CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 1013/A

INTERROGAZIONE VARGIU - COSSA - DEDONI - FOIS - MELONI Francesco - MULA, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nell'azione di AREA rivolta alla dismissione del proprio attuale patrimonio di edilizia abitativa e alla modernizzazione della propria azione di sostegno alla crescita delle opportunità di proprietà privata immobiliare.

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I sottoscritti,

considerato che:
- la legge n. 560 del 1993 detta norme di dismissione del patrimonio immobiliare di edilizia economica e popolare, che consentono di interpretare in modo univoco la volontà statale di procedere senza esitazioni in tale direzione;
- tale volontà risponde sicuramente alla necessità di "fare cassa" attraverso le dismissioni, nel contempo contenendo le spese indispensabili per la gestione e per le manutenzioni dell'immenso patrimonio edilizio in possesso;
- la volontà di dismissione di tali abitazioni, a prezzi decisamente inferiori rispetto alle ordinarie quotazioni del mercato immobiliare, appare oggi ulteriormente rafforzata dai principi ispiratori delle politiche nazionali di spending review;
- la scelta della dismissione appare ancor più rispondere al generale principio ispiratore legislativo che tende a garantire il pieno diritto alla abitazione di proprietà da parte delle fasce sociali più deboli, che più hanno difficoltà a disporre delle ingenti somme comunque necessarie per l'acquisto della prima casa;
- in Sardegna, la complessiva gestione del patrimonio immobiliare di edilizia popolare, precedentemente in carico agli IACP provinciali, è ora affidata all'ente unico AREA;
- raccogliendo le indicazioni legislative statali, la Regione ha approvato proprie norme che vanno nella stessa direzione della legislazione nazionale, sino al disposto dell'articolo 8 della legge regionale n. 1 del 2011 (legge finanziaria 2011) che, al comma 6, introduce condizioni particolarmente favorevoli per gli assegnatari, relativamente alla cessione dei beni da parte di AREA e stabilisce altresì che la quota del patrimonio immobiliare di AREA destinata all'alienazione rappresenti addirittura il 90 per cento del totale;
- dall'esame del bilancio 2012 di AREA si riscontra invece la previsione, apparentemente incoerente rispetto alla volontà di dismissione del patrimonio immobiliare di AREA da parte del legislatore, della cessione di sole 600 abitazioni, su una consistenza patrimoniale complessiva che è stimabile intorno alle 25.000 unità abitative;
- il prezzo di cessione degli alloggi, in attuazione del vigente disposto legislativo, discende dalla rendita catastale e domenicale, nonché dal grado di vetustà per cui, preliminarmente all'attivazione delle procedure di vendita, si rende indispensabile l'acquisizione della visura catastale di ciascun immobile;
- alla luce di tale considerazione, la discrasia tra l'entità delle alienazioni disposte dalla legge n. 1 del 2011 e quelle realmente previste da AREA, potrebbe essere parzialmente spiegata dal recente bando pubblico emesso dall'Ente, che esternalizza i servizi di accatastamento per un importo complessivo di circa 4 milioni di euro;
- il contenuto di tale bando induce infatti ad ipotizzare che una parte importante degli immobili di edilizia abitativa posseduti da AREA manchi dei requisiti indispensabili per la stipula di regolari contratti di trasferimento della proprietà;
- l'importo totale dell'appalto dei servizi di accatastamento consente di stimare che siano circa 10.000 (più di un terzo del totale!) gli immobili di AREA sprovvisti di tale requisito;
- se tale considerazione rispondesse al vero, basterebbe da sola a rendere impossibile la previsione cogente dell'alienazione del 90 per cento del patrimonio di AREA, contenuta all'interno della legge finanziaria regionale del 2011;
