CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 1126/A

INTERROGAZIONE LAI, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione di crisi dei pescatori di Golfo Aranci determinata dalle regolamentazioni degli organismi internazionali e della Comunità europea e dalle recenti disposizioni limitative del Ministero dell'agricoltura.

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Il sottoscritto,

premesso che:
- il decreto ministeriale n. 8447 del 17 aprile 2013 ha imposto una regolamentazione particolarmente rigida, intervenendo in modo radicale sulla normativa in materia di pesca e acquacoltura;
- la nuova raccomandazione ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas) n. 12-13, approvata nel novembre 2013, ha dettato nuove disposizioni riguardanti la campagna di pesca del tonno rosso;
- pur non essendoci ancora un apposito regolamento comunitario, tali norme internazionali sono vincolanti a tutti gli effetti per gli stati membri, conformemente a quanto recita l'articolo 216, paragrafo 2 del trattato UE;
- un'altra raccomandazione ICCAT decorrerà a partire dalla metà del mese di maggio 2013;

considerato che:
- le direttive europee limitano la pesca del tonno, assimilando di fatto la piccola pesca praticata lungo le coste della Sardegna a quella oceanica;
- i limiti per la pesca del tonno rosso impongono un massimo di 7 quintali e mezzo;
- per quest'anno sono previsti vincoli ancora più severi, che impongono, per ogni tonno pescato, l'obbligo di pescare un altro quintale di pesci;
- le unità non espressamente autorizzate alla pesca del tonno rosso possono effettuare catture accessorie entro e non oltre il limite del 5 per cento del totale delle catture;

rilevato che:
- l'intero settore rischia la scomparsa;
- le nuove norme, così come configurate, appaiono come calate dall'alto e non tengono minimamente conto della situazione di grave crisi economica che ha colpito tutto il settore della pesca;
- contro il decreto ministeriale citato hanno preso posizione tutte le associazioni di categoria: Associazione Armatori, Agci, Associazione generale cooperative italiane, settore agro ittico alimentare (Agrital), Confcooperative Federcoopesca, Legapesca, che hanno evidenziato come il provvedimento penalizzi ulteriormente tutti i pescatori sardi;
- fatta eccezione per le quote delle tonnare, non ci sono quote per le altre barche da pesca che operano entro le tre miglia, rendendo di fatto impossibile compiere catture accessorie;
- l'eventuale pesca del tonno, senza le quote, è passibile di sanzioni;
- una tale situazione potrebbe spingere alla violazione delle stesse regole;
- il concetto di sfruttamento sostenibile dell'ambiente, in particolare di quello marittimo, non può non tenere conto della questione occupazionale, cruciale in questi mesi di grave crisi economica;
- alcuni stati membri dell'Unione europea hanno contestato l'accento posto dalla Commissione europea sulla sostenibilità ambientale;

constatato che:
- i pescatori di Golfo Aranci vivono già una condizione che limita molto il raggio d'azione delle imbarcazioni per la presenza del Parco di La Maddalena e dell'Area marina protetta di Tavolara;
- una normativa europea così configurata finisce per favorire i paesi del nord Europa, particolarmente specializzati nella pesca dei tonni, a discapito dei gruppi di pescatori sia di Golfo Aranci che di altre località sarde come Porto Torres, Castelsardo, La Caletta e Sant'Antioco;
- per Golfo Aranci, come per le altre località appena citate, la pesca rappresenta la più importante voce dell'economia che, con l'indotto, crea occupazione e garantisce la sopravvivenza a molte famiglie;
- la sostenibilità ambientale non è messa in pericolo dai piccoli consorzi di pescatori come quelli di Golfo Aranci, ma dai grandi gruppi che svolgono la loro attività in acque internazionali, impoverendo quelle italiane, come già evidenziato nella risoluzione della Commissione agricoltura del Senato della Repubblica il 13 dicembre 2011,

chiede d'interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) quali misure intendano adottare, valutando la predisposizione di possibili deroghe, per conciliare le politiche comunitarie e quelle internazionali in materia di pesca con la grave crisi che ha colpito il settore;
2) quale ruolo la Regione intenda svolgere per indurre il Ministero dell'agricoltura a rivedere la circolare in questione, innalzando i limiti ad una misura sufficiente a garantire, agli operatori sardi della pesca, la sopravvivenza della loro attività;
3) se la Regione possa inoltrare a Bruxelles, segnatamente al Commissario europeo per la pesca e gli affari marittimi, signora Maria Damanaki, una nota urgente che chieda di rivedere il recepimento automatico di una normativa internazionale sulla pesca del tonno, che risulta incompatibile con la stessa sopravvivenza del settore della pesca non solo di Golfo Aranci, ma anche di altre importanti località sarde citate nella presente interrogazione.

Cagliari, 23 maggio 2013