CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 489/A
INTERROGAZIONE MELONI Marco - BRUNO - DIANA Giampaolo - PORCU - ESPA - MORICONI - COCCO Pietro, con richiesta di risposta scritta, sull'abrogazione della norma istitutiva delle zone franche urbane e sull'istituzione delle zone a burocrazia zero.
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I sottoscritti,
premesso che:
- l'articolo 1, comma 340 e seguenti, della legge n. 296 del 2006, così come modificato dall'articolo 2, comma 561, della legge n. 244 del 2007, ha previsto l'istituzione di zone franche urbane (ZFU), aree di dimensione minima prestabilita dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese;
- al contempo detta disposizione di legge ha istituito nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico un apposito fondo, con una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, per il finanziamento di programmi di intervento da realizzarsi nelle ZFU;
- il CIPE, con delibera del 23 giugno 2009, ha individuato 22 ZFU ammesse ai benefici finanziari anzidetti, di cui 3 nel territorio della Sardegna, ricadenti nei comuni di Quartu Sant'Elena, Iglesias e Cagliari;
- per rendere effettivi tali stanziamenti era necessaria l'emanazione dei regolamenti di attuazione, da effettuarsi entro dicembre 2010, termine entro il quale nessun regolamento attuativo è stato emanato;
- peraltro, nel decreto legge n. 78 del 2010, convertito in legge n. 122 del 2010, all'articolo 43 è prevista l'istituzione delle zone a burocrazia zero, nelle quali, ove coincidenti con le ZFU, è prevista l'erogazione di contributi in conto capitale diretti alle imprese, in luogo delle esenzioni fiscali previste con le ZFU;
considerato che:
- il provvedimento contenuto nella legge n. 122 del 2010 dà forma all'ennesimo sistema di aiuti tradizionali, senza alcuna indicazione nelle disposizioni legislative che offrano ai sindaci incaricati criteri di erogazione, e stravolge la ratio delle ZFU, ovvero creare una fiscalità di vantaggio che incoraggi l'imprenditoria in aree disagiate del Meridione;
- nell'articolo 43, comma 2, lettera b) del decreto legge n. 78 del 2010, convertito in legge n. 122 del 2010, è previsto difatti che "ove la zona a burocrazia zero coincida, nelle regioni Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, con una delle zone franche urbane individuate nella delibera CIPE 8 maggio 2009, n.14 (…), le risorse previste per tali zone franche urbane sono utilizzate dal sindaco territorialmente competente per la concessione di contributi diretti alle nuove iniziative produttive avviate nelle zone a burocrazia zero";
considerato, inoltre, che lo schema di decreto di riforma degli incentivi alle imprese, che il Governo deve approvare entro il mese di febbraio 2011, secondo alcune notizie della stampa specializzata e l'allarme dell'ANCI regionale, dispone l'abrogazione dell'articolo 1, commi 340 e seguenti, della legge n. 296 del 2006, cancellando le zone franche urbane, che dal medesimo articolo erano state istituite,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere:
1) in che modo la Giunta regionale intenda rapportarsi col Governo, ai fini della individuazione delle zone a burocrazia zero, e in che modo intenda coinvolgere in tale processo le amministrazioni locali;
2) se non ritengano doveroso attivarsi nei confronti del Governo stesso per sensibilizzare quest'ultimo in ordine alle zone franche urbane ed alla necessità che i finanziamenti ad esse relativi vengano sbloccati e la loro norma istitutiva mantenga la sua vigenza ed acquisisca effettività, attraverso l'adozione degli opportuni provvedimenti attuativi;
3) se non ritengano dunque opportuno, al fine di salvaguardare il processo di creazione delle zone franche urbane, quale prima sperimentazione di forme di fiscalità di vantaggio compatibili con la disciplina dell'Unione europea in materia, rappresentare con forza al Governo l'opportunità che le zone a burocrazia zero non siano sostitutive delle zone franche urbane, ma siano individuate come strumento ulteriore di attrattività per l'attivazione di investimenti, chiedendo altresì al Governo di attivarsi, anche in sede europea, per incrementare le opportunità offerte dalla fiscalità di vantaggio, quale strumento per la promozione dello sviluppo nei territori svantaggiati o in ritardo.Cagliari, 24 gennaio 2011