CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 1173/A
INTERROGAZIONE ZUNCHEDDU, con richiesta di risposta scritta, circa il perdurare dello scempio ambientale nell'ex miniera di Santu Miali (Furtei) sotto concessione della società Sardinia Gold Mining e l'ingente stanziamento di 9 milioni di euro per le operazioni di bonifica ambientale e messa in sicurezza mai effettuate dalla suddetta società privata, di cui l'attuale Presidente della Regione ha rivestito la carica di presidente dal 2001 al 2003.
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La sottoscritta,
premesso che:
- è ben noto che la società mineraria Sardinia Gold Mining Spa operante nel territorio di Furtei, zona Santu Muli, dopo anni di attività che prevedevano l'uso di sostanze quali cianuro, mercurio, cadmio, piombo e metalli pesanti di vario genere, ha causato inestimabili danni a livello ambientale e paesaggistico in quest'area della Sardegna, con gravi ripercussioni per la salute delle popolazioni locali e delle attività tradizionali (agricoltura e pastorizia);
- è altresì ben noto che l'attuale Presidente della Regione ha ricoperto la carica di presidente di questa società mineraria, a maggioranza canadese, per il periodo che va dal 2001 al 2003;
- come ormai accade di norma fra le società operanti in Sardegna, ma nella realtà estranee ai veri interessi dei sardi e del nostro territorio, anche la Sardinia Gold Mining ha interrotto le attività estrattive, abbandonando i cantieri e lasciando sul lastrico i propri dipendenti, senza fra l'altro provvedere alle doverose attività di bonifica e ripristino ambientale;
- ad oggi nessuna posizione è stata assunta da parte della Presidenza della Regione sulle problematiche in questione e nessuna iniziativa è stata intrapresa al fine di imporre alla società titolare della concessione estrattiva i costi di tali operazioni;
- a tal proposito, le associazioni ecologiste Gruppo d'intervento giuridico e Amici della Terra avevano presentato un esposto (precisamente il 4 settembre 2009) con cui chiedevano al Ministro dell'ambiente, al Presidente della Regione autonoma della Sardegna, agli Assessori regionali dell'industria e della difesa dell'ambiente, al sindaco di Furtei, al commissario straordinario dell'ARPAS, al Corpo forestale e di vigilanza ambientale ed ai Carabinieri del NOE (e per opportuna conoscenza e competenza al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari e al Procuratore regionale della Corte dei conti) "quali iniziative siano state prese per la messa in sicurezza del cantiere minerario, per la bonifica ed il ripristino ambientale e per il pagamento delle spese da parte del soggetto concessionario privato" (iniziativa che però ad oggi non risulta avere avuto alcun riscontro concreto da parte delle istituzioni interpellate);
visto che:
- l'attuale Presidente della Regione ha ricoperto una posizione di spicco all'interno della società e quindi è direttamente informato dei fatti, non sono chiare le ragioni per cui non si provveda ad impegnare in tempi brevi la società privata titolare delle concessioni e responsabile di tali danni per il ripristino ambientale;
- ad aggravare la situazione è la notizia di pochi giorni fa, secondo cui l'Assessorato regionale dell'industria ha dato seguito alla delibera della Giunta regionale che prevede uno stanziamento di 9 milioni di euro in totale, di cui sarebbero già stati autorizzati ben 2 milioni e mezzo come anticipo al fine di permettere all'Igea (società in house della Regione) di provvedere alle attività di risanamento ambientale e messa in sicurezza dell'ex miniera di Santu Muli a seguito dello scempio ambientale causato dalla società concessionaria;
- tale provvedimento si contrappone a quanto previsto nella concessione mineraria rilasciata alla Sardinia Gold Mining in base alla quale la stessa società avrebbe dovuto provvedere alle operazioni di bonifica: paradossalmente, come ben noto, ad evitare ulteriori disastri sono stati gli ex lavoratori della miniera, che infatti sino ad oggi hanno vigilato come volontari;
- si tratta di un caso emblematico di convergenza di interessi privati e pubblici che vede l'impiego di ingenti risorse pubbliche sottratte ai cittadini sardi, già fortemente colpiti dagli imponenti tagli perpetrati ai servizi pubblici primari come la sanità, l'assistenza sociale, l'istruzione e il lavoro,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'industria, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) se il Presidente della Regione, già presidente della Sardinia Gold Mining, abbia intrapreso tutte le opportune iniziative necessarie a fare chiarezza su una vicenda che implica notevoli convergenze di interessi fra la sfera pubblica e privata;
2) perché, contrariamente a quanto stabilito nella concessione mineraria rilasciata alla Sardinia Gold Mining, le attività di ripristino ambientale e messa in sicurezza dell'ex miniera non siano state affidate alla stessa società;
3) quali siano le ragioni per cui la Regione abbia ritenuto opportuno finanziare la cifra di ben 9 milioni di euro per lavori che sono di competenza di una società privata;
4) se nel frattempo la Regione abbia intrapreso tutte le iniziative necessarie affinché la società titolare della concessione provveda al pagamento delle spese da sostenere per le operazioni di bonifica a loro dovute;
5) se non ritengano inopportuno destinare 9 milioni di euro ai servizi pubblici di primaria importanza in tempi di profonda crisi economica e sociale, impegnando queste risorse pubbliche per operazioni dovute al privato titolare della concessione.
Cagliari, 12 luglio 2013