- contemporaneamente, sembrerebbe che una parte delle proprietà di edilizia abitativa di AREA (ad esempio quelle nel quartiere di Sant'Elia, a Cagliari) insistano su terreni per i quali non sono stati perfezionati gli atti di cessione ad AREA della proprietà (in questo caso afferente al Comune di Cagliari), con la immediata conseguenza di rendere, anche in questo caso, al momento "invendibili" tali alloggi;
- indipendentemente dalla volontà stessa di AREA, sembrerebbe pertanto del tutto evidente che, in assenza dei passaggi propedeutici (accatastamenti, acquisizione della piena disponibilità delle aree), l'ente non sarebbe immediatamente in grado di avviare il rapido piano di dismissioni edilizie fortemente voluto dal legislatore nazionale e regionale;
- le mancate dismissioni e il notevole impegno per la gestione dell'attuale patrimonio immobiliare, distolgono inoltre le risorse umane e tecniche di AREA dalla prevalente mission emergente dell'Ente, rappresentata dai moderni interventi di iniziativa edilizia, e in particolare dal "social housing", finalizzati all'ampliamento della platea dei possibili destinatari delle unità abitative;
- le stesse risorse economiche impegnate da AREA per il pagamento dell'IMU (per una cifra che sembrerebbe aggirarsi intorno ai 4 milioni di euro!) appaiono sottratte alla creazione virtuosa di nuove opportunità abitative e rappresentano un ulteriore stimolo all'accelerazione dei percorsi di dismissione dell'attuale patrimonio;
- appare del tutto evidente come l'attività futura di AREA debba dunque abbandonare il ruolo di "gestore dell'esistente", per concentrarsi nel tentativo di dare moderne risposte di edilizia abitativa ad una fascia di popolazione anagrafica con esigenze emergenti, favorendo gli obiettivi di sviluppo demografico e di coesione sociale, sempre presenti nella filosofia ispiratrice del legislatore nazionale e regionale,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere se:
1) esista una stima precisa del complessivo patrimonio immobiliare di edilizia abitativa attualmente gestito da AREA e teoricamente oggetto della previsione di dismissione di cui alla legge regionale n. 1 del 2011;
2) in particolare, sia disponibile il quadro complessivo dell'anagrafe immobiliare degli alloggi di proprietà di AREA, con l'indicazione specifica dei comuni nei quali ricadono, dell'anno di accatastamento di ciascuno, anche ai fini dell'applicazione della riduzione percentuale del prezzo di cessione in rapporto alla vetustà dell'immobile, nonché dei lavori di manutenzione straordinaria intervenuti su di essi dalla realizzazione ad oggi;
3) non ritengano indispensabile che AREA avvii comunque immediatamente un progetto interno per la realizzazione di un sistema informatico che consenta di pervenire in tempi brevissimi alla anagrafe unitaria degli immobili;
4) esista una definizione precisa del numero di unità abitative in possesso di AREA che risultano prive dell'accatastamento e siano pertanto oggetto dell'intervento previsto da AREA con il recente bando, dotato di provvista economica di 4 milioni di euro;
5) attraverso l'affidamento a terzi dell'azione di accatastamento degli immobili prevista dall'attuale bando, AREA abbia la certezza di sanare l'intero proprio patrimonio sprovvisto di tale requisito;
6) risponda al vero che una parte degli immobili residenziali di proprietà di AREA (ad esempio quelli ricompresi nel quartiere cagliaritano di Sant'Elia) sorgano su aree per le quali non è mai stata perfezionata la proprietà e quali siano in tal caso le azioni e i tempi previsti per la regolarizzazione delle situazioni eventualmente pendenti;
7) nel frattempo, AREA stia progettando la realizzazione o stia direttamente realizzando nuovi interventi (ad esempio nel social housing) rivolti ad ampliare l'offerta di edilizia abitativa, modernamente rivolta a determinate fasce sociali ed anagrafiche e ad esigenze e disponibilità in parte differenti rispetto a quelle classiche del passato.

Cagliari, 28 dicembre 2012