CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 1025/A

INTERROGAZIONE LAI, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura delle sale d'attesa e dei servizi igienici di molte stazioni ferroviarie della Sardegna e sulle condizioni del sistema ferroviario sardo.

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Il sottoscritto,

premesso che:
- da un comunicato stampa della FIT-CISL, a firma del segretario generale Sardegna, si è appreso che, entro il 2013, saranno chiuse le sale d'attesa per i passeggeri delle seguenti stazioni ferroviarie: Bonorva, Borore, Elmas, Golfo Aranci, Marrubiu, Monti, Pabillonis, Paulilatino, Ploaghe, Porto Torres, Sanluri, Serramanna, Siliqua, Solarussa e Uras, chiusure che si aggiungono a quelle di molti anni fa;
- ha già richiamato l'attenzione di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e della stessa Regione, sia in questa che nella precedente legislatura, con interrogazioni, lettere, articoli, note sulla stampa e interlocuzioni che hanno evidenziato la drammatica condizione in cui si trova il sistema ferroviario sardo;

considerato che:
- in questi ultimi anni il Gruppo FSI ha posto in essere un vero e proprio smantellamento del sistema ferroviario sardo;
- la Divisione cargo di Trenitalia aveva già eliminato le stazioni periferiche per il trasporto merci e il relativo scambio intermodale nel nord est dell'Isola, determinando così la fine dello stesso trasporto merci in Sardegna;
- rispetto alla media nazionale il grado degli investimenti nella rete ferroviaria sarda è molto basso e interessa soprattutto il sud dell'Isola, in particolare per quanto riguarda l'elettrificazione della linea (in fase di smantellamento) e il doppio binario;
- il Gruppo FSI deve essere chiamato a rispondere della scarsa attenzione nei riguardi della Sardegna, con gravi conseguenze che hanno colpito non solo i passeggeri sardi, ma anche il nostro sistema produttivo, che non può più usufruire di un servizio, quello del trasporto merci, senza il quale non è pensabile una seria prospettiva di sviluppo economico ed occupazionale;

preso atto che:
- le decisioni relative agli investimenti del comparto ferroviario sardo sono state prese a Roma senza un giusto coinvolgimento della Regione e si sono concretizzate, di fatto, in iniziative di contenimento straordinario sia dei costi che degli investimenti;
- quest'ultima iniziativa di RFI è inaccettabile perché elimina uno dei luoghi cruciali attorno al quale nasce e si sviluppa una stazione ferroviaria, la sala d'attesa, spazio climatizzato in cui i passeggeri hanno diritto di aspettare comodamente la partenza e l'arrivo del treno, utilizzare i servizi igienici, la possibilità di ripararsi entro quattro mura dal caldo e dal freddo, nonché acquistare con facilità il biglietto;
- può pertanto destare perplessità e apparire contradditorio l'annuncio fatto dalla Regione e RFI della messa in servizio per il 2013-14 di otto nuovi mezzi diesel veloci, acquistati con fondi della Regione dall'azienda spagnola CAF;

evidenziato che:
- è sintomatico delle politiche attuate da RFI in questi ultimi anni l'esempio della stazione ferroviaria di Olbia, ove non solo manca una sala d'aspetto adeguata all'importanza di quel centro (assenza di bar, di una rivendita di giornali, ecc.), ma addirittura, una parte di essa è stata data in locazione ad una società assicuratrice;
- la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria ad Olbia arretrandola di 400 metri, in via Vittorio Veneto, ma lasciando irrisolto il gravissimo problema dei passaggi a livello per la continuità della linea ferroviaria per Golfo Aranci, è stata progettata e finanziata al di fuori di una razionalizzazione e rimodulazione delle infrastrutture ferroviarie nell'attraversamento urbano, senza precise indicazioni progettuali sull'utilizzo delle aree da dismettere, senza riferimenti alla prevista circonvallazione esterna alla città,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere se:
1) risponda al vero che RFI chiuderà le sale d'attesa di circa quindici stazioni ferroviarie, in aggiunta a quelle chiuse in precedenza;
2) è reale la mancata sottoscrizione da parte di Trenitalia del contratto di servizio pubblico con la Regione e quali siano i motivi di questo vuoto contrattuale che impedisce, di fatto, le eventuali sanzioni in caso di inadempienza;
3) non ritengano indispensabile che la Regione s'impegni ad aprire un tavolo di confronto col management del Gruppo FSI per quanto riguarda la situazione dell'intero sistema ferroviario sardo, che ha perso competitività a causa delle scarse politiche d'investimento nell'Isola;
4) quali passi intendano fare per ripristinare, laddove è venuto meno, e salvaguardare il diritto dei sardi di godere di tutti i servizi che compongono un dignitoso trasporto ferroviario, al passo col resto d'Italia e d'Europa e che comprenda: le sale d'attesa, i servizi igienici e biglietterie fruibili, senza le quali non è neppure pensabile l'esistenza di una stazione ferroviaria, anche se periferica;
5) abbia avuto seguito il procedimento legale sui beni statali dismessi avviato dalla Regione contro RFI, in seguito al mancato trasferimento, a titolo gratuito, in seno alle disponibilità del patrimonio della Regione, dei beni e dei diritti non più funzionali alle esigenze del trasporto ferroviario, come prescritto dall'articolo 14 dello Statuto sardo e della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3.

Cagliari, 23 gennaio 2013