CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 931/A
INTERROGAZIONE ZUNCHEDDU, con richiesta di risposta scritta, sulle modalità, i tempi e i costi a carico della Regione previsti per i detenuti in regime di 41 bis che verranno trasferiti nelle carceri sarde.
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La sottoscritta,
premesso che:
- oramai con cadenza ciclica sembra ripetersi l'allerta del trasferimento dei detenuti 41 bis in Sardegna, come accaduto alla fine dello scorso anno e nel mese di marzo 2012, quando, oltre all'allerta che nel carcere di Uta e Sassari sarebbero stati trasferiti detenuti soggetti al regime 41 bis il Ministro della giustizia riproponeva l'ipotesi della riapertura del carcere di massima sicurezza nell'Isola dell'Asinara;
- per l'ennesima volta si apprende dalla stampa sarda e italiana che il piano di riorganizzazione delle carceri già proposto dall'ex Ministro Alfano e adesso dal Ministro di grazia e giustizia del Governo tecnico, Paola Severino, ripropone il progetto di portare in Sardegna i detenuti in regime di 41 bis, ovvero esponenti della criminalità mafiosa internazionale più pericolosa per scontare la propria pena nelle carceri isolane;
- nel territorio sardo sono in costruzione ben quattro carceri, numero che appare alquanto iniquo e non necessario rispetto a quanto previsto per le regioni italiane e contando il fatto che queste strutture saranno costruite soprattutto allo scopo di ospitare un notevole numero di detenuti 41 bis, compresi boss fra i più pericolosi dello scenario malavitoso internazionale (è trapelato, nonostante tutto sia ancora secretato, che dei 750 detenuti 41 bis in Italia ben il 20 per cento saranno dirottati in Sardegna e risulterebbe che di questi un considerevole numero sarebbe destinato al solo istituto di Bancali, in Provincia di Sassari, mentre a Cagliari addirittura la percentuale si prospetterebbe superiore);
- si tratta di detenuti che devono essere sottoposti a strettissime e specifiche misure di sorveglianza e sotto massima sicurezza "[...] devono essere ristretti all'interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari" (legge 15 luglio 2009, n. 94, all'articolo 2, comma 25, lettera f);
- ovviamente tali misure di sicurezza richiedono un notevole spiegamento di forze, strutture adeguate, sorveglianza costante che si differenzia da quella "ordinaria" che si applica ai detenuti non sottoposti a tale regime, per non contare i notevoli rischi che tali presenze possono apportare al tessuto sociale del territorio che le accoglie;
sottolineato che, in termini economici, non si conosce quanto la Regione dovrà disporre per il trasferimento di tali detenuti riguardo i fondi stanziati esclusivamente a favore delle strutture che ospiteranno i detenuti in regime di 41 bis che verranno trasferiti in Sardegna, e che non si conosce il concreto stanziamento assegnato, ma solo i finanziamenti approvati dal CIPE, che infatti prevede lo stanziamento di oltre 30 milioni di euro per le strutture destinate ai 41 bis: circa 15 milioni per la realizzazione del nuovo padiglione nel carcere di Uta e oltre 16 milioni per il carcere di Sassari;
considerato che:
- i costi della sanità per i detenuti in regime di 41 bis sono a carico della Regione e quindi notevoli risorse delle casse pubbliche sarde saranno destinate per far fronte alle spese per cure, sorveglianza, trasferimenti, gestione delle strutture ad essi dedicate, personale altamente specializzato nella massima sicurezza e impiegato nelle strutture apposite solo ed esclusivamente per tali detenuti;
- da quanto risulta ad oggi, nella struttura in fase di ultimazione (sebbene fra numerose polemiche e proteste da parte del personale impiegato per i lavori di costruzione) a Uta, in Provincia di Cagliari, sono state adottate tutte le misure previste per:
1) un considerevole numero di stanze per ogni detenuto in regime di 41 bis, costruite seguendo tutte le rigide misure imposte;
2) n. 100 bagni (da quanto si apprende da fonti ufficiose), per i quali sono stati costruiti dei blocchi unici in acciaio, la cui realizzazione ha causato una spesa di circa 3.500 euro a pezzo, il che significa che sono stati spesi 35.000 euro per i soli servizi igienici;
3) la sorveglianza speciale per i detenuti sottoposti a questo regime, attraverso l'impiego del Gruppo organizzato mobile (GOM) specializzato per l'assistenza carceraria 41 bis;
4) la struttura che ospiterà il suddetto Gruppo organizzato mobile, che è stata costruita esternamente a quella dell'istituito penitenziario, comportando così una ingente spesa ulteriore,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per chiedere:
1) in quale percentuale la presenza dei detenuti in regime di 41 bis inciderà o ha inciso sulle spese dell'Amministrazione regionale;
2) in quale misura incideranno in particolare le spese sanitarie;
3) se siano al corrente delle spese sostenute per:
a) la realizzazione della caserma esterna che ospiterà il Gruppo organizzato mobile;
b) la gestione dell'ala degli istituti penitenziari deputata all'accoglienza dei detenuti in regime di 41 bis;
c) eventuali trasferimenti in arrivo e in uscita di un detenuto in regime di 41 bis;
4) se siano a conoscenza del numero esatto di detenuti in regime di 41 bis che saranno trasferiti dalle carceri italiane a quelle sarde;
5) se abbiano previsto particolari misure per prevenire ed evitare la possibile "contaminazione" del tessuto sociale dei territori che ospitano tali presenze.Cagliari, 2 agosto 2012