CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 189/A
INTERROGAZIONE BARRACCIU - BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU, con richiesta di risposta scritta, sulla ridotta ed iniqua rappresentanza femminile all'interno dell'Esecutivo regionale.
***************
I sottoscritti,
considerato che:
- la Carta costituzionale prevede espliciti principi sulla non discriminazione derivante dall'appartenenza all'uno o all'altro genere, norme propositive sulle pari opportunità e sulla rimozione degli ostacoli alla partecipazione agli uffici pubblici ed alle cariche elettive;
- la Regione Sardegna soffre di profonda arretratezza democratica, dal momento che le donne all'interno delle istituzioni regionali sono un numero estremamente esiguo e non rappresentativo della società sarda;
provato che:
- la scarsissima presenza di donne nelle istituzioni rende la democrazia incompiuta e una democrazia pienamente rappresentativa è un requisito fondamentale per una società avanzata;
- una democrazia pienamente rappresentativa deve essere garantita da una presenza equilibrata di donne e di uomini nei luoghi di decisione;
- l'idea delle quote scaturisce dall'emergenza di una concezione patriarcale politica, ancora imperante nei paesi meno progrediti, secondo la quale le donne sarebbero una minoranza da tutelare; ciò non corrisponde alla realtà di una società composta al 50 per cento di donne presenti ormai in tutti i campi e a tutti i livelli della società civile;
preso atto che:
- si è conclusa l'esperienza della legislatura guidata dal centrosinistra che aveva impresso un nuovo corso alle pari opportunità nella politica, nominando un pari numero di assessori uomini e donne e incentivando la presenza delle donne in Consiglio regionale;
- è stata abrogata la legge statutaria che imponeva una quota minima, per genere, del 40 per cento di donne nell'organo di governo della Regione;
- nel corso dell'attuale Giunta sono stati sostituiti diversi assessori, con il risultato che nell'attuale esecutivo composto di dodici assessori sono rimaste solo tre donne;
supposto che, nonostante la mancanza di riferimenti alle pari opportunità nelle dichiarazioni programmatiche, l'ingiustificato ritardo con il quale è stata insediata la Commissione regionale per le pari opportunità e l'assenza in finanziaria di risorse importanti per la realizzazione delle pari opportunità come quelle a favore dell'imprenditoria femminile, il Presidente della Regione Sardegna persegua anch'egli la politica delle pari opportunità che nell'attuale legislatura ha espresso una donna alla più alta carica del Consiglio regionale,chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) se non condivida l'esigenza di assicurare il diritto all'equa rappresentanza tra i generi nell'Esecutivo regionale e non ritenga che esso sia messo in pericolo dalle più recenti nomine, solo maschili, dei membri dell'Esecutivo;
2) se non ritenga che la diminuzione del numero delle donne alle cariche di governo regionale sia un grave passo indietro della democrazia compiuto a danno dell'intera società;
3) se non ritenga un obbligo costituzionalmente, eticamente e culturalmente rilevante, seppure non più espresso da una legge regionale, conformare la composizione dell'Esecutivo e delle alte cariche e dirigenze al basilare principio dell'equa rappresentanza;
4) come intenda rimediare al forte sbilanciamento nell'attribuzione delle cariche del proprio Esecutivo in virtù dei principi costituzionalmente garantiti all'equa rappresentanza e alle pari opportunità.Cagliari, 4 dicembre 2009