CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 346/A
INTERROGAZIONE ZUNCHEDDU, con richiesta di risposta scritta, circa il frequente allarme su rifiuti tossici e radioattivi nel nord Sardegna e in particolare sulle irregolarità nelle procedure dello smaltimento dei rifiuti provenienti dagli insediamenti militari di La Maddalena e diretti a Scala Erre e Canaglia.
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La sottoscritta,
premesso che:
- il 21 agosto 2008 è stato inoltrato dall'ex vice sindaco di Porto Torres un esposto-denuncia alla Procura generale della Repubblica presso il Tribunale di Sassari sullo smaltimento dei rifiuti provenienti da insediamenti militari di La Maddalena e con il quale si chiede che:
1) venga immediatamente interrotto l'invio dei predetti rifiuti alle discariche segnalate prima che la magistratura ne verifichi la natura e ne autorizzi lo smaltimento;
2) nell'eventualità che i dubbi espressi in premessa siano confermati dagli accertamenti dell'autorità giudiziaria, tutti i responsabili siano chiamati in giudizio a rispondere del reato di disastro ambientale;
- la stessa stampa di quei giorni (in particolare del 23 agosto 2008) riportava i dubbi espressi nell'esposto, denunciando le irregolarità con cui ogni giorno almeno 60/70 semirimorchi alla volta carichi di rifiuti (gli scarti dell'ex Arsenale di La Maddalena) e diretti alle discariche di Scala Erre e Canaglia venivano scaricati nel porto di Porto Torres;
- quelle di Scala Erre e Canaglia sono classificate come "discariche per rifiuti speciali non pericolosi", quindi non adatte per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi e tossico-nocivi provenienti da aree destinate ad attività militari dove notoriamente vengono impiegate sostanze e materiali altamente tossici e nocivi sia per la salute dei cittadini che per l'ambiente;
- a tutt'oggi nell'Arsenale maddalenino sono presenti e oggetto delle operazioni di bonifica (a mare e a terra) non ancora concluse, sostanze quali amianto, mercurio, idrocarburi, arsenico, cadmio, piombo, rame; si tratta di elementi fortemente inquinanti per l'ambiente e incompatibili per la salute delle popolazioni;
- risulterebbe, come dichiarato nel sito ufficiale della Protezione civile, che proprio nel corso della bonifica a terra siano state raccolte 62.000 tonnellate nell'arco di 45 giorni; quindi sarebbero state raccolte 1.377,77 tonnellate di rifiuti al giorno, di cui circa 289,33 (pari al 21 per cento) risultano classificati "pericolosi" perché contenenti amianto, idrocarburi e/o metalli;
- vista la vocazione turistica dell'area interessata, tali operazioni criminose avrebbero gravi ripercussioni anche sullo sviluppo di un'economia ecocompatibile e quindi sull'occupazione, in un momento di crisi drammatica per i sardi;
- rispetto ai fatti che pregiudicano la salute dei sardi, dell'ambiente e lo sviluppo della nostra economia, persiste l'assordante silenzio del Presidente della Regione e della sua Giunta regionale, che avrebbero dovuto attivarsi da tempo per verificare e scongiurare le irregolarità delle procedure di smaltimento di rifiuti e per accertare l'idoneità dei siti designati per lo stoccaggio di rifiuti e scorie;
sottolineato che:
- quello dei rifiuti tossici e radioattivi nel territorio sardo è un tema che ricorre infelicemente troppo spesso;
- già nel 2007 fu avviata un'indagine dai carabinieri che sequestrarono due container che trasportavano polveri che contenevano isotopi di cesio 137; il carico, proveniente dal porto di Genova e destinato a Porto Torres, fu bloccato in anticipo solo perché le autorità furono allertate dai medici a cui si dovette rivolgere l'autista del camion che trasportava il materiale radioattivo per paura di esserne stato contaminato;
- tale preoccupazione trova dei fondamenti anche sulla recentissima stampa, che infatti il 16 maggio 2010 ripropone un articolo (L'Unione Sarda), pubblicato anche sul sito della Protezione civile il 18 maggio 2010, a proposito dell'ennesimo allarme sui rifiuti radioattivi nel nord Sardegna;
- nel suddetto articolo si ricordano altri episodi di smaltimento di rifiuti tossici come quello accaduto nell'autunno del 2007 "quando un carico di polveri contenti isotopi di cesio 137 stava per sbarcare a Porto Torres con un traghetto proveniente da Genova;
- nel 2008 furono bloccati 200 carichi di detriti e rifiuti provenienti dalle demolizioni dell'Arsenale de La Maddalena e destinati proprio alle discariche di Scala Erre e Canaglia;
- la nave Maior, la stessa che viene presa spesso a noleggio dallo Stato maggiore della difesa per operazioni collegate alle attività militari (come accadde per esempio per il rientro di uomini e mezzi italiani dall'Iraq), come riportato dalla stampa il 23 agosto 2008 (rif. L'Unione Sarda), come "un cassonetto galleggiante (...) con la pancia stracolma di scarti della demolizione dell'ex armeria della Marina militare, non si ferma mai. Da due settimane continua a fare la spola fra l'arcipelago e lo scalo turritano, portando in dote quotidianamente una sessantina di rimorchi";
- sebbene in quell'occasione la Protezione civile garantì la non tossicità dei rifiuti, diversi rappresentanti delle istituzioni sul territorio si opposero con forza al traffico di sostanze pericolose e di agenti inquinanti nel proprio territorio, senza però avere riscontro dalle autorità competenti,chiede di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente affinché riferisca:
1) se in questi anni siano state intraprese iniziative finalizzate a garantire la regolarità delle procedure di smaltimento dei rifiuti provenienti dall'Arsenale de La Maddalena;
2) se sia stata accertata l'idoneità dei siti designati per lo stoccaggio di tali rifiuti e sulla localizzazione di tali aree (in Sardegna e in Italia);
3) quali siano stati i risultati dell'indagine avviata nel 2007 sul misterioso carico di cesio 137 destinato a Porto Torres;
4) dati certi e ufficiali su quanto certificato dalla Protezione civile circa la non pericolosità e tossicità dei rifiuti destinati nel 2008 alle discariche di Scala Erre e Canaglia e provenienti dall'Arsenale de La Maddalena.Cagliari, 22 luglio 2010