CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 1304/A

INTERROGAZIONE ARBAU, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione dei lavoratori ex LSU della scuola.

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Il sottoscritto,

premesso che:
- 11.500 lavoratori ex lavoratori socialmente utili (LSU), in uno stato di totale precariato ed incertezza in quanto dipendenti dalle ditte appaltatrici della pulizia nelle scuole, garantiscono dal 2000 i servizi di pulizia di circa 4.000 istituti scolastici del centro e sud Italia;
- il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR), infatti, per pulire le scuole italiane ha bisogno, ogni anno, di oltre 11.000 collaboratori scolastici che, invece di essere assunti, vengono individuati dalle ditte di pulizia attraverso gare d'appalto; fino a pochi anni fa l'appalto delle pulizie nelle scuole costava al MIUR 600 milioni di euro annui ridotti, nei tempi della crisi, a 390 milioni;
- nel 2012 il MIUR ha deciso di indire una gara Consip, divisa in 13 lotti su tutto il territorio nazionale, con il dichiarato obiettivo di ridurre i costi;
- il nuovo corso stabilito dal Ministero, se da un lato produrrebbe un risparmio poco significativo per le casse dello Stato, posto che un appalto di quattro anni per le pulizie scolastiche ammonterebbe a 1,2 miliardi, con uno stanziamento pari a 300 milioni l'anno, dall'altro andrebbe a produrre un danno, questo sì, estremamente significativo, agli 11.500 lavoratori che vedrebbero gli esigui stipendi di circa 800 euro al mese, ridursi drammaticamente a cifre irrisorie ed inaccettabili, posto che andrebbero a percepire 400/500 euro mensili;

considerato che:
- l'esternalizzazione dei servizi già da tempo ha dimostrato limiti e punti deboli sia dal punto di vista economico, in quanto l'appalto di un servizio ad una società, che a sua volta può affidarlo ad un'altra, comporta diversi passaggi ognuno dei quali ha un costo che va a discapito dei lavoratori, sia dal punto di vista della difficoltà ad operare i necessari controlli e verifiche sulla gestione, non sempre trasparente, del denaro pubblico da parte delle società appaltatrici;
- lo stanziamento disposto dal MIUR, circa 300 milioni l'anno, sarebbe addirittura superiore ai costi richiesti per l'internalizzazione dei suddetti servizi e la stabilizzazione dei collaboratori scolastici che andrebbero a coprire lo stesso servizio attualmente affidato, anno dopo anno, alle ditte appaltatrici;
rilevato che i lavoratori:
- dopo oltre quindici anni di precariato in cui hanno visto il continuo peggioramento delle condizioni economiche e lavorative, legittimamente rivendicano il proprio diritto ad un lavoro stabile e dignitoso;
- propongono, pertanto, che il servizio di pulizia delle scuole venga garantito attraverso l'inserimento nelle graduatorie ATA dei lavoratori ex LSU, con ricadute positive, oltreché per i lavoratori, per il sistema scolastico, che potrebbe contare sulla gestione diretta e continuativa del personale addetto, e per le casse dello Stato, in quanto si è calcolato che, eliminando i consorzi affidatari dell'appalto si avrebbe un risparmio di circa 60 milioni annui;
- in Sardegna circa 350 lavoratori da oltre i cinque anni vivono una situazione di incertezza sul futuro, con la sola prospettiva di guadagnare sempre meno per effettuare un carico di lavoro che aumenta di anno in anno: dal 2000 ad oggi si è passati da 700 a 1.200 metri lineari da pulire, ma il personale non è aumentato, anzi in alcuni casi è stato spostato in altri servizi o altri istituti scolastici,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e per sapere:
1) se siano a conoscenza dell'ulteriore drammatica riduzione dei salari che, a fronte di un ulteriore aumento del carico di lavoro, saranno percepiti nei prossimi mesi dai circa 350 lavoratori ex LSU della scuola operanti in Sardegna;
2) quali azioni intendano avviare nei confronti del Ministero della pubblica istruzione al fine di sostenere i lavoratori nella legittima difesa del proprio salario e della rivendicazione al diritto ad un lavoro stabile e dignitoso;
3) se non ritengano opportuno attivarsi nei confronti del Governo nazionale al fine di promuovere tutte le azioni volte a perseguire un reale e generale abbattimento dei costi dei servizi pubblici, relativi non solo al mondo della scuola, ma anche alla sanità, abbattendo quei costi non virtuosi che consentono che enormi quantità di danaro pubblico vadano a finire nelle casse di consorzi e società appaltatrici che speculano sulla pelle dei lavoratori.

Cagliari, 13 febbraio 2014