CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 226/A

INTERROGAZIONE PLANETTA, con richiesta di risposta scritta, sull'informazione, la tempistica, i modi ed i costi di realizzazione, gli eventuali vantaggi e svantaggi, e la eventuale compatibilità del gasdotto Galsi con la salvaguardia del territorio e della popolazione della Sardegna.

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Il sottoscritto,

premesso che:
- l'inizio dei lavori di costruzione del nuovo gasdotto che collegherà l'Algeria (Paese tutt'altro che stabile dal punto di vista politico) alla Sardegna e alla Toscana attraverso un percorso lungo quasi 900 chilometri, di cui circa 600 in mare, è previsto per il secondo semestre del 2010, mentre la sua messa in esercizio è prevista per il 2012, con una capacità di trasporto iniziale pari a 8 miliardi di metri cubi l'anno;
- la realizzazione e gestione dell'opera sarà a carico della Società di sviluppo Galsi, sostenuta dagli azionisti, Sonatrach (41,6 per cento), Edison (20,8 per cento), Enel produzione (15,6 per cento), Sfirs (11,6 per cento) e Gruppo Hera (10,4 per cento);
- al progetto Galsi, in virtù di un accordo siglato il 7 novembre del 2007, collabora anche Snam rete gas (ENI), il più importante operatore nel trasporto di gas naturale in Italia, che si occuperà della realizzazione e diverrà operatore del tratto italiano del gasdotto, a partire dall'approdo sud in Sardegna a Porto Botte, fino a Piombino;
- secondo i termini dell'accordo, Galsi provvederà allo sviluppo dell'ingegneria e all'ottenimento delle principali autorizzazioni, ottenute le quali Snam rete gas (ENI) diverrà titolare (proprietaria), realizzerà e gestirà il tratto di rete nazionale del metanodotto, mentre Galsi Spa rimarrà titolare, realizzerà e gestirà la parte internazionale;

considerato che:
- l'approvvigionamento del gas naturale via gasdotto in Italia oggi avviene principalmente attraverso quattro infrastrutture: il TAG, che attraverso l'Austria approvvigiona l'Italia di gas russo; il TRANSITGAS, che consente l'importazione via Svizzera di gas proveniente principalmente dal Mare del nord; il TRANSMED, gasdotto Algeria-Tunisia-Sicilia (Mazara del Vallo), punto di entrata del gas dall'Algeria, il GREENSTREAM, gasdotto di importazione dalla Libia con punto di ingresso a Gela in Sicilia;
- la "filantropica" finalità del progetto in questione, come si può evincere dalla missione ufficiale di Galsi, sarebbe quella di "fornire una nuova fonte di approvvigionamento di gas naturale al mercato italiano ed europeo con l'obiettivo di contribuire al progresso economico ed al benessere della comunità garantendo una sicurezza di approvvigionamento energetico", mentre l'altrettanto "filantropica" motivazione dichiarata dal Galsi per la scelta del passaggio del gasdotto in Sardegna è, testualmente, "per consentire la metanizzazione della Sardegna. La Sardegna è l'unica regione d'Italia che fino ad oggi non dispone di metano. Galsi permetterà la commercializzazione e la distribuzione del gas naturale nell'Isola soddisfacendo i bisogni energetici della Sardegna";

considerato ancora che:
- nel dettaglio, il progetto Galsi prevede una stazione di compressione nel Golfo di Annaba, in Algeria, una sezione internazionale via mare dalla costa algerina fino alla spiaggia di Porto Botte, nel sud della Sardegna (285 chilometri per un diametro di condotta di 66 centimetri), una sezione italiana che comprende il tratto a terra di attraversamento della Sardegna (tocca le Province di Carbonia-Iglesias, Cagliari, Medio Campidano, Oristano, Nuoro, Sassari e Olbia-Tempio), fino alla zona di Olbia presso le vecchie saline (272 chilometri per un diametro di condotta di 120 centimetri), dove è prevista una seconda stazione di compressione, ed un ultimo tratto a mare fino a Piombino in Toscana (280 chilometri per un diametro di condotta di 81 centimetri), da cui il metanodotto si collega alla rete nazionale di trasporto;
- lungo i 272 chilometri del tratto sardo del gasdotto a terra è previsto un vincolo costituito dal divieto di edificabilità in una fascia di rispetto dai 20 ai 40 metri per parte rispetto all'asse della condotta, più la superficie destinata alle due centrali, il terminale di Porto Botte (55.600 metri quadri) e la centrale di compressione di Olbia (una struttura alta 19 metri che occuperà circa 20 ettari), dannosi anche per il rilascio di particelle di ossido d'azoto, sostanza notoriamente cancerogena, che andranno a depositarsi nelle aree circostanti, ed inoltre una centrale più piccola a Paulilatino, ed una serie di 38 punti di controllo lungo il percorso;

