CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 1174/A

INTERROGAZIONE DIANA Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, sulle inadempienze nell'assistenza sanitaria relativa al caso del maresciallo Marco Diana.

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Il sottoscritto,

premesso che, da numerose fonti di quotidiani locali, si è appreso che:
- l'ex maresciallo dell'esercito italiano nei Granatieri di Sardegna, Marco Diana, a seguito delle sue missioni in Somalia e nei Balcani, dove si è trovato a contatto di diversi agenti chimici pericolosissimi, come l'uranio impoverito, nubi contenenti nano particelle di metalli pesanti e di sostanze mutagene e cancerogene, nel 1998 si è ammalato di carcinoma neuro-endocrino dell'ileo di tipo metastatico multiplo epatico, una delle cinque forme di cancro all'intestino più rare al mondo;
- la commissione medico-ospedaliera militare di Perugia e dell'Ospedale militare di Cagliari ha riconosciuto a Diana l'infermità per cause di servizio, per la correlazione tra la missione e l'insorgenza del tumore, e lo stato di superinvalidità;
- un'altra commissione ha però successivamente revocato al militare la pensione, minacciandolo di confiscargli alcuni beni di famiglia per recuperare le mensilità già erogate;

considerato che:
- nel 2002 fecero visita a Marco Diana diversi rappresentanti del Governo di allora, il Presidente della Repubblica, il Ministro della difesa, il Presidente del Consiglio dei ministri e il Capo di Stato maggiore che si impegnarono con lui nei seguenti accordi, ad oggi non ancora onorati:
1) rimborsare la sua famiglia di tutte le spese avute in anni di assenza dello Stato;
2) far ottenere a Marco l'assistenza sanitaria e assistenziale totale a carico dello Stato, così come prevede la legge, con una clausola di garanzia che impegnava lo stesso Stato a provvedere alle spese necessarie di tutto, per l'intera vita del militare;
3) fargli inoltre riassegnare la pensione che gli spettava, in base alla legge ed ai contributi versati;
4) avere un riconoscimento morale per essersi sacrificato in nome e per conto del popolo italiano;
- da alcune interrogazioni parlamentari si rileva che:
- la sentenza del Consiglio di Stato, Sezione Terza, adunanza di sezione del 15 giugno 2010, numero affare 02984/2009, ha accolto il ricorso presentato dal maresciallo Marco Diana in data 16 ottobre 2006, nel quale egli chiedeva di accedere ai benefici di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7 luglio 2006, n. 243;
- al maresciallo Diana è stato riconosciuto il diritto all'erogazione di una pensione privilegiata e all'accompagnamento, il cui ammontare è però insufficiente a coprire le sempre più ingenti spese mediche costantemente sostenute;
- l'argomento è stato oggetto di una lettera del Ministro della difesa pro tempore, Antonio Martino, nella quale si dichiarava e si garantiva l'impegno a coprire al 100 per cento i costi di assistenza attraverso un atto dispositivo permanente nel quale si afferma che la ASL non dovrà sopportare alcun carico né economico né amministrativo sulla spesa per gli integratori sanitari, in quanto tali spese saranno a carico del ministero stesso, ovvero come citato nella lettera: "l'Amministrazione ha posto in essere ogni azione di natura assistenziale e previdenziale prevista dalle normative vigenti";
- dal mese di giugno 2012 la terapia prescritta, indispensabile per poter restare in vita, sarebbe stata inspiegabilmente interrotta e la ASL n. 7 di Carbonia-Iglesias, da cui è seguito in regime di assistenza domiciliare integrata, avrebbe smesso di fornire regolarmente e nel rispetto del piano terapeutico le medicine;
- tale mancanza sarebbe giustificata dalla sopravvenuta incapacità da parte di suddetta ASL di sostenere, o sarebbe più corretto dire anticipare, i costi delle cure mediche, che, in realtà, sono a totale carico dei Ministeri della salute e della difesa;
- ad oggi, nonostante il problema rivesta un carattere d'urgenza, la ASL n. 7 sembra non abbia provveduto a consegnare ancora i farmaci necessari, tant'è che il militare è arrivato, tramite anche appello su Facebook, a mettere in vendita persino la propria abitazione nel tentativo di far fronte alle ingenti spese per le cure mediche a lui indispensabili e senza le quali non potrebbe vivere più di quindici giorni;
- da ulteriori notizie riportate sempre dai quotidiani locali, si evidenzia che recentemente Marco Diana si è visto recapitare una raccomandata contenente due lettere datate 5 giugno 2013, a firma della dottoressa Isabella Cimmino, dirigente della divisione del Ministero della difesa, della direzione generale della previdenza militare e della leva (Previmil), di cui:
- la prima, gli comunica che la stessa direzione generale ha richiesto un parere tecnico-sanitario all'Ispettorato generale della sanità militare (Igesan) per poter procedere al rilascio dell'autorizzazione al rimborso delle spese sanitarie; il citato ispettorato ha chiesto un'integrazione alla documentazione trasmessa di prescrizioni mediche giustificative dell'acquisto di farmaci, visite specialistiche ed esami strutturali effettuate, rimanendo in attesa di riscontro;
- nella seconda si attesta "di aver acquisito il parere tecnico-sanitario di Igesan e si chiede al Dipartimento militare di medicina legale di Cagliari di voler sottoporre il sottufficiale Marco Diana a visita specialistica al fine di poter aggiornare le condizioni di salute del predetto compilando la relazione in cui si attesti la necessità delle prestazioni sanitarie richieste per la cura dell'infermità riconosciuta, che la stessa non possa essere effettuata in idonea struttura sanitaria militare, la sussistenza del nesso di causalità tra la patologia riconosciuta dipendente da causa di servizio e le terapie richieste, e infine la sussistenza della necessità di un assistenza continuativa, anche specialistica";

preso atto:
- del calvario a cui il maresciallo Diana è stato assoggettato a causa di un'inspiegabile e irresponsabile burocrazia di Stato e sanitaria, che ha portato a un aggravamento delle sue condizioni fisiche e psicologiche;
- dei numerosi appelli e mobilitazioni pubbliche di quanti stanno tentando di sensibilizzare le istituzioni di competenza,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:
1) quali provvedimenti urgenti e immediati intenda adottare, intervenendo anche presso la ASL n. 7, vista la gravità dei fatti esposti che hanno fatto sprofondare in un eterno calvario il maresciallo Marco Diana a causa di un'irresponsabile e inqualificabile burocrazia di Stato e burocrazia dei dipartimenti sanitari, affinché gli venga garantita tutta l'assistenza sanitaria e le cure di cui necessita fino a conclusione di vita;
2) se non ritenga opportuno intervenire presso i Ministeri della salute e della difesa perché il rispetto e la tutela possibile della salute dei nostri soldati non sia un'optional e non si concretizzi in atti di prese in giro e futili raggiri, ancor più quando una patologia è così evidente, i quali dovrebbero salvaguardare i militari che lavorano per la difesa della nostra Patria con spirito di servizio e a rischio quotidiano della propria vita.

Cagliari, 12 luglio 2013