CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURAMozione n. 12
MOZIONE SALIS - COCCO Daniele Secondo - MARIANI sulla necessità di approvare con la massima urgenza un provvedimento che vieti sotto ogni forma la costruzione di centrali nucleari in Sardegna e lo stoccaggio delle scorie altrove prodotte o derivanti da centrali in altri luoghi costruite.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che il dibattito di queste ultime settimane si è concentrato sulle politiche energetiche e lo scorso 24 febbraio il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha incontrato a Roma una delegazione del Governo francese alla presenza del Presidente Sarkozy;
VISTO che in tale occasione è stato approvato un accordo che prevede la realizzazione di almeno quattro centrali nucleari di terza generazione (la prima operativa - si afferma - nel 2020) nel territorio italiano, gettando le basi per "un'ampia collaborazione" tra i due paesi in tutti i settori della filiera, dalla ricerca allo stoccaggio delle scorie;CONSIDERATO che:
- il Presidente della Giunta regionale della Sardegna, Ugo Cappellacci nella sua relazione di presentazione del Programma di governo dello scorso 20 marzo 2009 ha dichiarato: "Quello energetico è un tema centrale del nostro programma di legislatura che, peraltro, ci ha visto impegnati con i nostri alleati del Psd'Az su precisi e condivisi punti programmatici che riguardano, in particolare, l'inserimento fra le priorità della creazione di un polo ambientale avanzato di ricerca, sperimentazione e di produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili ed il riconoscimento della esigenza che tutto il territorio della Sardegna sia e rimanga denuclearizzato. Per queste ragioni intendiamo procedere alla riscrittura del Piano energetico regionale che promuova un maggior uso delle fonti energetiche rinnovabili (energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica e biomasse)";
- il Governo italiano ha definito soddisfacente il "risultato concreto" ottenuto e ha ringraziato per la disponibilità il Governo francese;
- nel 1987 si svolse in Italia un referendum con cui gli italiani dissero di no al nucleare con oltre l'80 per cento di voti;
- non è stata evidenziata la natura oggettivamente costosa dell'energia ottenuta per fissione (in termini di investimento economico, il cui esempio è la vicenda dell' European pressurised reactors (EPR) in Finlandia - ufficialmente in ritardo di 3 anni sui tempi di costruzione e costato almeno 2 miliardi di Euro in più di quanto preventivato - ma anche considerando lo smantellamento e la messa in sicurezza degli impianti, senza limitarsi alla sola fase iniziale);CONSIDERATA:
- la pericolosità dell'ancora irrisolto problema delle scorie radioattive (l'Italia non ha ancora un deposito per i rifiuti atomici del passato);
- la disponibilità limitata (non più di 50 anni) di uranio con riferimento ai dati esposti da scienziati favorevoli al ritorno al nucleare;
- gli elevati costi per assicurare la sicurezza degli impianti da possibili incidenti e da attacchi "terroristici";
VERIFICATO che:
- l'accordo, sembra non tenere minimamente conto della tendenza mondiale (manifestato dal Presidente degli Stati Uniti e da numerosi governi europei) e degli studi internazionali riguardo al nucleare: considerato un passo indietro, una tecnologia obsoleta che non guarda al futuro non tiene conto della necessità di porre immediatamente (e quindi non con i decennali tempi richiesti dal nucleare) rimedio al riscaldamento globale, assicurando un futuro senza scorie e con una tecnologia non antiquata ma orientata alla sostenibilità e alla riduzione dei consumi, ovvero alle fonti rinnovabili e ad una maggiore educazione al risparmio energetico (a cui il nucleare, apparentemente facile e abbondante, oppone la cultura del consumo e dell'insaziabile richiesta di energia);
