CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 169/A

INTERROGAZIONE AGUS, con richiesta di risposta scritta, sulla crisi del comparto zootecnico.

***************

Il sottoscritto,

nel salutare positivamente l'azione della Giunta regionale che ha finalmente chiesto lo stato di crisi dell'agricoltura della Sardegna al Governo nazionale;

facendo seguito a tutta una serie di manifestazioni che nel territorio del Medio Campidano si stanno promuovendo, vedi gli incontri nel Comune di Samassi e l'occupazione dei Comuni di San Gavino e Villacidro, non ultimo l'ordine del giorno del Comune di Guspini che scaturisce dal movimento degli allevatori locali ed ai quali si ispira la presente interrogazione;

considerata l'alta valenza imprenditoriale del settore che l'agro di Guspini può rappresentare nel contesto isolano e sentite le istanze del comitato spontaneo di lotta degli agricoltori e degli allevatori Guspinesi in merito alla situazione di crisi del comparto agro-zootecnico;

tenuto conto che le aziende che insistono sul territorio di Guspini ammontano a 193 unità, tutte iscritte all'INPS, con una consistenza di 50.000 capi ovini, 3.800 capi caprini, 2.000 capi bovini e 2.100 capi suini; si tratta quindi di numeri importanti per l'economia del territorio e non solo, ai quali vanno aggiunti la forza lavoro degli addetti nelle aziende e l'indotto che vi ruota attorno;

atteso che il territorio di Guspini si configura come una felice realtà ove gli operatori insistono su aziende di media grandezza di circa 40/50 ettari e la maggior parte di loro ha già i terreni accorpati;

premesso che nella scorsa stagione le condizioni meteorologiche hanno creato una grave situazione di calamità naturale che ha interessato tutto il comparto agricolo; in particolare, il comparto zootecnico ha patito la scarsità e la qualità delle produzioni alimentari non sufficienti al fabbisogno delle aziende, ed ha dovuto ricorrere di conseguenza ad un forte uso di mangimi e foraggi, i cui prezzi nel periodo sono cresciuti in maniera esponenziale, causando anche una riduzione della produzione del latte del 20 per cento circa;

preso atto che, di contro, non si è avuto nessun sostegno alle aziende ed alle produzioni;

considerato che:
- un problema di non poco conto è l'assenza di liquidità che genera preoccupazione nelle aziende agricole e che ha creato difficoltà ad andare avanti nel quotidiano, determinando nel contempo un forte ridimensionamento per i futuri investimenti;
- al suddetto problema concorre anche il lento funzionamento della macchina burocratica, sia a livello nazionale che regionale; infatti, a tutt'oggi, le aziende attendono che vengano effettuati o completati i pagamenti sull'asse 2 del Programma di sviluppo rurale e che fanno capo alla annualità 2008, ed anche i contributi per il miglioramento del benessere degli animali e le indennità compensative;

ritenuto che:
- è necessario, per quanto riguarda il settore zootecnico, che si parli di programmazione sulla filiera del latte: dalla produzione all'arrivo sulla tavola del consumatore;
- la tenuta del prezzo del latte ovino, materia prima, a cui è ancorata quasi la metà dell'economia agricola sarda, deve trovare forme ed incentivi alla quota latte;
- la Regione deve avere un ruolo determinante nel coordinare le azioni propulsive, con proposte e interventi a sostegno del pecorino romano perché possa arrivare a godere degli stessi diritti e attenzioni che hanno caratterizzato il parmigiano reggiano e il grana padano;
- per il settore carni, è necessario che si venga a creare una piattaforma che si occupi delle carni sarde ed in particolare si dovrebbero creare le condizioni per favorire il consumo della carne locale (accordi di filiera, consiglio di consumare carne locale e prodotto regionale, sostegno alla certificazione quale agnello e carni IGP);
- ad oggi non esiste un borsino di andamento della vendita degli agnelli, procedura che ormai viene utilizzata per le altre specie animali che vanno alla vendita e alla produzione di carni;
- si continua a parlare di continuità territoriale, ma non si sviluppa nessuna azione a integrazione dei maggiori costi che vengono affrontati comunque dagli operatori;
- i costi dell'energia elettrica e del gasolio incidono non poco sull'economia aziendale ed è quasi naturale che si debba concorrere a queste spese con progetti incentivanti per la costruzione e integrazione di impianti di energia alternativa;
- dal punto di vista sanitario esistono le problematiche inerenti l'agalassia, la paratubercolosi negli ovini per le quali si chiede anche un piano di sanificazione delle greggi o comunque cercare di debellare questi casi che non sono più solo sporadici;
- l'agricoltura e l'allevamento certamente non devono essere una economia assistita, la loro produttività sociale non si può misurare solo in termini di puro rendimento economico, ma anche in termini di benefici sociali, di economie esterne e di ricchezza sociale, in senso lato;
- occorre fare scelte di politiche pubbliche che indirizzino i sistemi agricoli verso forme di organizzazione che assolvono anche a complesse funzioni extra agro-zootecniche, per entrare nell'ottica del ruolo per la gestione del territorio;
- è chiaro che senza la funzione dell'agricoltore e del pastore si rischia veramente di perdere la campagna e la conseguenza è il rischio della tutela e conservazione del paesaggio che deve essere considerato come patrimonio di tutti perché arricchimento strettamente legato al patrimonio artistico e culturale di ogni territorio,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere se e quali azioni siano state poste in atto per dare risposte al comparto ed alle aziende che, nonostante gli sforzi in essere, buona parte delle aziende del guspinese stanno facendo fronte con le proprie risorse all'indebitamento, attendono ancora di percepire le proprie spettanze e quali atti intenda assumere per il rilancio del comparto, quale industria primaria sarda.

Cagliari, 11 novembre 2009