine di favorire la creazione di nuove opportunità di lavoro;
9) ad istituire un fondo di solidarietà sociale nel quale far confluire tutte le risorse destinate alle misure di sostegno al reddito con carattere di urgenza;
10) a realizzare interventi finalizzati a determinare condizioni del mercato immobiliare in funzione della esigibilità del diritto alla casa concordando con le imprese modalità di contenimento dei costi in capo alle famiglie e alle persone;
11) a presentare entro 30 giorni il Piano regionale dei servizi, delle politiche del lavoro e per l'occupazione di cui alla legge regionale n. 20 del 2005;
12) a predisporre e inviare, ai fini della definitiva approvazione, il Piano regionale di formazione per la sicurezza nel lavoro, di cui alla legge regionale n. 8 del 2008.
Cagliari, 3 luglio 2009