CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 927/A
INTERROGAZIONE PLANETTA, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione attuale dei dipendenti Abbanoa Spa del distretto n. 6 di Sassari, e più in generale dell'intera Sardegna, dovuta alla cattiva gestione ed alla perdurante mancanza delle risorse necessarie alla società, ancora non trasferite dalla Regione.
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Il sottoscritto,
premesso che:
- i dipendenti Abbanoa del distretto n. 6 di Sassari, e più in generale dell'intera Sardegna, sono da tempo in stato di agitazione per denunciare quelle che vengono definite "le numerose violazioni dell'azienda rispetto a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro", fra le quali il ritardo nel pagamento degli stipendi che ormai si protrae dal mese di ottobre 2011, ed inoltre il mancato pagamento della quattordicesima, il mancato riconoscimento degli straordinari, la mancata riqualificazione professionale di moltissimi lavoratori, il continuo cambio di mansione, la mancata formazione, ma soprattutto la sicurezza, oltre alle problematiche derivanti dagli ordini di servizio concernenti il nuovo piano di riorganizzazione che Abbanoa Spa ha recentemente varato;
- nonostante vi siano stati ripetuti tentativi per cercare di attivare il contatto tra le rappresentanze dei lavoratori e l'azienda, la dirigenza di Abbanoa Spa continua ad assumere decisioni non concertate senza aprire alcun confronto reale con i lavoratori, tale da individuare valide soluzioni e porre rimedio alla disastrosa situazione che sta creando disagi anche agli utenti del servizio idrico;
- durante gli incontri delle rappresentanze dei lavoratori con la Prefettura di Cagliari, l'Assessorato regionale dei lavori pubblici, l'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, non vi sono stati riscontri positivi in merito alla garanzia di erogazione delle retribuzioni e al pagamento delle spettanze salariali dovute ai lavoratori, ma soltanto circoscritte "convergenze" su alcuni punti (determinando di fatto una discriminazione all'interno dei dipendenti) tra cui la fruizione delle ferie e gli orari di lavoro degli operatori del settore "misure";
considerato che il piano industriale, che andrebbe immediatamente ritirato, si è rivelato totalmente inadeguato e addirittura non corrispondente alla situazione reale, con nessun obiettivo raggiunto e nessuno (a quanto pare) raggiungibile;
evidenziato che:
- il recupero delle morosità rappresenta l'unica azione messa in campo, senza considerare i risvolti sociali che un'interruzione forzata dell'erogazione dell'acqua può avere, e con la diretta conseguenza di un'efficienza generale di gestione, non solamente riferita alle manutenzioni ordinarie e straordinarie della rete e degli impianti, ormai ai minimi storici;
- in un quadro in cui permangono pesanti responsabilità, sia della società Abbanoa che della Regione, ad aggravare la situazione vi sono anche i problemi di carattere gestionale che neppure la nomina del nuovo amministratore unico, avvenuta a seguito dell'azzeramento del vecchio consiglio di amministrazione, che insisteva sulla ricapitalizzazione, ha in alcun modo contribuito a migliorare;
- a fare le spese di tale quadro insostenibile sono oggi i 1.400 dipendenti di Abbanoa, di fatto vittime di una situazione paradossale, che impedisce di lavorare in condizioni adeguate a causa della proprietà che aveva promesso di farsi carico di questa situazione e invece ha disatteso gli impegni;
rilevato che:
- appare del tutto evidente che l'essere stato concepito senza un capitale, e con i conti già in rosso ha compromesso, sin dalla nascita, l'esistenza dell'ente che gestisce le risorse idriche in Sardegna, che fino ad oggi è sopravvissuto a stento solo grazie agli introiti delle bollette, che da sole non bastano certamente a risolvere i problemi di bilancio;
- neppure i comuni che sono soci e detengono quote della società Abbanoa sono attualmente in grado di versare alcun contributo nelle casse della società, quantunque, nella quotidianità amministrativa legata ai disservizi idrici e alle proteste perenni degli utenti, succeda sempre più spesso che, per l'urgenza di dare acqua agli utenti (che in molti centri costieri non è ancora potabile), alcuni di essi abbiano concesso e concedano propri escavatori e mezzi ad Abbanoa, con il rischio verosimile che la Corte dei conti contesti tale prassi di emergenza quale spesa impropria;
constatato che il problema principale dell'ente deriva dalla mancanza delle risorse necessarie per la manutenzione ordinaria della rete e degli impianti (la Regione non ha ancora erogato i 150 milioni destinati alla ricapitalizzazione della società e neanche 136 milioni a garanzia del prestito, già in atto, con le banche), ma anche da una organizzazione troppo centralistica e poco consapevole dei reali problemi e delle reali esigenze di ciascun territorio,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dei lavori pubblici e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, per sapere se questa Amministrazione non ritenga opportuno:
1) onorare gli impegni a suo tempo assunti e relativi all'erogazione nel 2011 di 14 milioni di euro, come prima quota del piano di capitalizzazione e di 36 milioni di euro, come fondo di garanzia per le banche, nonché di ulteriori erogazioni relative alle altre quote del piano per gli anni 2012, 2013, 2014, per circa altri 130 milioni di euro facendosi finalmente carico in termini concreti dei problemi finanziari e gestionali di Abbanoa;
2) ridisegnare la mappa delle responsabilità, all'interno della società Abbanoa Spa, recedendo dal mantenimento dell'ambito unico regionale ed affidando maggiori livelli di autonomia organizzativa ai territori al fine di evitare il più possibile la sussistenza di una organizzazione verticistica e cagliaricentrica e di consentire una maggiore funzionalità della società, anche a tutela dei diritti e delle professionalità dei lavoratori.Cagliari, 1° agosto 2012