- nel giorno in cui Italia e Francia firmano l'accordo, sul quotidiano britannico "The Independent" esce un'inchiesta che riporta: "Le centrali nucleari di nuova generazione - che la Gran Bretagna sta progettando di costruire e che sono già in fase di realizzazione in Francia e in Finlandia - sono più pericolose, in caso di incidente, di quelle vecchie che andrebbero a sostituire. A rivelarlo è un'inchiesta del quotidiano, che ha ottenuto una serie di documenti interni all'industria del nucleare dai quali emerge che, sebbene i nuovi EPR siano meno esposti al rischio di guasti, nel caso si verificasse un incidente, la fuoriuscita di radiazioni sarebbe molto maggiore e potrebbe fare anche il doppio delle vittime. Un rapporto redatto dalla società francese Edf rivela che l'emissione di isotopi radioattivi di bromo, rubidio, iodio e cesio sarebbe quattro volte maggiore rispetto alla fuoriuscita che si verificherebbe in un reattore tradizionale. Un altro studio della società di smaltimento di scorie radioattive Posiva Oy sostiene invece che l'emissione dell'isotopo iodio 129 sarebbe addirittura sette volte maggiore. Un terzo dossier, redatto dalla "Swiss national co-operative for the disposal of radioactive waste" conclude invece che la fuoriuscita di cesio 135 e cesio 137 sarebbe maggiore di 11 volte. A rendere i nuovi EPR più pericolosi in caso di incidente, spiega il quotidiano, sarebbe il fatto che sono stati progettati per bruciare il combustibile nucleare ad una velocità doppia rispetto a quelli attuali, modificando la natura stessa del carburante. Oltre alla Finlandia e alla Francia, dove due reattori di nuova generazione saranno realizzati in Normandia, ad essere interessate alla costruzione degli EPR sono la Gran Bretagna, dove quattro reattori verrebbero realizzati dalla Edf nel Somerset e nel Suffolk e l'India, che ne vorrebbe costruire sei.";
- mentre il nostro Governo approva politiche energetiche derivanti da tecnologie degli anni '50, dagli enti locali arrivano, per fortuna, le prime risposte concrete, innovative, capaci di risolvere in tempi brevi e in modo conveniente la crisi energetica; ad esempio il comune di Roma ha approvato una delibera che prevede la sostituzione degli impianti semaforici tradizionali con nuove lampade a led; una soluzione, questa, che potrebbe generare una riduzione dei consumi di elettricità del 90 per cento: le attuali lampade hanno, infatti, una potenza da 80W, mentre la migliore tecnologia disponibile offre semafori a led da 7W,impegna l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente
1) a riprendere e ribadire il passaggio delle dichiarazioni programmatiche sopra citate del Presidente Cappellacci al fine di provocare un pronunciamento di tutto il Consiglio;
2) a formalizzare con la massima urgenza tale pronunciamento, attraverso l'approvazione di un documento che, partendo dall'assunto che chi produce materiale nucleare deve provvedere a stoccarlo e/o riciclarlo nel luogo di produzione:
a) vieti sotto ogni forma la costruzione di Centrali nucleari in Sardegna e dichiari il territorio sardo indisponibile allo stoccaggio delle scorie altrove prodotte o derivanti da centrali in altri luoghi costruite;
b) indichi come chiara alternativa l'attuazione di un Piano di risparmio energetico nonché del Piano energetico regionale (come affermato dal Presidente Cappellacci nelle sue dichiarazioni programmatiche) mirante a promuovere un maggior uso delle fonti energetiche rinnovabili (energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica, biomasse e vettore idrogeno);
c) assuma per la Regione l'impegno di dotare tutti i porti e gli aeroporti della Sardegna dei così detti "portali", Unità monitor su telaio mobile - istallate su veicoli adeguati - per il rilevamento automatico di materiali radioattivi e nucleari nei veicoli e nei pedoni.
A tal fine si chiede espressamente agli Assessori su nominati che riferiscano in aula in merito all'ipotesi:
1) relativa alla costruzione di centrali nucleari sul territorio sardo;
2) allo stoccaggio di scorie nucleari nel territorio sardo.Cagliari, 2 luglio 2009