CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 1138/A

INTERROGAZIONE ZUNCHEDDU, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata applicazione della legge regionale 7 febbraio 2011, n. 7, sull'istituzione della figura del garante regionale dei diritti dei detenuti, denominata: "Sistema integrato di interventi a favore de soggetti sottoposti a provvedimenti dell'Autorità giudiziaria e istituzione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale".

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La sottoscritta,

premesso che:
- con la legge regionale n. 7 del 2011(nata dalla proposta di legge della consigliera Claudia Zuncheddu e da quella della Commissione consiliare per i diritti civili) la Sardegna si è dotata di un importante strumento di civiltà, per la promozione dei diritti umani, a partire dall'articolo che dispone che la Regione "concorre a tutelare e assicurare il rispetto dei diritti e della dignità delle persone adulte, dei minori presenti negli istituti penitenziari o ammessi a misure alternative e sostitutive della detenzione negli ospedali psichiatrici giudiziari, nei centri di identificazione ed espulsione e nelle strutture sanitarie in quanto sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio, a favorire la loro rieducazione, a ridurre il rischio di recidiva e ad agevolare il loro reinserimento sociale e lavorativo"; la Regione, inoltre "esercita le necessarie funzioni di indirizzo e coordinamento con le ASL, gli enti locali territorialmente competenti, gli organismi di volontariato e gli altri soggetti pubblici e privati interessati alle politiche di inclusione e di reinserimento sociale a favore dei detenuti, dei soggetti a misure alternative e sostitutive alla detenzione e degli ex detenuti, al fine di garantire un sistema regionale integrato di interventi.";
- la legge inoltre tutela i detenuti più esposti a rischio di discriminazione e di ingiustizia all'interno degli istituti carcerari come i minori, le donne e i cittadini stranieri, garantendo i diritti inalienabili alla salute, all'istruzione e quindi un percorso di reinserimento lavorativo e sociale;

visto l'aggravarsi, in questi ultimi tempi, delle condizioni di vita e di disagio all'interno degli istituti di pena in Sardegna e in particolar modo nella casa circondariale di Buoncammino, disagio che coinvolge detenuti e tutto il personale penitenziario, da tempo numericamente inadeguato e costretto a pesanti condizioni di lavoro,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) quali siano le condizioni che sino ad oggi abbiano impedito l'applicazione della legge regionale n. 7 del 2011 e quindi l'insediamento della figura del Garante dei detenuti come strumento non solo di tutela dei diritti di chi non gode momentaneamente della libertà personale, ma anche come elemento di equilibrio delle dinamiche interne alle carceri;
2) se intenda rimuovere tutti gli ostacoli sia di natura burocratica che di remore politiche che sino ad oggi non hanno permesso l'applicazione di una legge regionale, delegittimando con ciò il ruolo legislativo della stessa Assemblea della Regione.

Cagliari, 31 maggio 2013