CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 49/A
INTERROGAZIONE AGUS - DIANA Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, in merito alla rinuncia della concessione mineraria di Santu Miali nel Comune di Furtei.
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I sottoscritti,
premesso che:
- con nota del 21 maggio 2009, il curatore fallimentare della Sardinia Gold Mining Spa (SGM) comunicava a tutti gli organi interessati la rinuncia immediata alla concessione mineraria della miniera aurifera di Santu Miali e che, di conseguenza, a far data dal 30 giugno 2009, l'amministrazione fallimentare non si occuperà più della custodia dei beni e tanto meno della sicurezza ed incolumità delle persone;
- la chiusura dell'attività mineraria ha lasciato una situazione estremamente pericolosa ad altissimo rischio ambientale se non puntualmente controllata e monitorata:
a) diga sterili: fanghi di lavorazione in soluzione con cianuro e metalli pesanti; le infiltrazioni al di sotto della diga sono raccolte nel bacino denominato F25 e ripompate di nuovo in diga prima che si disperdano nell'ambiente; la coppia delle pompe deve essere sempre in funzione e manutentata;
b) bacini delle acque acide: nei bacini de Is Concas e di Su Masoni le acque di falda che hanno inondato gli scavi della miniera a contatto con le pareti dei bacino incrementano la propria acidità e mettono in soluzione metalli pesanti, mercurio, arsenico, ecc; le piogge persistenti hanno a più riprese rischiato di far tracimare le acque inquinate; con ripetuti interventi si è provveduto a trasferire acque inquinate da un bacino all'altro, con provvedimento in deroga alla legislazione vigente;
c) discariche di materiali di scavo: materiali escavati ed abbancati ricchi in solfuri che in seguito a percolazione delle acque meteoriche rischiano di generare un costante inquinamento di acque acide e metalli pesanti;
d) vuoti di escavazione: creano un costante rischio ambientale per il riempimento da acque di falda e meteoriche, rischio di smottamenti e frane con conseguente ondata di acque inquinate, nonché pericolo per i passanti e la fauna locale;
considerato che la rinuncia alla concessione mineraria comporta automaticamente il trasferimento delle proprietà e dei beni, attrezzature e macchinari, alla Regione Sardegna, che dovrà immediatamente farsi carico delle diverse problematicità, alcune delle quali ad alto rischio, pertanto si rendono improcrastinabili tutte quelle azioni a tutela dell'ambiente, della salute e dell'incolumità pubblica, nonché la salvaguardia del patrimonio mezzi, macchinari e strutture industriali;
ritenuto che questa operazione, che i privati riconsegnano nelle mani della Regione Sardegna senza aver ottemperato alle bonifiche ed alla messa in sicurezza del territorio, lasci sul campo anche un serio problema occupazionale, con 42 dipendenti della SGM, attualmente in cassa integrazione, anticamera della perdita del posto di lavoro;
in virtù di quanto enunciato e sottolineato ancora una volta, del gravissimo rischio ambientale che la Regione Sardegna dovrà gestire a far data dal 1° luglio 2009,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione Sardegna per sapere se, nelle more del passaggio, sia stato redatto un piano immediato di intervento per scongiurare e inibire la bomba ecologica lasciataci dalla SGM e quali azioni intenda adottare per scongiurare la perdita di lavoro dei 42 dipendenti.
Cagliari, 18 giugno 2009