CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 553/A
INTERROGAZIONE COCCO Pietro, con richiesta di risposta scritta, sull'installazione nell'Isola di Sant'Antioco, in località Capo Sperone - Su Semafuru, nell'area della ex stazione radio militare di Sant'Antioco, di un potente radar di penetrazione per contrastare gli sbarchi dei migranti.
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Il sottoscritto,
premesso che:
- la Giunta regionale della Sardegna, con delibera n. 36/22 del 4 novembre 2010, ha concesso in comodato d'uso alla Guardia di finanza - Reparto tecnico logistico amministrativo della Sardegna, una porzione dell'immobile denominato "ex stazione radio" in Sant'Antioco, località Capo Sperone - Su monti de su Semaforu, al fine di installare una rete di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera e a mare;
- questa nuova rete di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera sarà integrata al sistema di comando, controllo, comunicazioni, computer ed informazioni (C4I) della Guardia di finanza e realizzata grazie alle risorse del Fondo europeo per le frontiere esterne, programma quadro 2007- 2008 sui flussi migratori, che ha consentito al Comando generale della forza armata di acquistare cinque sofisticati EL/M-2226 ACSR (Advanced coastal surveillance radar) realizzati da Elta Systems, società controllata dalla Israel aerospace industries Ltd. (IAI);
preso atto che:
- il giorno 24 marzo 2011, in un'area individuata come Zona di protezione speciale, codice ITB043032 denominata "Isola di Sant'Antioco, Capo Sperone", sono iniziati i lavori con mezzi meccanici per l'imminente installazione su un traliccio alto 12 metri di un potente radar di profondità per la sorveglianza costiera e per contrastare gli sbarchi degli immigrati, senza che siano stati affissi i cartelli esplicativi sui lavori in corso previsti dalla vigente normativa;
- la sommità della collina di Su Semafuru è inserita in un contesto paesaggistico assolutamente delicato, è un sito di incomparabile pregio, da cui si ammira un panorama a 360 gradi sul Golfo di Palmas, sulla costa sud occidentale della Sardegna, sulle isole della Vacca e del Toro, sull'intero versante meridionale dell'Isola di Sant'Antioco e sulla costa orientale dell'Isola di San Pietro;
- nella cima della collina insistono dei fabbricati particolarmente significativi sotto l'aspetto storico-culturale e architettonico;
- l'intera Isola di Sant'Antioco è tutelata con vincolo paesaggistico (Codice Urbani, decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42);
verificato che:
- l'intera parte sud dell'isola è stata individuata quale Zona di protezione, speciale codice ITB043032, denominata "Isola di Sant'Antioco, Capo Sperone", per la presenza di specie di rilevante interesse faunistico, alcune a rischio di estinzione quali l'Alectoris barbara, l'unica pernice presente in Sardegna, e per l'importante presenza di emergenze botaniche alcune delle quali endemiche; l'Isola di Sant'Antioco, e in particolare il tratto di costa a falesia del sud, è uno dei pochi siti in Europa in cui nidifica e si riproduce il falco della regina; si tratta pertanto di un ecosistema sensibile che potrebbe subire ripercussioni negative dai potenziali effetti dell'inquinamento elettromagnetico;
- nel sito interessato sono presenti numerose specie faunistiche protette di cui all'allegato 1 della legge regionale n. 23 del 1998 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna) per le quali "durante il periodo di nidificazione dell'avifauna è vietata qualsiasi forma di disturbo della medesima"; a titolo di esempio si citano: il falco pellegrino, l'uccello delle tempeste, la berta maggiore, il marangone dal ciuffo, la sterna comune;
- in prossimità del sito interessato all'installazione del radar (500-700 m) ci sono alcune abitazioni in cui vivono permanentemente diverse famiglie; poco lontano (distanza inferiore ai mille metri) opera una comunità di recupero per tossicodipendenti che ospita per l'intero anno numerosi giovani e operatori sociali; uguale è la distanza da importanti insediamenti turistici (il residence Ibisco Farm e l'hotel village Capo Sperone) e dalla stessa spiaggia di S'Acqua 'e sa canna meta di numerosi bagnanti nella stagione estiva; a una distanza di poco superiore (1.500 m) si trova un'altra importante struttura turistica denominata Peonia Rosa, abitata anche nella stagione invernale da alcune famiglie;
- il Golfo di Palmas è stato inserito all'interno dell'area marina di reperimento denominata "Isola di San Pietro" (ex articolo 36 della legge n. 394 del 1991) e da tempo è stato avviato l'iter per la realizzazione nel golfo di un'area marina protetta;
- l'intera Isola di Sant'Antioco, in particolare la zona sud dell'isola, meno antropizzata, rappresenta un ecosistema molto delicato e un quadro paesaggistico assolutamente unico e irripetibile per cui qualsiasi intervento potrebbe mettere a rischio il delicato equilibrio presente nell'intera area;
