CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 257/A

INTERROGAZIONE PLANETTA - DESSÌ - MANINCHEDDA - SANNA Giacomo - SOLINAS Christian, con richiesta di risposta scritta, sulla regolamentazione della costruzione di impianti di coltivazioni serricole con coperture di pannelli con celle fotovoltaiche.

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I sottoscritti,

premesso che:
- nella Provincia di Sassari ed in tutto il territorio della Sardegna aumentano le richieste di autorizzazione inoltrate ai SUAP dei comuni, soprattutto da parte di ditte non sarde, riguardanti vaste estensioni di aree classificate "E" agricole, per la costruzione di impianti di coltivazioni serricole, con coperture di pannelli con celle fotovoltaiche e malcelato carattere surrettizio dell'ambito di utilizzo di tali impianti, finalizzati, in tutta evidenza, alla esclusiva produzione industriale di energia elettrica;
- i progetti relativi a tali impianti prevedono la copertura di vaste estensioni, anche finalizzate alla produzione energetica termica per la quale è previsto il procedimento amministrativo per il rilascio dell'autorizzazione provinciale prescritta dalla legge regionale 12 giugno 2006, n. 9;
- l'iter delle domande di tali progetti, che fanno piuttosto pensare che si stiano inventando degli impianti serricoli, creati solo al fine di permettere l'integrazione architettonica delle installazioni fotovoltaiche, come anche confermato da una sentenza del Tar Sardegna, che in ragione della dichiarata finalità agricola, non prevede concrete forme di controllo e di verifica dell'impatto ambientale;

considerato che:
- quando i comuni sono chiamati a rilasciare le autorizzazioni devono rifarsi alle direttive regionali in materia, le quali prevedono l'esclusione della procedura di screening ambientale per quegli impianti parzialmente integrati o con integrazione architettonica;
- tali direttive consentono, di fatto, la realizzazione di veri e propri impianti fotovoltaici, purché integrati architettonicamente, in spregio a qualsivoglia valutazione di tipo paesaggistico-ambientale;
- il prospettato grande vantaggio, sia in termini di risparmio energetico sia in termini di difesa dell'ambiente, cela in tutta evidenza palesi speculazioni da parte di imprenditori non sardi nonché enormi problematiche connesse all'ambiente stesso (impatto ambientale, smaltimento, ecc.) e rischia di rivelarsi come un grave motivo di preoccupazione per le amministrazioni comunali dell'intera Isola;

rilevato che:
- il vero affare che porta parecchie società a proporre progetti chiavi in mano per serre di enorme estensione interamente ricoperte da pannelli fotovoltaici è il medesimo che attira gli stessi "sviluppatori" dell'eolico autori di futuribili masterplan, tesi solamente ad accaparrare i cospicui fondi moltiplicati dai contributi regionali, statali, europei;
- l'espediente adoperato dagli investitori in Sardegna è legato alle dimensioni degli impianti e si configura con la preliminare costituzione del diritto di superficie su un terreno di norma utilizzato da una o più famiglie di agricoltori, a cui si cede la serra in comodato, mantenendo di fatto sia la proprietà che i benefici del fotovoltaico ed usufruendo, inoltre, dei contributi del conto energia (diverse decine di centesimi per kWh) fino al 2029 (un impianto da un megawatt si paga in 6-7 anni, mentre il rendimento oscilla dal 15 al 20 per cento all'anno),

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere quali misure urgenti intenda adottare questa Amministrazione al fine di regolamentare ulteriormente la materia ed evitare la costruzione di questi veri e propri impianti solari surrettizi per la produzione di energia elettrica a livello industriale all'interno delle zone agricole, senza un'adeguata istruttoria che ne accerti le concrete ricadute economiche nelle aree interessate, e così frenare il grande fervore dei progettisti e delle società collegate, palesemente incuranti della difesa dell'ambiente, ma interessati solo al conseguimento dei propri affari, ed in spregio alle norme di tutela paesaggistica.

Cagliari, 4 marzo 2010