CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 436/A
INTERROGAZIONE SANJUST, con richiesta di risposta scritta, sulla possibilità che nelle ASL della Sardegna possa essere avviata la sperimentazione del metodo promosso dal prof. Paolo Zamboni per la cura della sclerosi multipla attraverso l'intervento di angioplastica per la cura della CCSVI.
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Il sottoscritto,
premesso che:
- la sclerosi multipla, chiamata anche sclerosi a placche, è una malattia infiammatoria cronica demielinizzante, a patogenesi autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale);
- questa malattia colpisce la Sardegna in maniera particolare, con il risultato che l'Isola è il territorio in cui si registra una percentuale altissima rispetto al resto dell'Italia e, forse, del mondo;
- ogni anno, in Sardegna, si registrano 150 casi ogni 100.000 abitanti e, attualmente, la patologia colpisce non meno di 2.500 nostri cittadini;considerato che:
- da qualche tempo, si starebbe affermando una scoperta scientifica del prof. Paolo Zamboni del Centro malattie vascolari dell'Università di Ferrara, che collegherebbe lo sviluppo della sclerosi multipla alla insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), vale a dire alla stenosi venosa che riguarda in particolare la vena azygos e le vene giugulari;
- la CCSVI si cura con un intervento chirurgico di angioplastica per eliminare la stenosi venosa;
- questa pratica ha evidenziato effetti positivi nei malati di sclerosi multipla grazie alla regolarizzazione della circolazione venosa cerebrale, individuando una netta riduzione del numero delle ricadute e lesioni cerebrali e il conseguente miglioramento della qualità della vita;
- pur collegandola alla sclerosi multipla, la CCSVI è una patologia a sè stante, non ancora riconosciuta in Italia e che va curata così come è stata riconosciuta, nel mese di settembre del 2009, in un convegno mondiale dei chirurghi vascolari;
- nel mese di gennaio del 2010, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, ha sollecitato il Ministero della salute ad occuparsi del riconoscimento della patologia CCSVI;
- nel mese di marzo 2010 il problema è stato sottoposto al Consiglio superiore della sanità;
- nel mese di aprile 2010 la prestigiosa rivista medica "International angiology" ha dedicato un numero monografico alla scoperta del prof. Zamboni e quando ciò accade, significa che il problema è considerato "serio" dagli esperti;preso atto che:
- in Italia, al momento, non è ancora consentito curare la patologia CCSVI con un intervento di angioplastica, in quanto la malattia non è riconosciuta;
- appare difficilissimo anche diagnosticare la malattia a causa delle lunghe code d'attesa per l'utilizzo dello strumento ecocolordoppler, difficile anche da reperire nella ASL, come sarebbe difficile reperire personale qualificato per l'utilizzo del macchinario;
- nonostante ci siano medici disposti a effettuare gli interventi chirurgici di angioplastica, la ASL di Sassari, ad esempio, avrebbe rigettato la proposta di acquistare l'ecocolordoppler quale strumento di diagnosi della CCSVI nella sclerosi multipla;
- di recente, la Regione Lazio si è aggiunta a Puglia e Sicilia per avviare percorsi di sperimentazione per curare la sclerosi multipla attraverso l'intervento di angioplastica per curare la CCSVI, e così pure altre regioni italiane, l'Emilia Romagna, ha raggiunto un accordo con l'equipe del prof. Zamboni per un protocollo di intervento sperimentale, la Regione Marche ha deliberato di avviare uno studio/ricerca per trattare 200-250 pazienti affetti da sclerosi multipla, nella Regione Veneto, la ASL di Vicenza ha ricevuto in dono da una fondazione privata un ecodoppler per la diagnosi della CCSVI e la stessa ASL ha avviato una convenzione con l'Università di Ferrara per valutare i casi di ragazzi affetti da sclerosi multipla, infine, la Regione Piemonte si è espressa nella ferma volontà di procedere all'approfondimento della questione attraverso un progetto per uno studio randomizzato, che comprende la diagnosi e la liberazione della CCSVI;verificato che:
- il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, pur nella cautela del caso, ha pubblicamente espresso la volontà di approvare, entro breve tempo, i percorsi dei protocolli di intervento, in considerazione del fatto che le strutture competenti sarebbero già al lavoro;
- al momento, la sola speranza per gli italiani affetti di sclerosi multipla è quella di impegnare circa 8 mila euro, cifra non accessibile a tutte le persone, e recarsi in una struttura sanitaria privata in Bulgaria per l'effettuazione dell'intervento di angioplastica;
- si è oltremodo intuito che il trattamento tempestivo di angioplastica, effettuato dal prof. Zamboni su una paziente medico tre giorni dopo la diagnosi di sclerosi multipla, non lascerebbe tracce di ulteriore e possibile decorso della malattia;
- il trattamento Zamboni viene applicato in diversi paesi del mondo e oltre la Bulgaria, in Francia, Germania, Giordania, India, Irlanda del Nord, Kuwait, Polonia, Serbia e Stati Uniti,chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:
1) non ritengano urgente e necessario, visto l'alto numero di pazienti affetti da sclerosi multipla residenti in Sardegna che confidano in questa scoperta per sperare nella guarigione, dare l'avvio alla sperimentazione del protocollo ipotizzato dal prof. Zamboni, eventualmente stabilendo con la sua equipe una convenzione allo scopo di valutare un congruo numero di pazienti da avviare alla sperimentazione;
2) non ritengano doveroso incrementare nelle ASL della Sardegna il numero di ecocolordoppler necessari perla diagnosi della CCSVI così da cercare di inserire la Regione sarda fra le istituzioni all'avanguardia per la cura della insufficienza venosa cronica cerebro spinale quale possibilità anche per la cura della sclerosi multipla.Cagliari, 5 novembre 2010