CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 281/A
INTERROGAZIONE PLANETTA, con richiesta di risposta scritta, sull'adozione delle deliberazioni del 12 marzo 2010, n. 10/1, con il relativo disegno di legge e relazione, n. 10/2 e n. 10/3.
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Il sottoscritto,
premesso che:
- la Regione Sardegna ha pubblicato sul proprio sito internet, con criptico e notevole ritardo, le tre deliberazioni del 12 marzo 2010 per, rispettivamente, la costituzione della società Sardegna Energia Spa (n. 10/1, con il relativo disegno di legge e relazione), il blocco dei parchi eolici offshore nel mare antistante le coste regionali (n. 10/2) e per la modifica delle procedure di autorizzazione per la realizzazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Atto di indirizzo e linee guida (n. 10/3);
- l'oggetto sociale della società Sardegna Energia Spa (sorta di agenzia regionale e che avrà il monopolio di ogni progetto di sfruttamento delle fonti rinnovabili) è quello di definire ed attuare, in conformità dei piani, programmi e indirizzi della Regione in materia energetica e con oneri a carico della stessa, azioni finalizzate ad ottimizzare la gestione della domanda e dell'offerta di energia, la promozione del risparmio e dell'efficienza energetica e a favorire un miglior utilizzo delle risorse energetiche locali, convenzionali e rinnovabili, operando altresì nei mercati dell'energia elettrica e del gas (tutto quello che è energia, quindi, passa sotto il controllo della Regione);
considerato che:
- con le deliberazioni del 12 marzo 2010 la Giunta regionale, di fatto, disegna un modello delle fonti rinnovabili in Sardegna in antitesi con tutte le politiche energetiche di indirizzo internazionale, ma anche nazionale, stabilendo che una sola società, Sardegna Energia, dovrà controllare il mercato di tutte le fonti rinnovabili e che dovrà privilegiare i principali operatori del settore (un modello quindi centralistico a favore di pochi operatori che vede le aziende private entrare nel mercato solo tramite convenzioni ad hoc per ogni impianto stipulate direttamente con l'agenzia regionale);
- il disegno di legge prevede, infatti, l'attribuzione alla società Sardegna Energia Spa, per delega della Regione, dell'attuazione delle politiche energetiche regionali ed il monitoraggio degli accordi e delle autorizzazioni rilasciate ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003, cioè, "ai fini del raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall'Europa per il 2020", tutte le autorizzazioni per le fonti rinnovabili verranno "monitorate" dalla società regionale (è facile prevedere una quantità di ricorsi al TAR);
rilevato che:
- con le deliberazioni del 12 marzo 2010 della Giunta regionale, da un lato viene intimato alle capitanerie di porto di opporsi alla realizzazione di nuovi impianti eolici offshore, dall'altro, si prevede la costituzione di una società a capitale interamente pubblico, denominata Sardegna Energia, cui affidare in via esclusiva l'attività di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
- l'evidente violazione delle norme statali di fonte primaria, che affermano il carattere libero dell'attività di produzione dell'energia elettrica (articolo 1 del decreto legislativo n. 79 del 1999) dovrebbe bastare a dedurne l'illegittimità, senza necessità di richiamare l'articolo 41 della Costituzione (a tal proposito va ricordata la recente sentenza del TAR Sicilia n. 1774/2010 che è intervenuto a dichiarare l'illegittimità di provvedimenti di analogo tenore; il giudice amministrativo, nella fattispecie, stigmatizzava "l'impostazione autarchica della disciplina di un'attività che, al contrario, per scelta normativa, e prima anche per caratteristiche ontologiche, non può essere ricondotta ad un regime sostanzialmente protezionistico … e in generale proibizionistico";
