CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 981/A

INTERROGAZIONE CUCCUREDDU, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione del diabete di tipo 1 in ambiente scolastico.

***************

Il sottoscritto,

premesso che il diabete di tipo 1, o infanto-giovanile, si manifesta generalmente entro i 30 anni per un danno irreversibile, di tipo autoimmune, delle cellule beta del pancreas, con conseguente deficit totale della secrezione di insulina e aumento della glicemia;

considerato che nonostante il diabete di tipo 1 rappresenti solo il 10 per cento del diabete totale, tuttavia la sua gestione é più complessa sia per il fatto che spesso colpisce bambini non autosufficienti, sia per la rapida fluttuazione dei valori di glicemia che possono provocare complicanze acute e gravi, fino al coma, sia, infine, per il fatto che l'unica terapia disponibile è l'insulina che è un farmaco che richiede dosi, tempi, sedi, modalità di somministrazione complesse e variabili in relazione alle diverse condizioni del bambino/giovane diabetico;

valutato, lo stato dell'arte dell'assistenza del diabete di tipo 1 in Sardegna, quanto detto presuppone in linea generale che si predispongano in campo sanitario mezzi e modalità perché i diabetici di tipo 1 siano messi nelle condizioni di avere una assistenza ottimale sia nei periodi di stato della malattia, che nelle emergenze acute; questo in particolare in Sardegna che ha la maggiore incidenza di diabetici di tipo 1 al mondo, dopo la Finlandia, con più di 36 nuovi diabetici per anno ogni 100.000 abitanti; questa triste realtà imporrebbe che le autorità sanitarie sarde predisponessero programmi di ricerca e di gestione della malattia all'avanguardia nella gestione di ogni aspetto della stessa come è d'obbligo nei riguardi di patologie "locali". Al contrario in Sardegna, accanto alla assistenza "routinaria" del diabete di tipo 1 da parte dei centri di diabetologia pediatrica, non si sono predisposti programmi per la gestione di un aspetto estremamente importante, quale il diabete di tipo 1 in ambiente scolastico con particolare riguardo alle sue complicanze acute. Si creano in questo modo, non solo nel bambino, spesso non autosufficiente dal punto di vista della gestione della sua malattia, ma anche nelle rispettive famiglie, negli insegnanti preposti, nei compagni di scuola, situazioni di disagio continuo dovuto da un lato alla scarsa conoscenza del problema diabete da parte degli insegnanti e dall'altro alla scarsa comunicazione con famiglie e medici che hanno in cura il bambino diabetico. È conseguenza di quanto detto il fatto che gli insegnanti non sono preparati a riconoscere una crisi ipoglicemica durante l'ora di lezione e apprestare gli opportuni rimedi, non sono preparati a gestire una eventuale crisi convulsiva in corso di ipoglicemia, non hanno le opportune informazioni su altri aspetti della vita scolastica che potrebbero interferire con il controllo dei valori di glicemia (ad esempio alimentazione, attività sportiva, determinazione della glicemia con reflettometro, somministrazione dell'insulina durante l'orario scolastico, ecc.). In questo modo il bambino diabetico è esposto ai rischi dovuti a un insufficiente controllo della sua malattia, mentre i familiari sono sottoposti ad uno stato di tensione e di scarsa fiducia nell'istituzione scolastica e gli insegnanti, infine, alla paura di dover gestire episodi acuti gravi in assenza di una opportuna conoscenza degli stessi,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, al fine di conoscere se:
1) non sia il caso di proporre un programma regionale di assistenza scolastica del bambino con diabete di tipo 1 che vada incontro alle seguenti esigenze:
a) integrare il bambino diabetico nell'ambiente scolastico (conoscenza anche da parte dei compagni della malattia diabetica, possibilità di esercitare attività fisica in ambito scolastico, possibilità di eventuali fuori pasto a scuola);
b) concorrere al mantenimento del buon controllo glicemico in un ambiente al di fuori di quello usuale (dieta in ambito scolastico);
c) prevenire e gestire le complicanze acute diabetologiche con particolare riguardo alla crisi ipoglicemica (conoscenza della ipoglicemia capacità di determinare la glicemia con lo spettrofotometro, capacità di somministrare terapia orale e parenterale);
2) non ritengano che tali obiettivi possano essere perseguiti attivando:
a) un sistema di informazione e formazione del corpo insegnante sulle problematiche inerenti il diabete e sulla loro risoluzione;
b) individuando modalità di coordinamento con le figure implicate nell'assistenza al bambino diabetico: dirigenza scolastica, ASL, pediatra di base, diabetologo, famiglia, insegnanti;
c) dotando le scuole di ausili e supporti che possano far fronte ad eventuali emergenze acute (zucchero, glucagone, reflettometro, ecc.);
d) prevedendo, al bisogno, la disponibilità di personale infermieristico (118, servizi territoriali, ecc.) che possa somministrare in ambiente scolastico le dosi di insulina prescritte.

Cagliari, 5 novembre 2012