CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 1079/A
INTERROGAZIONE CORDA - PORCU - MARIANI - ESPA - SOLINAS Antonio - COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, in merito alla allarmante diffusione di sale da gioco sul territorio regionale ed alla necessità di contenerne, con interventi mirati, le devastanti ripercussioni a livello sociale.
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I sottoscritti,
premesso che:
- la Regione è ad oggi sprovvista di strumenti normativi atti a regolamentare a livello regionale l'apertura, la diffusione ed il funzionamento delle sale da gioco;
- quello del gioco d'azzardo è malauguratamente l'unico settore a non conoscere crisi e a registrare, in controtendenza con l'andamento economico generale, profitti sempre maggiori, come conferma il numero in costante ascesa di sale da gioco aperte negli ultimi anni sul territorio;
- la relazione diretta tra declino economico e prosperare del gioco d'azzardo non è affatto casuale, alimentandosi quest'ultimo proprio della disperazione delle fasce più povere e indifese della popolazione;
- come noto, la stragrande maggioranza dei clienti delle sale da gioco è costituita da disoccupati, pensionati e lavoratori indotti dalla disperazione a spendere nelle sale da gioco i pochi risparmi di cui dispongono, anche a costo dell'indebitamento;
- il gioco d'azzardo è riconosciuto a tutti gli effetti come una forma di dipendenza sempre più spesso all'origine di tragedie personali e familiari;
considerato che:
- vengono da tempo denunciate colpevoli omissioni da parte degli organi statali preposti al controllo delle società affidatarie dei servizi di gioco e si sono fatti strada gravi sospetti di connivenza tra mala politica e parte delle società concessionarie, interessate a mantenere, per comunanza di interessi, una gestione torbida ed indisciplinata del settore (Report, puntata del 30 ottobre 2011, per una chiara ricostruzione dei fatti);
- non solo ragioni etiche, ma anche di responsabilità politica e sociale impongono alle istituzioni e ai loro rappresentanti il dovere di tutelare le categorie più deboli, soprattutto quando lo Stato stesso appare direttamente coinvolto nella gestione di un business tanto lucroso e discusso e nella spartizione dei proventi che da esso derivano;
- si è oramai al paradosso di uno Stato che da un lato avalla una diffusione aggressiva del gioco d'azzardo e dall'altro è costretto a investire in programmi di assistenza e riabilitazione delle vittime, per rimediare ai danni che esso stesso ha contribuito a creare;
- come dimostrano le recenti vicende avvenute nel Comune di Genova, le istituzioni locali, seppure limitatamente alla verifica di aspetti amministrativo-procedurali, mantengono efficaci poteri di intervento e contenimento del fenomeno (a Genova il Comune ha vietato l'apertura di una nuova sala da gioco sulla base di irregolarità riscontrate nel rilascio dell'autorizzazione e questo tipo di verifica è stata estesa anche alle sale già operanti);
ritenuto che anche in Sardegna le istituzioni locali possano e debbano attivarsi a tutela dei cittadini, procedendo ad esempio, su impulso della Regione, ad una mappatura delle case da gioco presenti sul territorio, al fine di verificare l'esistenza di carenze procedurali nel rilascio delle autorizzazioni e disporre la chiusura delle sale in presenza di eventuali vizi di forma,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere:
1) quali provvedimenti intendano adottare al fine di arginare il dilagare del grave fenomeno del gioco d'azzardo e delle dipendenze in genere;
2) se non ritengano opportuno avviare con urgenza una campagna di informazione per i giovani sulle conseguenze del gioco d'azzardo, ad esempio attraverso una campagna pubblicitaria mirata o tramite l'istituzione di seminari obbligatori nelle scuole, che diano ai minori gli strumenti minimi per difendersi;
3) se non ritengano necessario provvedere all'emanazione, con l'urgenza che il caso richiede, di apposite direttive per indicare ai comuni, in attesa di una legge regionale, i criteri minimi omogenei da seguire per l'apertura e l'accesso alle sale da gioco; criteri minimi che abbiano come ragione ispiratrice la volontà di porre nuovi e più rigidi paletti al settore, prevedendo per esempio un numero minimo di parcheggi per l'utenza, una distanza minima, di 300 metri dai luoghi di culto, dai parchi, dagli ospedali e dalle scuole, nonché il divieto di pubblicità.Cagliari, 27 marzo 2013