evidenziato che:
- in data 15 febbraio 2011, a seguito di una veloce istruttoria e di una conferenza di servizi nella quale sono stati acquisiti con altrettanta solerzia i pareri di numerosi enti regionali e statali, il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per il Lazio, l'Abruzzo e la Sardegna ha autorizzato il progetto definitivo per l'installazione del radar;
- gli interroganti sono stati colpiti da questa velocità, encomiabile sul piano operativo, che però cozza con l'assenza di precise informazioni sugli effetti e le eventuali ripercussioni che le onde elettromagnetiche e qualsiasi altro elemento inquinante emesse dal radar potrebbero causare alla salute dei cittadini e all'ecosistema dell'isola e sugli eventuali rischi e/o danni che potrebbero derivare alle aree sottoposte a tutela;
- la popolazione dell'Isola di Sant'Antioco è fortemente allarmata per l'imminente istallazione del radar e per le ripercussioni dell'inquinamento elettromagnetico sulla salute dei cittadini e sul delicato ecosistema dell'isola e lo stesso sindaco della città condivide la preoccupazione della comunità ed esprime contrarietà al progetto ed indignazione per non essere stato "politicamente" consultato;
- qualunque intervento previsto in aree a protezione speciale (SIC o ZPS) deve essere sottoposto a un'appropriata valutazione di incidenza ai sensi della direttiva Habitat n. 92/43 CEE del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, e del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, attuativo della suddetta direttiva;
- lo stesso tipo di radar è stato già installato a Capo Murro di Porco (Siracusa), davanti all'oasi marina Plemmirio e a seguito delle forti proteste della popolazione locale, il Ministro dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo, si è impegnato a risolvere la vicenda tentando di ottenere la rimozione del traliccio dal Comando generale delle Fiamme gialle,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per conoscere:
1) quali pareri, autorizzazioni amministrative o concessioni siano stati rilasciati a favore dell'installazione del radar, del relativo traliccio, delle strutture di pertinenza e delle cabine destinate a contenere gli apparati di trasmissione;
2) se la velocità e la solerzia nel rilascio dei suddetti pareri, e "i tempi forzatamente ridotti lamentati dall'ARPAS", non abbiano in qualche maniera limitato la capacità di indagine degli enti preposti (in particolare quelli regionali) tralasciando eventuali attenzioni verso i danni che le onde elettromagnetiche emesse dal radar potrebbero causare alla salute dei cittadini, in particolare di quanti vivono, trascorrono le vacanze e operano nei pressi del radar e al delicato ecosistema dell'isola;
3) se l'analisi di screening effettuata dal servizio SAVI dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente che ha escluso la procedura di valutazione di incidenza nonostante il sito sia stato perimetrato ZPS ai sensi della direttiva Habitat n. 92/43, non sia stata influenzata dalla celerità imposta "dai tempi ridotti per non perdere i finanziamenti per questa opera di carattere nazionale"; è certo infatti che assoggettare l'opera a valutazione di incidenza, considerati i tempi e la procedura (elaborazione, pubblicazione e coinvolgimento della comunità) avrebbe potuto allungare l'iter e vanificare "l'effetto sorpresa" che l'intera operazione è riuscita a garantire fino a pochi giorni fa;
4) se la presenza fortemente impattante del radar non potrebbe condizionare negativamente la classificazione dei fabbricati particolarmente significativi sotto l'aspetto storico-culturale e architettonico ubicati nella cima della collina e l'intera area come bene identitario ai sensi dell'articolo 48 del Piano paesaggistico regionale in quanto area caratterizzata dalla presenza di architetture militari storiche sino alla II guerra mondiale;
5) se il mancato coinvolgimento dell'amministrazione comunale di Sant'Antioco e della popolazione dell'isola e lo stesso tentativo di iniziare i lavori senza l'apposizione degli obbligatori cartelli informativi, solo pochi giorni prima della data di eventuale fermo del cantiere imposto dal servizio SAVI (30 marzo-30 giugno) sia stata una scelta ragionata per porre la comunità locale di fronte al fatto compiuto;
6) se in considerazione dello "strano iter procedurale" seguito nel rilascio delle autorizzazioni e in assenza di garanzie certe sulla non nocività dell'inquinamento elettromagnetico per la popolazione e l'ecosistema dell'isola, l'Amministrazione regionale non ritenga di doversi schierare a fianco della popolazione di Sant'Antioco per impedire l'installazione del radar;
7) se l'installazione del radar possa in qualche maniera contrastare, impedire o condizionare i piani di sviluppo futuri della comunità di Sant'Antioco.
Cagliari, 4 aprile 2011