CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica all’interrogazione DIANA Mario sul progetto per la realizzazione di un parco eolico "off shore" al largo delle coste di Is Arenas (111), ed all'interrogazione DEDONI sulla domanda per la realizzazione ed esercizio di un parco eolico offshore nel golfo di Is Arenas (Oristano) (130).
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In risposta alla interrogazioni in oggetto, si evidenzia quanto segue.
Oggetto delle due interrogazioni sono i fatti riportati dalla stampa in merito alla presentazione aita Capitaneria del porto di Oristano della richiesta per una concessione demaniale relativa ad un tratto di mare situato tra "Su Pallosu" e "S'Archittu", al largo delle coste di "ls Arenas", per la realizzazione di un parco eolico, la cui capacità è stimata in 320 megawatt, si estenderebbe su una superficie a mare di quasi 2.200 ettari e su un'area demaniale di 450 metri quadri, e che le singole torri, situata a una distanza minima di meno di 2 chilometri dalla costa, potrebbero raggiungere un'altezza di 100 metri.
Tale notizia, come noto, ha provocato grande sconcerto nella popolazione dal territorio, che teme l'impatto negativo prodotto da tale opera su un'area di straordinario pregio paesaggistico come quelle di Is Arenas, interessata da importanti progetti di sviluppo turistico su cui gravano le speranze di rilancio dello sviluppo economico dell'intera Provincia di Oristano. Inoltre, la realizzazione dell'opera su un'area del demanio marittimo consentirebbe un iter autorizzativo estremamente semplificato, senza il rispetto delle norme del Piano paesaggistico regionale e con scarse possibilità di intervento da parte dell'Amministrazione regionale, delle comunità locali e delle loro rappresentanze istituzionali.
In particolare, poi, l’interrogazione 130/A, più recente, oltre ad esprimere preoccupazioni in merito alla localizzazione dell’opera e delle conseguenza sulle correnti, sull’attività di navigazione e sulla pesca, ricorda le reazioni e la mobilitazione delle istituzioni e della popolazione locale alla notizia.
In sintesi, le interrogazioni chiedono se i fatti riportati corrispondano a verità, se si intendano adottare misure per valutare l'aderenza del progetto alla normativa paesaggistica, regionale o nazionale, cui è sottoposta l'area del demanio marittimo su cui il progetto dovrebbe essere realizzatosi intenda osservare, nonché se si ritenga opportuno promuovere presso il governo nazionale affinché attivi un coinvolgimento degli enti locali e dell’Amministrazione regionale nell’iter procedurale inerente al progetto.
In proposito, si deve ricordare, per quanto di competenza della Direzione della Pianificazione Urbanistica Territoriale e della vigilanza edilizia, che già nella nota prot. 30305/DG del 09.10.2009 indirizzata alla Presidenza in risposta ad analoga interrogazione proveniente dal parlamento, pur rilevando che il Piano Paesaggistico Regionale detta la sua disciplina prevalentemente con riguardo alle parti di territorio non sommerse dal mare, si è precisato quanto segue:
“In primo luogo costituisce oggetto di tutela l’area insistente sulle acque marine che faccia parte di siti d’interesse comunitario (S.I.C.) ovvero aree marine o parchi comunque protetti che il Piano Paesaggistico Regionale recepisce nelle loro perimetrazioni.
In relazione al caso concreto si deve osservare che la spiaggia di Is Arenas è oggetto di perimetrazione in quanto S.I.C., comprensiva della fascia di mare all’interno di tale perimetro che si estende verso il mare per più di 800 metri. Così come detto nell’interrogazione, l’area oggetto del parco eolico marino si tiene a “una distanza minima dalla costa di meno di due chilometri e una distanza massima di otto”.
Inoltre si evidenzia che il Piano Paesaggistico Regionale considera beni paesaggistici, ai sensi dell’art. 17 delle Norme Tecniche di Attuazione, le “praterie di posidonia” che pur non essendo puntualmente identificate, sono oggetto di tutela, in quanto formazioni erbacee presenti nelle acque basse prossime alla costa, fino a 40-50 metri di profondità e tutelate anche dalla Direttiva Comunitaria 92/43/CEE del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, ai sensi della quale costituiscono “habitat prioritario”.
Dall'interrogazione emerge che i pali affondano sotto il livello del mare per circa trenta metri e pertanto all'interno dell'intervallo di profondità considerato dalla definizione di "prateria di posidonia".
L'installazione dall'impianto non deve arrecare danno a tali elementi, che costituiscono una specie endemica del Mediterraneo attualmente in forte regressione, anche in considerazione della loro enorme importanza ai fini della riduzione del fenomeno dell'erosione delle spiagge e dalla costa.
Si deve infine evidenziare che la realizzazione dell'intervento andrebbe a vanificare e mortificare l'azione di tutela paesaggistica che la Regione Sardegna ai sensi del Codice Urbani e della L R. 45/89, ha condotto con l'approvazione del Piano Paesaggistico Ragionale in quanto si pone in stridente contrasto con le rigide prescrizioni che questi testi dettano per la fascia terrestre prossima alle linea di battigia marina. Infatti tale tipo di impianto crea un forte impatto visivo, sia dalla costa sia dal mare, nella percezione del paesaggio che deve intendersi come una equilibrata interrelazione di tutte la componenti ambientali e paesaggistiche all'interno di un contesto unitario."
L'Assessore
Gabriele Asunis