CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 640/A
INTERROGAZIONE COCCO Daniele Secondo - SALIS - MARIANI, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi derivanti dal blocco imposto dalla ASL alla Tecno Pig di Bottidda.
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I sottoscritti,
premesso che:
- alla Tecno Pig Srl, un'azienda con sede nel Comune di Bottidda, che opera nel campo della produzione e ingrasso di suini a vendita diretta a livello regionale da un decennio, dal 15 giugno 2011 è stato imposto dalla ASL il blocco totale dei capi di bestiame, a seguito di alcuni casi di peste suina che hanno interessato la zona del Goceano;
- nella Tecno Pig ormai da anni si effettuano i rilievi imposti dalle leggi in maniera rigorosa e ferrea e finora non è stato riscontrato alcun caso di peste suina;
- la situazione sanitaria dell'azienda è sempre stata ed è tuttora costantemente monitorata, anche in quanto assegnataria di tutti gli accreditamenti per il controllo e l'acquisizione delle indennità contro la peste suina, a conferma del perfetto stato di salute del bestiame allevato nella Tecno Pig;
- dal blocco imposto il 15 giugno 2011, per oltre un mese e mezzo, oltre 7.800 maiali sono ammassati all'interno dei capannoni della Tecno Pig, crescono e ingrassano, tanto che un migliaio di capi ha già superato il limite di peso previsto per la commercializzazione, si riproducono, ed i fabbisogni alimentari e sanitari dell'allevamento lievitano a dismisura, portando rapidamente al collasso un'azienda modello del comparto zootecnico sardo;
considerato che:
- il 16 giugno 2011, immediatamente dopo il blocco, il proprietario dell'azienda aveva inoltrato la richiesta di deroga alla ASL n. 1 che l'aveva doverosamente trasmessa con parere favorevole all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale che l'ha immediatamente inviata all'unità di crisi del Ministero della sanità, che a sua volta ha provveduto a inoltrarla alla competente Commissione dell'Unione europea;
- è di oggi la notizia che la Commissione europea ha rinviato al Comitato di sanità animale ogni valutazione sulla deroga per la movimentazione e commercializzazione dei suini allevati nell'area interessata (fascia di protezione dei 10 chilometri) dall'epidemia di peste suina;
- la riunione del suddetto Comitato europeo è stata fissata soltanto per settembre, data per la quale qualsiasi decisione rischia di arrivare troppo tardi;
- per altri 2 mesi i maiali dovrebbero infatti restare ammassati a migliaia nella porcilaia di Bottidda, in condizioni sanitarie che diventeranno sempre più drammatiche con l'inarrestabile aumento del bestiame, dovuto all'interruzione del ciclo produttivo aziendale, nel quale il numero complessivo degli animali era garantito dalla macellazione settimanale di 300 capi;
- per la precedente emergenza della peste suina africana, che aveva colpito la Sardegna nel 2005, la deroga era stata concessa con l'adozione di tutti i rigidi protocolli sanitari previsti per impedire che l'epidemia si propagasse e che valicasse i nostri confini;
sottolineato che:
- il danno economico finora causato all'azienda è di enormi dimensioni, in quanto, oltre alle perdite immediate dovute al blocco della vendita, tra l'altro gran parte del bestiame ha ormai raggiunto un peso che supera i 115 kg, limite entro il quale non può essere introdotto nella rete di vendita, l'incremento dei costi per l'alimentazione e le cure sanitarie dovute ad un maggior numero di animali e le entrate mancanti ingenerano un circolo vizioso che sta trascinando l'azienda al tracollo finanziario;
- le condizioni diventano più drammatiche di giorno in giorno ed appare assolutamente impensabile trascinare, fino al mese di settembre, una situazione che ha già raggiunto punte di criticità, sia economiche che sanitarie, ormai intollerabili;
- il territorio del Goceano, già martoriato dalla crisi economica, si troverebbe a perdere un'azienda zootecnica modello, con la perdita di numerosi posti di lavoro sia tra i dipendenti della Tecno Pig che tra i numerosi lavoratori dell'indotto;
- il divieto di commercializzare le carni suine prodotte in vaste aree della Sardegna comporta un aumento dell'importazione di bestiame proveniente da paesi dove i controlli sanitari sugli allevamenti potrebbero essere meno rigorosi di quelli eseguiti sulle nostre produzioni;
- il rischio che l'emergenza per la peste suina si trasformi in emergenza sanitaria, proprio per il perdurare del blocco imposto anche nei confronti di un'azienda in cui non si è riscontrato alcun caso di peste suina e che si troverà forse, suo malgrado e con gravissime perdite, a dover avviare all'inceneritore bestie sane, che dovrebbero invece essere macellate e finire, in assoluta sicurezza, nelle tavole dei sardi,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere:
1) quali urgenti provvedimenti intendano adottare al fine di sollecitare il Comitato di sanità animale dell'Unione europea a riconsiderare l'urgenza della situazione e ad assumere in tempi brevi una decisione in merito alla deroga richiesta dal Ministero della sanità;
2) se non ritengano possibile ed opportuno individuare, anche per il futuro, dei procedimenti che consentano alle aziende zootecniche sarde per le quali risulti esclusa qualsiasi possibilità di contagio della peste suina, di poter procedere, nella più assoluta garanzia di tutela e salvaguardia della salute pubblica, alla movimentazione, all'abbattimento ed alla conseguente commercializzazione delle carni nei confini regionali.Cagliari, 21 luglio 2011