rilevato che:
- si tratta in tutta evidenza di una servitù senza precedenti, fortemente impattante e a costante rischio di esplosione (visto l'elevato numero di incendi che purtroppo affliggono il nostro territorio), che attraversa 40 comuni dell'Isola (San Giovanni Suergiu, Carbonia, Iglesias, Villamassargia, Domusnovas, Musei, Siliqua, Vallermosa, Villasor, Serramanna, Villacidro, San Gavino Monreale, Sardara, Pabillonis, Mogoro, Uras, Marrubiu, Santa Giusta, Palmas Arborea, Oristano, Simaxis, Ollastra, Zerfaliu, Villanova Truschedu, Paulilatino, Abbasanta, Norbello, Borore, Macomer, Sindia, Semestene, Bonorva, Torralba, Mores, Ozieri, Oschiri, Berchidda, Monti, Loiri Porto San Paolo, Olbia), compromettendo zone costiere, fondali marini (si pensi all'impatto sulle praterie di posidonia), foreste, aree protette quali siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale che sono aree tutelate perchè particolarmente ricche di biodiversità (stagno di Porto Botte, stagno di Santa Caterina, Altopiano di Campeda, Piana di Semestene, Bonorva, Macomer e Bortigali, Piana di Ozieri, Mores, Ardara, Tula e Oschiri, Campo di Ozieri e pianure comprese tra Tula e Oschiri, isole del nord est tra Capo Ceraso e Stagno di San Teodoro), siti archeologici, varcando fiumi e corsi d'acqua, strade, ponti, ferrovie, acquedotti e condotte, cancellando vigneti, frutteti e pascoli, e rappresentando, inoltre, una gravissima minaccia per settori portanti della nostra economia: ambiente, turismo, agricoltura, sistema delle produzioni tipiche locali e attività agro-pastorali;
- le operazioni di scavo della trincea e di montaggio della condotta richiederanno verosimilmente l'apertura di una pista di lavoro, rappresentata da una fascia di terreno molto ampia che si estenderà lungo tutto il percorso della condotta da realizzare, sia per consentire le operazioni di scavo della trincea, di saldatura e assemblaggio dei tubi di larghezza superiore alla fascia di asservimento, che il passaggio dei mezzi occorrenti per l'assemblaggio, il sollevamento e la posa della condotta e per il transito ed il trasporto del personale, dei rifornimenti e dei materiali, e per il soccorso;

preso atto che:
- le infrastrutture energetiche dell'importanza del Galsi sono soggette alla valutazione di impatto ambientale di competenza del Ministero dell'ambiente, che si esprime di concerto con il Ministero per i beni e le attività culturali, "sentite le regioni", e che, "sentita la Regione Sardegna", si esprimerà nel merito degli impatti dell'opera sia in fase di costruzione che di esercizio, come evidenziato dallo studio di impatto ambientale predisposto da Galsi, a prescindere dal Piano energetico ambientale Regione Sardegna che, per definizione, è strumento di pianificazione flessibile che consente all'Amministrazione di gestire la domanda locale di energia, agendo in modo organico sui settori che presentano le maggiori criticità e opportunità di intervento per contenere i consumi energetici e riqualificare il territorio, in accordo con le politiche energetiche di scala superiore, e che fondamentalmente nasce per tener conto dei nuovi scenari in materia di compatibilità ambientale degli impianti energetici basati sulla utilizzazione delle migliori tecnologie e sulle possibili evoluzioni del contesto normativo nazionale e europeo;
- il sostegno finanziario dell'Unione europea, di cerca 120 milioni di euro, coprirà solo i costi per la costruzione del gasdotto, ma non quelli dei collegamenti tra questo e le reti cittadine che saranno, invece, a carico delle comunità locali e pertanto, la Sardegna è destinata a costituire unicamente una servitù di passaggio;
- Galsi sarà solamente una società di trasporto del gas che non si occuperà della sua commercializzazione, a cui invece provvederanno i suoi azionisti, grazie ai contratti siglati con Sonatrach, ognuno per la quota di gas assegnata, e non si coglie dunque un reale rientro della partecipazione azionaria della Regione Sardegna attraverso la sua controllata Sfirs;
- al momento non vi è neppure una sede operativa del Galsi in Sardegna (attualmente sia la sede operativa che la sede legale si trovano a Milano) e, solo con l'avanzare del progetto, la società "si riserverebbe di decidere" di aprirne una sull'Isola,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere se:
1) ritengano la realizzazione del progetto Galsi compatibile con la salvaguardia del territorio e con l'incolumità della popolazione della Sardegna, del suo paesaggio, del suo patrimonio ambientale e archeologico, della sua economia rurale, della sua biodiversità e agrobiodiversità, dei beni comuni identitari che rischiano di scomparire e degli interessi diffusi e dell'immagine dell'Isola nonché della ricettività turistica, e di tutto ciò che viene minacciato e messo a repentaglio dalla costruzione del suddetto gasdotto;
2) ritengano sufficientemente informata la popolazione e gli enti locali interessati dal progetto, ovvero quali iniziative intendano adottare al fine di coinvolgerli fattivamente per chiarire e rendere note le reali ricadute, positive e negative, anche in termini occupazionali, di tale infrastruttura ed i rischi ad essa connessi, soprattutto per le coste ed i territori interessati, le aree protette, la fauna, la flora e gli habitat naturali, sia durante la fase di realizzazione dell'opera che successivamente;
3) appaia verosimile che il costo del gas potrebbe risultare, per la Sardegna, superiore e mai inferiore a quello praticato all'interno dell'Unione europea, in quanto la riduzione costituirebbe una forma di "aiuto di Stato" non consentita dalle regole comunitarie, peraltro ormai indirizzate all'utilizzo di fonti rinnovabili, tale da configurare il gasdotto Galsi un "affare" soltanto per chi lo costruisce;
4) esistano agli atti provvedimenti, ovvero quali misure ed iniziative la Giunta regionale vorrà adottare al fine di stabilire modalità e tempi, per quanto riguarda il collegamento dalla dorsale principale del Galsi (ai cui costi la Regione Sardegna, contribuirà per la sua quota societaria dell'11,6 per cento), alle reti cittadine per la distribuzione del metano alle utenze.

Cagliari, 2 febbraio 2010