CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 368/A
INTERROGAZIONE VARGIU - MELONI Francesco - COSSA - DEDONI - FOIS - MULA, con richiesta di risposta scritta, sulla bocciatura da parte del Governo nazionale del piano regionale di rientro e del patto per la buona sanità.
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I sottoscritti,
considerato che:
- la Regione autonoma della Sardegna ha sottoscritto con lo Stato un piano di rientro 2007-2009, finalizzato alla razionalizzazione della spesa sanitaria e al contenimento del disavanzo, nonché alla partecipazione al riparto nazionale di ulteriori fondi aggiuntivi destinati alla sanità delle Regioni virtuose;
- nel febbraio 2010, il Governo nazionale ha giudicato inadempiente la Regione Sardegna, segnalando come tra le Regioni italiane sottoposte al Piano di rientro, la Sardegna sia stata l'unica che non soltanto non ha ridotto il proprio disavanzo sanitario, ma anzi l'ha quasi triplicato nel corso del triennio sottoposto a piano di rientro;
- per effetto di tale bocciatura, accompagnata dalla minaccia di commissariamento, la Giunta regionale ha provveduto ad adottare la deliberazione n. 8/16 del 23 febbraio 2010, che sostanzialmente blocca ogni dinamica sanitaria in Sardegna e, successivamente, ha provveduto ad adottare la deliberazione n. 20/7 del 19 maggio 2010, denominata anche del "Patto di buon Governo del Servizio sanitario regionale. Anno 2010", che ha introdotto gli indirizzi per la attivazione di politiche virtuose coerenti con le indicazioni nazionali;
- anche tale "patto" è stato giudicato insufficiente dal Governo nazionale che, in data 2 luglio 2010, lo ha bocciato in quanto non idoneo a considerare la Regione adempiente perché non indica le concrete misure per conseguire gli obiettivi, né i relativi effetti economici;
- i vincoli del piano di rientro gravano sulla Regione Sardegna soltanto sino al 2009 in quanto, a mente della legge finanziaria nazionale 2007 (il famoso "patto Soru-Prodi"), dall'anno 2010 l'intera spesa sanitaria regionale è a carico delle casse della Sardegna;
- l'abolizione degli obblighi con lo Stato ci svincola dai piani di rientro, ma non dalle esigenze di buona e corretta amministrazione nella sanità; è infatti evidente che l'eventuale persistente crescita senza controllo del disavanzo sanitario viene comunque pagata dalla collettività sarda che è costretta a dedicare ingenti risorse - sottratte ad altri settori produttivi - al "buco della sanità", senza percepire i vantaggi che derivano da un'assistenza di qualità;
- appaiono dunque indispensabili gli interventi nei confronti dello Stato necessari ad avviare un'azione perequativa che porti all'adeguamento infrastrutturale del nostro sistema sanitario, che sconta le arretratezze discendenti dal cronico sottofinanziamento statale e deve invece essere finalmente messo in condizioni di garantire prestazioni sanitarie di qualità paragonabili a quelle offerte dai sistemi sanitari delle regioni italiane più avanzate;
- appare però altrettanto indispensabile mettere in campo una complessiva strategia virtuosa che adegui la qualità percepita della nostra sanità alle risorse dedicate, eliminando ogni distorsione della spesa,chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale alla Sanità per sapere:
1) se risponda al vero che la Regione Sardegna è l'unica tra quelle sottoposte a piano di rientro 2007- 2009 che, non solo, non ha ridotto il proprio disavanzo sanitario, ma anzi l'ha significativamente aumentato;
2) quali siano i motivi di tale preoccupante situazione di andamento della spesa;
3) quali siano i principali indicatori che la Regione sta monitorando per radicare le proprie convinzioni;
4) quali siano gli obiettivi, gli strumenti e le azioni che la Regione intende mettere in campo per modificare l'attuale situazione.Cagliari, 3 agosto 2010