CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 671/A
INTERROGAZIONE CORDA - BRUNO - SOLINAS Antonio - LOTTO - COCCO Pietro - COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata nomina, dopo oltre due anni, del direttore generale dell'Agenzia AGRIS e sui discutibili metodi di gestione delle risorse umane ed economiche da parte del commissario straordinario.
***************
I sottoscritti,
viste:
- l'interrogazione n. 428/A sulla situazione dell'Agenzia AGRIS Sardegna alla quale, a distanza di dieci mesi, non è stata data nessuna risposta;
- la legge regionale n. 13 del 2006, che all'articolo 30 recita: "il direttore generale dell'Agenzia AGRIS Sardegna è scelto, con procedura ad evidenza pubblica, tra persone in possesso di comprovata esperienza e competenza che abbiano ricoperto, per almeno cinque anni, incarichi di responsabilità amministrativa, tecnica e gestionale in strutture pubbliche o private, in possesso di un'alta qualificazione scientifica e professionale nelle materie di competenza dell'Agenzia";
- la delibera n. 30 del 12 luglio 2011 della Giunta regionale, con la quale si rinnova per due mesi l'incarico di commissario straordinario al dr. Floris;
considerato che:
- da oltre due anni l'Agenzia AGRIS Sardegna è in regime di commissariamento straordinario senza motivazioni dichiarate e svolge le sue funzioni in condizioni d'instabilità amministrativa e precarietà programmatica, a causa anche delle limitate competenze e funzioni attribuite dalla legge istitutiva al commissario straordinario;
- tali limitazioni funzionali, unite ad una gestione inadeguata, rappresentano un grave ostacolo al pieno ed effettivo svolgimento delle attività cui l'Agenzia è preposta, in particolar modo tenuto conto del momento di crisi che attraversa il settore;
- per la nomina del commissario straordinario non è richiesta alcuna specifica competenza né tanto meno "il possesso di alta qualificazione scientifica nelle materie di competenza dell'Agenzia", come richiesto invece per la nomina del direttore generale nella succitata legge regionale n. 13 del 2006;
preso atto che:
- il consiglio direttivo e il comitato scientifico non sono mai stati riuniti in oltre due anni di commissariamento, decretando di fatto l'abolizione di due organi fondamentali per l'attività dell'Agenzia;
- l'attività tecnica e di ricerca del DiRPA di Bonassai appare sempre più rallentata e compromessa da problemi burocratici e contabili, tanto da aver costretto i lavoratori ad autoconvocarsi per discutere con le organizzazioni sindacali le difficili condizioni operative createsi nel dipartimento e ad anticipare anche le spese d'acquisto di carburante, lubrificanti e ricambistica, al fine di garantire un regolare e continuato svolgimento dell'attività lavorativa;
ritenuto che
- la mancata nomina del direttore generale, col trascorrere del tempo, appare sempre meno riconducibile ad oggettive ragioni di carattere amministrativo e sempre più ascrivibile a motivazioni squisitamente politiche, che sconfinerebbero nella nota logica di spartizione di potere;
- tali metodi sono ancor più esecrabili per gli effetti negativi che generano su un intero sistema produttivo, in un settore già agonizzante come quello agro-pastorale lattiero caseario, per risollevare il quale l'Agenzia è stata istituita,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) quali gravi cause impediscano la nomina del direttore generale dell'Agenzia AGRIS Sardegna, secondo le vigenti norme di cui alla citata legge regionale n. 13 del 2006, soprattutto in considerazione dell'eccezionalità delle gestioni commissariali e della durata limitata che per legge sono tenute ad avere;
2) quali problematiche impediscano la normale operatività del DiRPA e quali azioni siano state intraprese per la loro risoluzione, considerato il momento di grave sofferenza del comparto lattiero-caseario ovino e la necessità che in tempi brevi l'Agenzia possa tornare ad operare in condizioni di piena efficienza e operatività;
3) se non ritengano che un tale modo di operare, oltre a causare un grave danno economico, non rappresenti un pessimo esempio di gestione delle pubbliche risorse, quando, come in questo caso, il soggetto deputato a fare le leggi è il primo a non rispettarle.Cagliari, 7 settembre 2011