- le deliberazioni del 12 marzo 2010 stabiliscono, tra le altre cose, che le serre fotovoltaiche dovranno avere un grado di trasparenza del 75 per cento, mentre l'equilibrio fra esigenze finanziarie e esigenze ambientali é situato intorno al 25 per cento, decretandone, di fatto, la morte, senza differenziare tra piccoli e grandi interventi, e senza stabilire come si misura il 75 per cento, su quali falde (se solo quelle esposte a sud o su entrambe), in quale ora della giornata, in quale periodo dell'anno, il tutto, nonostante il Ministero dello sviluppo economico, nella propria proposta di modifica del conto energia per gli anni a venire, individui in forma completamente diversa questi manufatti;
rilevato ancora che:
- l'ENAS gestisce 31 dighe, 27 piccoli bacini, 47 impianti di pompaggio, 4 impianti idroelettrici, 850 km di acquedotti e 209 km di canali ed eroga ogni anno mediamente 604 milioni di metri cubi di risorsa idrica, di cui 229 per gli usi civili, 343 per i fabbisogni irrigui e 32 per il settore industriale;
- affinché l'intero sistema idrico multisettoriale "giri" regolarmente c'è bisogno, ogni anno, di circa 131 GWh (131 mila MWh), ma il fabbisogno sale nei periodi siccitosi quando occorre trasportare la risorsa dagli invasi con adeguata energia ai territori più lontani in sofferenza e posti a quote più elevate;
- la produzione di energia idroelettrica dell'ente è oggi mediamente pari a 26 GWh, con un deficit quindi di 105 GWh; di questi, 30 GWh verranno prodotti dalle due centrali del Tirso ex ENEL che ENAS sta per acquisire sulla base dell'intesa tra Regione ed ENEL del 5 luglio 2007, 25 GWh con le nuove centrali idroelettriche già finanziate, mentre i restanti 55 GWh si sarebbero dovuti produrre con le nuove centrali eoliche oggi definanziate dalla Giunta regionale;
- il 6 agosto 2009 la Giunta regionale ha approvato il nuovo programma dei fondi FAS, peraltro con pochissime modifiche rispetto a quello varato dalla Giunta Soru il 16 dicembre del 2008, una delle quali riguardava il sistema energetico, nel quale ENAS non figurava più, mentre il 7 agosto veniva invece pubblicata la legge regionale n. 3 del 2009 che, con l'articolo 6, abrogava le disposizioni dell'articolo 18 della legge regionale n. 2 del 2007 che riservavano allo stesso ENAS la quota maggioritaria della produzione di energia eolica in Sardegna,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) se non si ritenga opportuno annullare, ovvero sospendere, le deliberazioni del 12 marzo 2010 sulle energie rinnovabili e recepire, integrandole, le conclusioni dei lavori delle Commissioni Quinta e Sesta che stanno elaborando congiuntamente la risoluzione richiesta da un preciso ordine del giorno del Consiglio regionale, e successivamente, visto che spetta al Consiglio il compito di dare gli indirizzi all'Esecutivo, recepire dal medesimo Consiglio gli opportuni indirizzi attuativi alla Giunta regionale sulla materia;
2) se non si ritenga propedeutica all'istituzione della società Sardegna Energia Spa la modifica, con l'apporto degli opportuni correttivi, del PEAR della Regione Sardegna;
3) se non si ritenga che il creare una nuova agenzia avrà costi non trascurabili e che la stessa agenzia tarderà inevitabilmente a divenire operativa quando ENAS già è sul campo in questo settore, è un ente efficiente e gestisce il patrimonio idrico multisettoriale di tutta la Regione;
4) in quale maniera si prevede che la Sardegna possa onorare, per quanto di propria competenza, gli impegni a suo tempo assunti nell'ambito delle politiche europee, che prevedono la produzione da fonti rinnovabili elettriche, entro il 2020, di circa 6-6,5 TWh/anno, di cui circa 4 dovrebbero provenire da eolico (3 TWh da eolico onshore e 1 TWh off-shore);
4) quali competenze e ruoli nel merito sono stati previsti ovvero assegnati all'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente e quali rapporti ci saranno tra Sardegna Energia Spa e le Commissioni VIA-VAS e AIA del Ministero dell'ambiente.Cagliari, 30 marzo 2010