CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 942/A

INTERROGAZIONE COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi derivanti dal blocco imposto dalla ASL alla Tecno Pig di Bottidda.

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Il sottoscritto,

premesso che:
- la Tecno Pig Srl è un'azienda con sede nel Comune di Bottidda che opera nel campo della produzione e ingrasso di suini a vendita diretta, in ambito regionale, da circa un decennio;
- l'azienda opera in due diversi stabilimenti aventi sede nel medesimo territorio comunale e distanti l'uno dall'altro circa 1 km;
- nel corso del mese di agosto 2012 uno dei due stabilimenti è stato interessato da alcuni casi di peste suina;
- a seguito di tale circostanza la ASL ha imposto l'abbattimento di tutti i capi di bestiame presenti nello stabilimento, pari a 1.880 unità;
- nonostante gli animali presenti nell'altro stabilimento, pari a 1.360 capi, non siano mai entrati in contatto con gli animali infetti e, nonostante dai controlli effettuati dall'azienda sanitaria, gli stessi siano risultati non affetti da alcuna patologia, la ASL, dal 10 agosto 2012, ha imposto il blocco totale dei capi di bestiame;
- dalla data del blocco, ossia dal 10 agosto 2012, alla Tecno Pig è pregiudicata la possibilità di svolgere qualsivoglia attività stante l'impossibilità di movimentare e commercializzare i capi di bestiame;
- tale immobilismo è foriero di grandi e irreparabili conseguenze di natura economica e non solo;
- invero, i capi di bestiame, dato il loro elevato numero, generano all'azienda costi di gestione e mantenimento insostenibili; l'acquisto, infatti, del mangime per soddisfare le esigenze alimentari degli animali ha dei costi esorbitanti ai quali, purtroppo, non si riesce più a fare fronte;
- inoltre, la persistenza del blocco, oltre a generare i suindicati costi diretti, determina delle perdite tali da portare al collasso, nel breve termine, un'azienda modello del comparto zootecnico sardo;
- infatti, se i capi di bestiame non vengono commercializzati nell'immediato, continuano ad aumentare di peso e superare la soglia massima consentita per essere immessi nella rete di vendita;
- pertanto, se tale persistente ed, allo stato, ingiustificato provvedimento di blocco non viene revocato nell'immediato l'azienda si ritrova a subire un danno irreparabile;
- inoltre, la persistenza di questo stato impedirà all'azienda, stante l'assenza di liquidità economica, di acquisire il mangime per alimentare i capi di bestiame, con la tragica conseguenza che gli stessi non potranno essere alimentati;

considerato che:
- la situazione sopra esposta è stata denunciata, da parte dell'azienda, a tutte le autorità competenti, riportando, in particolare, l'attenzione sulla impossibilità di acquistare il mangime, ergo sulle nefaste conseguenze in capo agli animali i quali, a breve, non avranno più di che cibarsi;
- inoltre, l'azienda è sottoposta a regolari controlli, frequentissimi, da parte della ASL e, ad oggi, non è emerso alcun risultato anomalo che possa far pensare che i capi siano affetti da peste suina;
- cosa ancora più grave è che il titolare dell'azienda non è a conoscenza di quanto ancora i capi di bestiame debbano essere monitorati prima di dare il benestare alla commercializzazione;
- questa situazione di incertezza non consente neanche una programmazione;
- per la precedente emergenza della peste suina africana, che aveva colpito la Sardegna nel 2005, era stata concessa una deroga al blocco previa l'adozione di tutti i rigidi protocolli sanitari previsti per impedire che l'epidemia si propagasse e che valicasse i nostri confini, e si ritiene che tale soluzione possa essere attuata anche nel caso in argomento;

sottolineato che:
- il danno economico finora causato all'azienda è di enormi dimensioni, in quanto, come sopra sottolineato, oltre alle perdite immediate dovute al blocco della vendita, l'incremento dei costi per l'alimentazione e le cure sanitarie dovute ad un maggior numero di animali e le entrate mancanti ingenerano un circolo vizioso che sta trascinando l'azienda al tracollo finanziario;
- le condizioni diventano più drammatiche di giorno in giorno ed appare assolutamente impensabile trascinare, fino a tutto il mese di settembre, una situazione che ha già raggiunto punte di criticità, sia economiche che sanitarie, ormai intollerabili;
- il territorio del Goceano, già martoriato dalla crisi economica, si troverebbe a perdere un'azienda zootecnica modello, con la perdita di numerosi posti di lavoro sia tra i dipendenti della Tecno Pig che tra i numerosi lavoratori dell'indotto,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere:
1) quali urgenti provvedimenti intendano adottare al fine di revocare, stante l'assenza dei requisiti per la permanenza, il provvedimento di blocco e consentire alla Tecno Pig di riprendere la propria attività;
2) se non ritengano necessario convocare l'unità di crisi già costituita, presso il comune in cui insiste l'azienda oggetto dell'interrogazione.

Cagliari, 12 settembre 2012