CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 361/A
INTERROGAZIONE VARGIU - MELONI Francesco - COSSA - DEDONI - FOIS - MULA, con richiesta di risposta scritta, sulle azioni per il miglior funzionamento della legge nazionale n. 162 del 1998, sull'handicap grave.
***************
I sottoscritti,
considerato che:
- i livelli di evoluzione civile di qualsiasi società moderna si misurano attraverso la propria capacità di garantire la miglior tutela possibile alle fasce deboli della popolazione;
- in particolare, una delle sfide del futuro è rappresentata dalla capacità di mantenere un adeguato grado di protezione degli anziani e dei soggetti portatori di handicap, senza causare squilibri irreversibili nei bilanci economici del settore socio-assistenziale;
- negli ultimi anni la Regione Sardegna ha investito crescenti risorse nella legge nazionale n. 162 del 1998, andando a tutelare un numero sempre crescente di aventi diritto;
- la necessità di tutela dei pazienti portatori di handicap grave e il rafforzamento dei percorsi di deospedalizzazione e di reintegrazione all'interno delle famiglie di provenienza ha così determinato la crescita dei piani personalizzati finanziati dai 5.246 del 2004 sino ai 28.351 del 2010;
- tale aumento del numero assoluto degli interventi finanziati è stato accompagnato dalla crescita del peso medio di ciascun intervento, sino al raggiungimento di un monte complessivo di esigenze economiche superiore ai 140 milioni di euro;
- già nel 2010 tale incremento della spesa aveva creato significativi problemi di bilancio alla Regione che, per poter adeguare il proprio intervento ai finanziamenti disponibili, aveva inizialmente proposto, attraverso una delibera di Giunta regionale, il taglio di mille euro per ciascun piano personalizzato approvato ex lege n. 162 del 1998;
- il Consiglio regionale aveva giudicato non sostenibili le ricadute sociali legate a tale provvedimento ed era pertanto intervenuto con una propria legge (la legge regionale 10 marzo 2010, n. 6) che aveva integrato con ulteriori 14 milioni di euro la provvista economica, per il 2010, introducendo criteri di equità nelle regressioni dei finanziamenti per ciascun piano personalizzato, con l'obiettivo di ridurre le ricadute negative d'impatto sociale che una restrizione troppo rigida avrebbe potuto determinare tra le fasce più deboli della popolazione sarda;
- in occasione della discussione e dell'approvazione di tale norma legislativa, il Consiglio regionale aveva raccomandato alla Giunta di predisporre, per gli anni a venire, uno specifico piano di intervento finalizzato alla razionalizzazione delle risorse disponibili, in modo da arrivare ad una situazione di equilibrio tra le disponibilità economiche regionali e le esigenze di tutela della popolazione fragile;
- lo stesso Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, con intervento diretto sul sito istituzionale della Regione (5 marzo 2010), aveva peraltro segnalato l'esistenza di significative anomalie nella gestione comunale della fase di istruzione delle pratiche, sottolineando come alcuni comuni avessero paradossalmente proposto per l'accesso ai benefici di legge un numero di soggetti affetti da grave handicap pari all'88 per cento della popolazione;
- l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, anche attraverso un'attiva collaborazione con le associazioni del mondo della disabilità, con le ASL e con i comuni, si era impegnato a rivedere i criteri di valutazione della legge al fine di riqualificare la spesa e di evitare il ripetersi negli anni a venire delle criticità manifestatesi per l'esercizio economico 2010,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per saper:
1) quali siano gli sviluppi del percorso di collaborazione con le associazioni, i comuni e le ASL che fungano da base alla riqualificazione della spesa regionale a sostegno dei pazienti portatori di handicap grave;
2) quali siano, conseguentemente, i provvedimenti che si intendono assumere perché gli interventi regionali nel quadro della norma della legge nazionale n. 162 del 1998 raggiungano il virtuoso equilibrio tra la disponibilità di risorse regionali e le esigenze delle fasce più deboli e meno protette della società sarda.
Cagliari, 3 agosto 2010