CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 139/A

INTERROGAZIONE PITEA - BARDANZELLU - PIRAS - RANDAZZO - TOCCO - RODIN - RASSU - LADU, con richiesta di risposta scritta, sullo stato del mercato di cereali nell'Isola e sull'introduzione di ingenti quantità sbarcate nel porto di Oristano asseritamente prive di controlli, anche sanitari.

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I sottoscritti,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere se sono a conoscenza:
1) che recentemente sono giunte nel porto di Oristano navi da carico contenenti in prevalenza cereali asseritamente destinati a uso umano per conto di importatori locali; tali carichi avrebbero toccato diversi porti del Mediterraneo anche non comunitari; la crisi del settore avrebbe indotto produttori sardi a monitorare tali carichi facendo emergere che non vi sarebbe stata alcuna campionatura di controllo sui cereali trasportati; al contrario sarebbe stato evidenziato che un recente carico dichiarato di grano duro di provenienza comunitaria non sarebbe stato tale e avrebbe presentato in maniera visibile una consistente commistione con grano tenero e con altri semi tra cui orzo;
2) di tali movimenti di materie prime di provenienza non chiara e dai costi eccessivamente competitivi; se si tratta realmente di prodotti destinati all'alimentazione umana o zootecnica; a quali società o ditte di trasformazione sono destinati; se è stata disposta la verifica sull'eventuale presenza di prodotti OGM; se sono stati comunque disposti controlli fitosanitari, anche a campione, sull'eventuale presenza di residui di sostanze tossiche;
3) che tra gennaio e agosto 2009, presso il porto di Oristano, sono state sbarcate complessivamente 104.304 tonnellate di grano, 22.776 tonnellate di farina di soia (OGM), 81.356 tonnellate di mais (in prevalenza OGM) introdotti nell'Isola dichiaratamente OGM free; che si tratta di prodotti commercializzati a un prezzo assolutamente competitivo, tale da alimentare fondate perplessità sul loro valore di qualità;
4) della destinazione di tali materie prime e della trasformazione subita o programmata nel territorio della Sardegna;
5) che la produzione di grano duro autenticamente di Sardegna, riferita alle annate 2008 e 2009, è ancora invenduta nei vari e numerosi depositi locali a causa di alterazioni di mercato per una asserita sleale concorrenza di prezzo e sulla qualità dei menzionati prodotti importati;
6) che il prezzo di anticipazione ai produttori locali è stato di 18 euro/quintale, assolutamente non sopportabile in termini di remuneratività per gli agricoltori, ma con investimenti, per anticipazioni, a carico dei grandi ammassatori locali che cercano comunque di sostenere la produzione locale per non giungere alla chiusura del settore;
7) che presso il Consiglio regionale pendono, in attesa di essere assegnate alle competenti Commissioni, due proposte di legge sulla tracciabilità ed etichettatura delle produzioni e trasformazioni commercializzate in Sardegna in aderenza ad analoghe iniziative avviate dal Parlamento nazionale,

chiedono inoltre di sapere:
1) quali iniziative s'intendono avviare per la tutela della salute dei consumatori in dipendenza dall'utilizzo non sempre trasparente di materie prime, essenzialmente, ma non solo, per uso umano, provenienti prevalentemente da produzioni d'importazione;
2) se non si ritiene di dover sostenere tutto il comparto cerealicolo sardo non in termini protezionistici, ma per garantire un ammasso per qualità e filiera dando certezze ai consumatori che, liberamente, ma scientemente, potranno scegliere prodotti probabilmente più cari, ma autenticamente sardi al posto di prodotti concorrenziali, ma privi di garanzie su origini e provenienze spesso volutamente equivoche o di dubbia interpretazione;
3) se sia effettivamente tempo di dare concretezza alle dichiarazioni d'intenti dell'Assessore Andrea Prato, manifestate nel suo intervento a Bruxelles sui prodotti DOP e su "la terza via" quando ebbe a sostenere che "per salvare la nostra agricoltura occorre esaltare il valore potenziale dei prodotti legandolo in modo indissolubile alle materie prime locali";
4) se effettivamente si riterrà opportuno un approfondimento conoscitivo sulle menzionate importazioni, anche per il tramite degli organi a ciò deputati dalla legge, in termini commerciali e sanitari.

Cagliari, 15 ottobre 2009