CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 1052/A

INTERROGAZIONE MULAS, con richiesta di risposta scritta, sulla totale assenza di strumenti di tutela per i disoccupati che non usufruiscono di ammortizzatori sociali in sede di contrattazione sindacale.

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Il sottoscritto,

premesso che:
- la crisi lavorativa che la Regione attraversa, sta richiedendo, in maniera sempre più consistente, una mole ingente di risorse statali per l'erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga ed, al contempo, anche il contributo delle regioni, a seguito dell'accordo Stato-regioni del 20 aprile 2011, ha registrato un aumento del cofinanziamento regionale agli ammortizzatori sociali dal 30 per cento al 40 per cento;
- da quanto emerge dal rapporto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 28 gennaio 2013 (Rendicontazione della spesa erogata dall'INPS alla data 27/01/2013 per gli ammortizzatori sociali in deroga - Regioni convergenza e continuità - Quadriennio 2009-2012) in cui si apprende che, nel quadriennio 2009-2012, l'ingente mole di stanziamenti per gli ammortizzatori sociali in Sardegna è pari a 353.410.847 euro destinati per circa il 60 per cento alla CIG in deroga ed il restante 40 per cento alla mobilità in deroga, è evidente che, rispetto alle altre regioni italiane, la Sardegna è una di quelle che assorbe molte più risorse da destinare agli ammortizzatori sociali, tanto che:
- sulla base delle risorse impiegate in Italia per l'erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga, la percentuale corrispondente alla Sardegna è pressoché identica alle percentuali registrate da altre regioni, quali la Toscana e la Campania che per numero di abitanti sono superiori, rispettivamente, di tre e cinque volte la Sardegna;
- allo stesso tempo, in regioni con una popolazione simile alla Sardegna, ad esempio Marche e Liguria, le percentuali di risorse impiegate sul totale delle regioni italiane sono nettamente inferiori alla percentuale registrata in Sardegna;

constatato che:
- la gravissima crisi economica, che la Regione sarda attraversa ormai da tempo, sta mettendo in serio pericolo la stabilità di numerosi posti di lavoro, tanto che settori cruciali per lo sviluppo e la crescita, quali trasporti, industria e turismo, solo per citarne alcuni, oltre ad aver perso la capacità di poter offrire nuove opportunità lavorative, contribuiscono ad alimentare i lunghi elenchi di coloro i quali hanno come unico mezzo di sostentamento il ricorso agli ammortizzatori sociali e rendono, di fatto, sempre più esigue le speranze da parte dei disoccupati di trovare un lavoro;
- le contrattazioni sindacali che si aprono nell'Isola, con l'obbiettivo di rendere meno gravoso il ricorso agli ammortizzatori sociali e quindi alle casse pubbliche, prediligono dare precedenza al re-inserimento lavorativo di coloro i quali usufruiscono degli ammortizzatori sociali, mentre i disoccupati semplici, quelli che non godono di tale status, sono costretti, assurdamente, ad aspettare che si esaurisca l'elenco dei cassintegrati e dei lavoratori in mobilità;

ritenuto che quest'ultima constatazione è ben lontana da un senso di equità che dovrebbe contraddistinguere, ora più che mai, tutte le politiche sociali ispiratrici dei meccanismi dell'assistenzialismo e degli ammortizzatori sociali, in quanto, non è possibile che i disoccupati, magari vicini al pensionamento e, quindi, che necessitano maggiormente di un immediato reinserimento lavorativo, subiscano un sistema che non potrà mai dare speranza di trovare lavoro, considerate le innumerevoli vertenze sul fronte occupazionale in Sardegna,

chiede di interrogare l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere se ritenga opportuno o meno individuare una formula tale da permettere, in sede di contrattazioni sindacali e nel pieno rispetto delle figure professionali richieste, la ripartizione di una quota fissa garantita per il reinserimento lavorativo a tutela di chi non usufruisce di ammortizzatori sociali.

Cagliari, 21 febbraio 2013